Haaretz : Ecco come Israele gonfia [i dati] della propria maggioranza ebraica
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Il
rapporto annuale dell’Ufficio di statistica riguardo alla popolazione è
un ridicolo esempio di propaganda che comprende i coloni ma non tutti i
palestinesi sotto il controllo di Israele
Ogni
anno prima del giorno dell’indipendenza, l’Ufficio centrale di
Statistica pubblica a ridosso della festa un rapporto che inizia con i
dati della popolazione israeliana per poi affrontare diversi parametri
demografici ed economici come esempio dello sviluppo dello Stato e dei
suoi risultati. Quest’anno l’ufficio ha registrato 8.68 milioni di
persone residenti in Israele, dei quali il 74,7% sono ebrei, il 20,8%
sono arabi e i rimanenti sono “altri” (principalmente cristiani non
arabi). Questa è la dimostrazione numerica del successo sionista nella
costruzione di uno Stato a forte maggioranza ebraica, che è presente in
una pubblicazione ufficiale di un’agenzia professionale autorizzata.
Ma
la pubblicazione dell’Ufficio centrale di Statistica è ingannevole e
comprende molte imprecisioni e manipolazioni che la trasformano da un
arido rapporto statistico a un ridicolo atto di propaganda.
Cominciamo con il numero degli abitanti israeliani.
L’Ufficio
registra gli ebrei [presenti] in tutti i territori dal fiume Giordano
al Mediterraneo sotto il proprio controllo. Ma prende in considerazione
solamente gli arabi presenti nei territori prima dei confini del ’67, a
Gerusalemme Est e sulle Alture del Golan. Milioni di palestinesi della
Cisgiordania e della Striscia di Gaza sono lasciati fuori. Così i coloni
di Hebron sono residenti in Israele e sono compresi nella statistica ,
mentre i loro vicini palestinesi non lo sono.
La questione non consiste nel fatto
che l’Ufficio ignori quanti siano i palestinesi che abitano nei
territori. Israele controlla il registro dell’anagrafe della Autorità
Nazionale Palestinese della Cisgiordania e perfino quello della Striscia
di Gaza. Ogni nascita, viaggio, matrimonio, divorzio o decesso dei
palestinesi dei territori vengono registrati dalle autorità israeliane.
Si possono pubblicare dati completi della popolazione sotto il controllo
diretto e indiretto di Israele, una popolazione che paga con gli stessi
shekel ed è legata alle medesime infrastrutture. Ma allora la
maggioranza ebraica si ridurrebbe in modo sorprendente, rovinando la
festa della Giornata dell’Indipendenza.
L’espediente
si accentua quando l’Ufficio centrale di Statistica rappresenta il
territorio dello Stato 69enne. La mappa della pubblicazione ufficiale
mostra Israele con le Alture del Golan, la Cisgiordania e la Striscia di
Gaza, senza i confini interni come i confini precedenti al
’67, le linee di separazione degli Accordi di Oslo o quelle del
disimpegno da Gaza – tutta l’Eretz Israel. Invece nel rapporto la
superficie dello Stato, 22,072 kmq , non comprende la Cisgiordania e
Gaza.
Allora
queste aree fanno parte o no di Israele? I coloni sono compresi nelle
statistiche nazionali mentre il territorio delle colonie non lo è? I
coloni vivono in cielo?
La manipolazione dei dati non è un trucco nuovo.
L’Ufficio centrale di statistica ha incluso i coloni quali residenti di
Israele fin dal 1972, quando Golda Meir era primo ministro. Fino a oggi
tutti gli esperti governativi di statistica si sono prestati
all’ingannevole conteggio differenziato degli ebrei e degli arabi, anche
se la legge esige loro di agire “in base a considerazioni
scientifiche”.
L’attuale
capo dell’ufficio, Prof. Danny Pfeffermann, ha ricevuto l’anno scorso
un’onorificenza: il suo titolo è stato elevato a “ Statistico
nazionale”. È un peccato che egli abbia prestato il suo prestigio
professionale a un tentativo di propaganda governativa volto a mostrare
una larga maggioranza ebraica e a cancellare i palestinesi dalla nostra
coscienza, apparentemente in nome della scienza.
L’articolo
di cui sopra è l’editoriale principale di Haaretz come è stato
pubblicato nelle edizioni in lingua ebraica e inglese in Israele.
(Traduzione di Carlo Tagliacozzo)
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