La Pasqua dei cristiani di Gaza, fra divieti e paura del terrorismo

La Pasqua dei cristiani di Gaza, fra divieti e paura del terrorismo

Il racconto di p. Mario Da Silva, parroco di Gaza. Chiese semivuote per paura dopo gli attentati in Egitto. Ridotti i permessi per andare in pellegrinaggio a Gerusalemme. I cristiani a Gaza sono sempre di meno.
Gaza (AsiaNews) – “La situazione è molto difficile, le celebrazioni pasquali non sono andate bene, fra i cristiani c’è stata tanta paura per via degli attentati in Egitto. In pochi sono venuti a messa, sia cattolici che ortodossi”. Lo racconta p. Mario Da Silva, sacerdote di origini brasiliane e responsabile della parrocchia latina della Sacra Famiglia nel territorio di Gaza: “Nella nostra chiesa c’erano solo circa 50 persone. A quanto so, gli ortodossi erano in 25”.
A far paura è la presenza di gruppi attivi dello Stato islamico (Isis) nella Penisola del Sinai, che dista solo poche decine di chilometri dalla Striscia, e di cui è un recente esempio l’attacco nei pressi del monastero di santa Caterina.
Nonostante la paura, “grazie a Dio” non ci sono stati incidenti, commenta p. Da Silva.
L’atmosfera nella Striscia di Gaza è tesa a causa dei problemi sociali ed economici che affliggono la popolazione. I cristiani, circa 1300 in totale, “soffrono come tutti i palestinesi, a causa dei loro numerosi problemi”.
Il sacerdote fa notare che a pesare sui festeggiamenti pasquali c’è stata la questione dei permessi mancati per andare a Gerusalemme: “Questo è il secondo anno che chiediamo allo Stato di Israele permessi per le famiglie, affinché possano andare in pellegrinaggio per le feste. Hanno due possibilità, a Pasqua e Natale, per poter uscire, visitare i luoghi santi. L’anno scorso siamo riusciti a mandare soprattutto giovani con meno di 35 anni. La cifra ufficiale era di 891 permessi, ma credo che il numero reale fosse di 800 persone. Era la prima volta che uscivano da Gaza”.
Ma quest’anno, per Pasqua, la cifra si è ridotta in modo significativo: “Quella ufficiale è di 700, ma in verità sono stati molti di meno. Alcuni di questi permessi sono arrivati a persone morte, o che non sono più a Gaza. Oppure, sono stati dati ai genitori e non ai loro bambini piccoli, e viceversa”. Il numero di permessi “reali” si aggira intorno ai 500, “forse di meno”.
Proprio qualche giorno prima della Pasqua, i cristiani della Terra Santa avevano sperato in una Gerusalemme aperta, a discapito dell’annuncio dell’esercito israeliano sulle misure restrittive per la sicurezza.
La preoccupazione più grande per p. Da Silva è che la comunità cristiana sta scomparendo dalla Striscia. “Sono sempre di meno, quelli che riescono a uscire a volte non tornano. Cercano pace fuori di qui. E alle feste, la chiesa è sempre più vuota”.

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