Copertina: documenti legali rilasciati dallo Stato di Israele oggi disattesi [Foto Invictapalestina]
18 January 2017
Ecco un’altra immagine che illustra la
situazione dei palestinesi – nella fattispecie, cittadini palestinesi
di Israele – in modo più completo di qualsiasi parola.
L’uomo a terra è Ayman Odeh, un
parlamentare israeliano, il capo del Joint List, il terzo più grande
partito in parlamento e il più importante politico palestinese
d’Israele.
La polizia israeliana gli ha appena
sparato con proiettili di gomma, non una, ma due volte, anche in volto.
Odeh è uno dei politici all’interno della grande minoranza palestinese
in Israele, un quinto della popolazione, che meno cerca lo scontro. Il
suo messaggio è costantemente un messaggio di pace e di amicizia tra
tutti i cittadini israeliani, sia ebrei che palestinesi. Questo, però,
non sembra averlo protetto dall’approccio “prima spara – poi
interroga” adottato dalle forze di sicurezza d’Israele nei confronti dei
palestinesi.
Questa immagine dovrebbe essere tanto
scioccante quanto vedere un Bernie Sanders o Jeremy Corbyn sanguinante,
trascinarsi per terra, guardati impassibilmente dalla polizia americana
o britannica.
Anche il contesto è importante. Odeh si
era unito stamane ai 1000 abitanti di Umm al-Hiran – tutti cittadini
palestinesi di Israele – che manifestavano per fermare le squadre di
demolitori intente a distruggere le 150 case del loro villaggio nel
Negev. Israele aveva permesso a queste famiglie di trasferirsi nell’area
di Umm al-Hiran negli anni cinquanta dopo averli cacciati dalle loro
terre di origine, molto piu’ ricche, durante la Nakba. Il pretesto
allora fu che Israele aveva bisogno delle loro terre ataviche per un
kibbutz esclusivamente ebreo.
Tutto quello accadde durante un governo
militare che guidò i palestinesi d’Israele per quasi due decenni.
Oltre 60 anni dopo, esattamente la stessa cosa sta succedendo di nuovo,
ma questa volta di fronte alle telecamere. Umm al-Hiran viene distrutta
cosicchè possa essere costruita una comunità esclusivamente ebrea, con
lo stesso nome di Hiran, al posto delle case di queste famiglie. Israele
non ha mai emesso un piano regolatore per Umm al-Hiran, cosi’ ora puo’
essere dichiarata illegale e i suoi abitanti chiamati “abusivi” e
“intrusi”. Le famiglie vengono per una seconda volta ripulite
etnicamente – non durante ostilità o in tempo di guerra, ma dal loro
stesso stato in tempo di pace.
Sono lontani dall’essere i soli. A migliaia di altre famiglie, e ai loro villaggi, tocca la stessa sorte.
La verità è che niente è cambiato dagli
anni cinquanta. Israele si comporta tuttora come se stesse governando
militarmente i “cittadini” palestinesi. Tratta ancora tutti i non-ebrei
come una minaccia, come un nemico.
Israele non è un tipo normale di paese.
E’ una etnocrazia, per di più guidata da una variante ideologica dei
nazionalismi etnici che dilaniarono l’Europa un secolo fa.
Odeh è un leader che si batte per la
pace e l’uguaglianza tra cittadini ebrei e palestinesi. Oggi ha ricevuto
la risposta. E’ contuso, sanguinante e prostrato, si trascina per
terra.
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