Rapporto OCHA del periodo 7-20 febbraio 2017 (due settimane)
Il
9 febbraio, un 19enne palestinese di Beita (Nablus), ha ferito cinque
civili israeliani con arma da fuoco e coltello in un mercato della città
di…
Zeitun
Il 9 febbraio, un
19enne palestinese di Beita (Nablus), ha ferito cinque civili
israeliani con arma da fuoco e coltello in un mercato della città di
Petah Tikva (Israele) ed è stato successivamente arrestato.
Dall’inizio del 2017, quattro soldati
israeliani sono stati uccisi e altri 23 israeliani sono rimasti feriti
in attacchi compiuti da palestinesi.
Il 10 febbraio, un 25enne palestinese
di Tulkarem è morto in un ospedale israeliano dove era in cura per le
ferite riportate nel novembre 2016, quando venne colpito dalle forze
israeliane, durante un suo presunto tentativo di accoltellamento.
Secondo fonti palestinesi, l’uomo, malato di cancro, si stava recando
all’ospedale di Nablus per effettuare la chemioterapia ed è stato
colpito mentre correva per prendere un taxi nei pressi del checkpoint di
Huwwara (Nablus). Prima di essere consegnato, il suo corpo è stato
trattenuto dalle autorità israeliane per una settimana.
In Cisgiordania, durante molteplici scontri con le forze israeliane, sono stati feriti 29 palestinesi, tra cui nove minori.
La maggior parte dei ferimenti si è verificata durante le operazioni di
ricerca-arresto e nel corso delle manifestazioni settimanali a Kafr
Qaddum (Qalqiliya) e Ni’lin (Ramallah); in quest’ultimo villaggio la
manifestazione ha commemorato i 12 anni di proteste anti-Barriera
attuate dalla comunità locale. In due distinti episodi, nella città di
Qalqiliya e nel villaggio di Bizzariya (Nablus), scontri verificatisi
nei pressi di scuole hanno provocato il ferimento di cinque studenti.
Tre operai palestinesi sono morti e
sei sono rimasti feriti in quattro diversi casi di crollo di tunnel per
il contrabbando tra Gaza e l’Egitto. In questo settore le attività
di contrabbando di merci si sono significativamente ridotte dalla metà
del 2013, in seguito alla distruzione o al blocco dei tunnel attuato
dalle autorità egiziane sul loro lato. Inoltre Il 7 dicembre, ad est di
Gaza City, due membri palestinesi di un gruppo armato morirono ed un
altro rimase ferito, in seguito al crollo di un tunnel militare.
Nella Striscia di Gaza, in almeno 40
casi, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento verso
palestinesi presenti o in avvicinamento alle Aree ad Accesso Riservato
(ARA) imposte da Israele su terra ed in mare. Non sono stati
segnalati feriti, ma il lavoro di agricoltori e pescatori è stato più
volte interrotto. Quattro palestinesi sono stati arrestati dalle forze
israeliane: un mercante in transito al valico di Erez (sotto controllo
israeliano) e altri tre che tentavano di entrare illegalmente in
Israele. Inoltre, in due distinti episodi, le forze israeliane sono
entrate in Gaza ed hanno svolto operazioni di spianatura del terreno e
scavi nei pressi della recinzione perimetrale.
A Gerusalemme Est e in Area C, per
mancanza dei permessi di costruzione, le autorità israeliane hanno
demolito 29 strutture di proprietà palestinese, sfollando 32 persone,
tra cui 20 minori, e colpendo i mezzi di sostentamento di altre 87.
Fra le strutture interessate figura una rete idrica, finanziata da
donatori, che serviva due comunità di pastori: Humsa al Bqia’a e Al
Hadidiya, nel nord della Valle del Giordano. In meno di due mesi, questa
è la seconda demolizione messa in atto contro la stessa rete idrica. In
un altro episodio, durante una operazione di ricerca-arresto nella
città di Hebron, le forze israeliane hanno distrutto una struttura
agricola appartenente ad una famiglia di sette persone.
