Due ex capi del potente servizio di intelligence interna
di Israele, lo Shin Bet, hanno fatto un intervento appassionato e potente
prima degli eventi celebrativi del 50° anniversario dell’occupazione
dei territori palestinesi nel mese di giugno.
Uno dei due ha avvertito che il sistema politico del
paese è sprofondato nel processo di “tirannia incrementale”.
Ami Ayalon e Carmi Gillon lo hanno detto prima di una riunione pubblica
in una galleria di Gerusalemme, che rischia la chiusura per il fatto
di ospitare l’incontro organizzato dal gruppo Breaking the Silence
che denuncia le irregolarità dell’esercito ed è
per questo uno dei principali bersagli del governo di destra di Benjamin
Netanyahu.
Durante la sua recente visita nel Regno Unito, Netanyahu
ha anche chiesto Theresa May (Primo ministro) di tagliare i finanziamenti
del governo del Regno Unito al gruppo – una richiesta che ha sconcertato
i diplomatici in quanto non esiste alcun finanziamento diretto nel Regno
Unito.
“Incremental tyranny [è un processo] significa
che si vive in una democrazia e improvvisamente si capisce che non è
più una democrazia“, ha detto Ayalon a un piccolo gruppo
di giornalisti, tra cui quelli del Guardian, in vista della manifestazione.
“Questo è quello che stiamo vedendo in Israele. La tragedia
di questo processo è che si conosce solo quando è troppo
tardi.”
Ayalon ha citato le recenti manovre di ministri del
governo Netanyahu per modificare le leggi in modo da colpire gruppi
come Breaking the Silence esclusi dagli eventi nelle scuole e con l’obiettivo
di colpire il finanziamento delle loro attività, oltre che prendere
di mira la corte suprema del paese e l’indipendenza dei mezzi
di comunicazione.
Le questioni di libertà di parola e di espressione
sono diventati argomenti chiave fondamentali nella società israeliana
– in tutto, dalle arti al giornalismo – sotto il governo
più di destra nella storia del paese.
La Babur gallery è sotto minaccia di chiusura dopo essere stata
censurato dal ministro della cultura del paese, Miri Regev, per lo svolgimento
di un evento organizzato da Breaking the Silence sulle proprietà
pubbliche – un gruppo che Regev ha dichiarato “danneggia
l’immagine di Israele”.
Gillon è stato altrettanto desolante nella sua
analisi sul percorso di Israele, dicendo che il paese è “guidato
verso il disastro da questa occupazione”.
Ha poi aggiunto: “Questo paese è stato
fondato sui valori della democrazia liberale, i valori scritti in questa
sorta di costituzione che abbiamo – che è la nostra dichiarazione
di indipendenza – valori che non sono più rispettati. È
possibile analizzare gli avvenimenti degli ultimi 50 anni, ma tutto
è sotto l’ombra dell’occupazione. Ci ha modificato
la società. E ci ha portati verso una società sgradevole.”
I commenti di Ayalon e Gillon giungono nel corso di un crescente e acceso
dibattito tra la destra e gli oppositori dell’occupazione, sul
significato storico della guerra dei sei giorni, nel giugno del 1967,
che ha segnato l’inizio dell’occupazione. Giovedì
i ministri della destra hanno celebrato l’occupazione come la
“liberazione” dei territori occupati.
“Sono qui”, ha aggiunto Gillon, “perché
penso che Breaking the Silence e gruppi simili sono organizzazioni del
tutto legittime. A volte non concordo su ciò che dicono, ma la
missione che hanno intrapreso, attraverso interviste ai soldati, dovrebbe
portare ad una migliore comprensione [su] ciò che significa occupare
un altro popolo.”
La decisione di Ayalon e Gillon di organizzare una
intervista pubblica, è stata vista come un grande vittoria per
il gruppo per i diritti umani, che si è trovato ad affrontare
una limitazione delle sue attività.
I due hanno anche criticato la riluttanza dei media
israeliani e dei politici di alto livello dell’opposizione a parlare
della libertà di parola, in particolare per quanto riguarda le
iniziative contro gruppi come Breaking the Silence.
“Fanno quello che fanno perché capiscono
che è il loro dovere morale. Sono soldati che servono e come
ogni sentinella catturano l’immagine speculare della realtà
israeliana nei territori occupati. Quello che vedono è molto
brutto. Così noi odiamo lo specchio e incolpiamo lo specchio
senza sentire quello che dicono“, ha detto Ayalon.
Hanno aggiunto che sono anche profondamente preoccupati
per un’apatia crescente nella società israeliana, dove,
dopo tanti anni, un’occupazione giustificata dai tribunali israeliani
e dal sistema giuridico come temporanea è diventata una sfida
al significato della parola stessa.
Ayalon ha ricordato una dinamica orwelliana che per
fini politici ha tenuto gli israeliani in uno stato di paura. “Ciò
che è necessario per rendere possibile questo concetto di tirannia
incrementale è una guerra continua. E’ come nel 1984. C’è
sempre un nemico.”
Solo pochi giorni fa, Regev, controverso ministro di
destra, ha detto che Breaking the Silence e i loro sostenitori “non
avranno posto in Israele”.
I due ex capi dello Shin Bet hanno rivelato che una
delle principali cerimonie ufficiali di Israele per ricordare l’anniversario
della guerra dei sei giorni, si svolgerebbe polemicamente nella colonia
di Gush Etzion in Cisgiordania
I due ministeri spenderanno un totale di 10 milioni
di shekel (2.74 milioni di dollari) per organizzare eventi che ricorderanno
l’anniversario di quello che il ministro dell’Istruzione,
Naftali Bennett e Regev hanno descritto come “la gloriosa vittoria
di Israele nella guerra dei sei giorni, e la liberazione della Giudea
e Samaria [Cisgiordania], le alture del Golan e la valle del Giordano”.
( Fonte: Invictapalestina )
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