«Facciamoci arrestare tutti» L'appello di padre Zanotelli


 
 
 
 
 
Il missionario trentino, esponente di primo piano del pacifismo, ricorda che nel 2015 l'Italia ha esportato armi per un valore di oltre 7 miliardi di euro: armi che vanno anche ai terroristi islamici
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Dobbiamo scendere in piazza, urlare, gridare, protestare, farci arrestare».
Alex Zanotelli, missionario trentino, comboniano, esponente di primo piano del movimento pacifista, lancia un appello dalle pagine di Nigrizia.
«È passato il tempo in cui i buoni possono rimanere in silenzio. E ciò che sconcerta maggiormente è il silenzio del movimento per la pace davanti a questi scenari di guerra.
Non lo posso accettare. Dobbiamo scendere in piazza, urlare, gridare, protestare. Forse non riusciamo a parlare perché il movimento è frammentato. Allora mettiamoci insieme. La situazione è troppo grave. Per questo dobbiamo avere il coraggio di violare la legge, di farci arrestare, di andare in prigione.
Questo sarebbe il dovere prima di tutto dei religiosi, dei preti, delle suore: sull’esempio dei fratelli Berrigan e delle suore domenicane che, negli Stati Uniti qualche decennio fa, si sono fatti anni di carcere per loro impegno contro la guerra in Vietnam e la bomba atomica».
Padre Alex ricorda che l’Italia, solo nel 2015, ha esportato armi «per un valore di oltre 7 miliardi di euro in Paesi in guerra o dove sono violati i diritti umani. Ma come fanno i nostri governi a parlare di legalità quando agiscono in maniera così illegale? È la grande Bugia. «La violenza esiste solo con l’aiuto della Bugia», diceva Don Berrigan, il gesuita nonviolento americano scomparso lo scorso anno».
Dice che il 2016 dovrebbe essere ricordato come l'anno della Terza Guerra Mondiale: «Una guerra spaventosa che ha il suo epicentro in Medio Oriente e ha mostrato tutta la sua ferocia, disumanità e orrore nell’assedio della città martire Aleppo in Siria. Una guerra che attraversa anche l’intera Africa da est a ovest, dalla Somalia al Sudan (Darfur e Monti Nuba), dal Sud Sudan al Centrafrica, dalla Nigeria (Nord) alla Libia, dal Mali al Gambia. Senza dimenticare i massacri in Burundi e nella Repubblica democratica del Congo (Beni). Desolanti conflitti si estendono dallo Yemen all’Afghanistan, guerre combattute con armi sempre più sofisticate e sempre più a pagarne le spese sono i civili». Armi, dice, che finiscono anche nelle mani degli estremisti islamici.

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