Il 19 febbraio, le autorità
israeliane hanno consegnato ordini di arresto lavori contro quasi tutte
le strutture della Comunità beduina palestinese di Khan al Ahmar-Abu al
Helu (140 persone), che si trova nella zona C del governatorato di
Gerusalemme. Fra le strutture coinvolte vi è una scuola primaria,
finanziata da donatore, costruita con pneumatici e fango, utilizzata da
circa 170 bambini provenienti da cinque comunità beduine palestinesi. Al
leader della Comunità è stato detto che non hanno altra scelta se non
trasferirsi in uno dei due “siti di rilocalizzazione” prestabiliti [da Israele]
per il trasferimento delle 46 comunità beduine della Cisgiordania
centrale (circa 7.000 persone a rischio di trasferimento forzato). Il
Coordinatore Umanitario per i Territori occupati palestinesi, Robert
Piper, ha visitato Khan al Ahmar ed ha richiamato Israele a fermare le
pressioni sulla comunità ed al rispetto del diritto internazionale.
Nella zona di Silwan di Gerusalemme
Est, coloni israeliani si sono trasferiti in una parte di casa
palestinese che, secondo quanto riferito, avevano acquistato dai
proprietari palestinesi. Silwan è stato bersaglio di intensa attività di insediamento che ha posto centinaia di residenti a rischio di sfollamento. Durante
la stessa settimana, sempre a Silwan, per mancanza di permessi di
costruzione israeliani (quasi impossibili da ottenere) le autorità
israeliane hanno consegnato ordini di demolizione nei confronti di otto
edifici che ospitano circa 120 persone.
In vari episodi che vedono coinvolti
coloni israeliani, sono stati registrati il ferimento di tre palestinesi
e danni significativi alle proprietà. In questi episodi sono
compresi l’aggressione fisica e il ferimento di una ragazza palestinese
di 14 anni, ad Hebron nella zona della città controllata da Israele, e
di un giornalista palestinese, nei pressi dell’insediamento di Ofra
(Ramallah). Inoltre, nei pressi di Beit Ummar (Hebron), un palestinese è
stato investito e ferito dal veicolo di un colono israeliano; secondo
fonti palestinesi, suffragate da riprese video, si sarebbe trattato di
uno speronamento intenzionale. Vandalismi su proprietà palestinesi sono
state riportate in tre episodi distinti: l’uccisione di una pecora e il
ferimento di altre due a Tell al Himmeh (Tubas); la vandalizzazione di
oltre 350 alberi e alberelli di proprietà palestinese nel villaggio di
Al-Khader (Betlemme); il danneggiamento di un pozzo d’acqua utilizzato
da più di 50 agricoltori a Deir Istiya (Salfit).
I media israeliani hanno riferito
almeno 18 episodi di lanci di pietre e bottiglie incendiarie contro
veicoli israeliani da parte di palestinesi: feriti quattro coloni
israeliani, tra cui una donna, a Gerusalemme, Ramallah e Betlemme. Sono
stati riferiti anche danni a diversi veicoli israeliani.
Il valico di Rafah, sotto controllo
egiziano, è stato eccezionalmente aperto per tre giorni in ingresso e
per un giorno in uscita: è stata consentita l’uscita dalla Striscia di
Gaza a 1.527 persone e il rientro a 1.373. Secondo le autorità
palestinesi di Gaza, circa 20.000 persone, tra cui casi umanitari, sono
registrate e in attesa di uscire da Gaza attraverso Rafah.
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Ultimi sviluppi (fuori dal periodo di riferimento)
Il 21 febbraio, un tribunale militare
israeliano ha condannato a 18 mesi di prigione un soldato israeliano
che, nel marzo 2016, nella città di Hebron, uccise un palestinese ferito
che aveva effettuato una aggressione. Secondo la sentenza del
tribunale, l’uomo ferito, al momento dell’uccisione, era steso a terra e
non costituiva alcun pericolo.
nota 1:
I
Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua
inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati
statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei
civili nei territori palestinesi occupati.
sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l’edizione inglese dei Rapporti.
la versione in italiano è scaricabile dal sito Web della Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, alla pagina:
nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]
sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti
a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.
nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.
Associazione per la pace – Via S. Allende, 5 – 10098 Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli
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