Fulvio Scaglione : Iraq, il fallimento totale del politico Tony Blair
Iraq, il fallimento totale di Tony Blair - La commissione Chilcot svela un cinismo politico che va oltre la guerra
La
Commissione del presidente Chilcot ha lavorato 7 anni, sentito oltre
100 testimoni, esaminato 150 mila documenti. Dimostra che l'ex premier
labourista Blair, proprio come Bush, quella guerra volle farla a tutti i
costi, ignorando tutte…
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08/07/2016 La Commissione del presidente Chilcot ha lavorato 7 anni, sentito oltre 100 testimoni, esaminato 150 mila documenti. Dimostra che l'ex premier labourista Blair, proprio come Bush, quella guerra volle farla a tutti i costi, ignorando tutte le strade alternative. Un disastro fatto di cinismo politico, arroganza personale, incompetenza, basse speculazioni. Ne hanno fatto le spese 150 soldati britannici e centinaia di migliaia di civili uccisi.
Prima
che le vestali del politicamente corretto in stile occidentale e i
negazionisti di professione si mettano all’opera, chiariamo bene una
cosa. Il Rapporto Chilcot, dal nome del presidente della commissione
insediata dal Governo inglese, non dice che Tony Blair, scatenando
insieme con George Bush la guerra contro l’Iraq nel 2003, si è
“sbagliato”. Al contrario: Blair, proprio come Bush, quella guerra volle
farla a tutti i costi, tanto da ignorare (dice il Rapporto) tutte le
possibilità di percorrere strade alternative. La volle al punto da
trasformarsi in una specie di galoppino della Casa Bianca di allora,
assecondandola nei suoi progetti e contribuendo a costruire il castello
di menzogne sulle (inesistenti) armi di distruzione di massa di Saddam
Hussein che sarebbe culminato nella penosa scena di Colin Powell (allora
segretario di Stato Usa) che all’Assemblea Generale dell’Onu sventolava
borotalco spacciandolo per un micidiale agente chimico.
Ma il Rapporto Chilcot (che può essere facilmente trovato in Rete: http://www.iraqinquiry.org.uk)
va ben oltre. Dice che Blair, quel Blair che perseguiva a tutti i costi
la guerra, fu anche superficiale in modo criminale. Si accontentò di
rapporti di intelligence sommari. Ignorò tutti gli argomenti di chi lo
avvertiva che la guerra avrebbe potuto spalancare le porte al terrorismo
islamista e destabilizzare l’intero Medio Oriente. Come primo ministro
condusse male le operazioni belliche e ancor peggio il periodo
post-bellico. Insomma, voleva la guerra ma non si premurava nemmeno di
prepararsi agli eventi. Un disastro fatto di cinismo politico, arroganza
personale, incompetenza e basse speculazioni. Un’avventura che costò
alla Gran Bretagna la morte di circa 150 soldati. Tanti, ma un’inezia di
fronte alle centinaia di migliaia di civili uccisi in Iraq dalle
violenze scatenatesi dopo la guerra. Un colossale fallimento che da
tredici anni costa a tutti noi paura, difficoltà, morti e un incredibile
cumulo di denaro che potrebbe essere investito per costruire qualcosa,
invece che per difendersi dall’Isis.
Se
Bush e Blair non fossero uno americano e l’altro inglese, ci sarebbe di
sicuro qualche Tribunale internazionale a occuparsi di loro. L’avevamo
scritto qualche mese fa su queste pagine (http://www.famigliacristiana.it/articolo/blair.aspx)
e ne siamo ancor più convinti oggi. Bush ha avuto il buon senso di
sparire nel suo ranch in Texas , dove può con profitto osservare la vita
delle mucche. Ma Blair no. Blair ha avuto l’impudenza, in questi anni,
di accettare l’incarico di mediatore per la pace tra israeliani e
palestinesi per conto del Quartetto formato da Usa, Russia, Onu e Unione
Europea. Uno dei grandi distruttori del Medio Oriente impegnato a
pacificare il Medio Oriente: ci stupisce che non si arrivi a nulla? Ma
non solo: Blair si è arricchito con anni e anni di lucrosissime
conferenze con cui, in giro per il mondo, ha spiegato come si fa la pace
e si dialoga con il mondo islamico.
La Commissione del presidente
Chilcot ha lavorato 7 anni, ha sentito oltre 100 testimoni, ha esaminato
150 mila documenti. Non v’è dubbio che si sia trattato di un lavoro
rigoroso e approfondito. Che arriva tardi, però, forse troppo tardi, per
dare soddisfazione a coloro che, come il Papa di allora, san Giovanni
Paolo II, e centinaia di migliaia di persone di ogni latitudine ed
estrazione sociale, intervenivano e scendevano in strada per impedire
quella guerra. Loro avevano ragione, ascoltarli avrebbe potuto se non
altro salvare un numero enorme di vite. Avevano torto gli esperti, gli
analisti, i professori, i giornalisti, i politici come Tony Blair.
L’ennesimo “tradimento degli intellettuali”, quello ben noto al filosofo
francese Julien Benda. Non a caso il suo libro omonimo uscì negli anni
in cui si cominciò a preparare la seconda guerra mondiale.
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