Un ministro israeliano: non c’è nessun problema morale nell’espropriare terre in Cisgiordania
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Il
ministro dell’educazione Bennett afferma che il problema non sono i
singoli avamposti, ma lo status complessivo delle case in Cisgiordania:
“Quello che stiamo cercando di fare è inserire norme in vigore in
Israele anche in Giudea e Samaria.”
Il
ministro dell’Educazione Naftali Bennett ha affermato mercoledì [30
novembre] che non ci sono “problemi etici” per Israele nell’esproprio di
terre ai palestinesi in Cisgiordania. Alla domanda se una nuova legge
che renderà legali avamposti illegali dei coloni sarebbe in
contraddizione con i valori etici ebraici, Bennett ha risposto che “non
ci sono problemi etici per lo Stato” nell’appropriazione di terre di
proprietari privati “nel caso ciò si ritenga necessario”, se viene
pagata in cambio una compensazione.
Il
governo israeliano è stato messo in agitazione dall’imminente
evacuazione dell’avamposto illegale di Amona, costruito su terre
palestinesi proprietà di privati e condannato alla demolizione dalla
Corte Suprema israeliana. Mentre alcuni ministri e legislatori di
destra, compreso Bennett, sperano di evitare l’evacuazione con una
legge, altri, tra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu, si sono
uniti a consulenti legali del governo nel mettere in guardia sulle
possibili conseguenze per Israele.
Parlando
alla conferenza di Sderot nel collegio universitario “Sapir”, Bennett
ha detto che “Amona non è il problema in Giudea e Samaria “, usando il
nome biblico per riferirsi alla Cisgiordania. “Il problema sono le
migliaia di unità abitative che hanno lo stesso status (legale).”
Storicamente, ha affermato, “quando Israele ha voluto fondare delle
comunità, ha espropriato terre private…è stato così a Carmiel, a
Gerusalemme ed anche in Giudea e Samaria.”
Bennett ha aggiunto che “quello che stiamo cercando di fare a questo proposito è inserire
norme in vigore in Israele anche in Guidea e Samaria. Questa è la
ragione per cui si fa tanto rumore…ciò ha un’importanza rilevante. “
Tensioni politiche
Il
consiglio per la sicurezza di Israele è stato convocato mercoledì
mattina per oltre due ore per discutere della cosiddetta legge “per la
regolarizzazione”, che intende legalizzare avamposti illegali dei
coloni.
I
parlamentari stavano per votare su due bozze della norma, ma il governo
ha deciso di posticipare il voto al prossimo martedì dopo il lungo
dibattito. Una delle due bozze propone di dare l’autorizzazione
retroattivamente alle enclave [ebraiche] per evitare l’evacuazione della
colonia di Amona in Cisgiordania, e l’altra contraria
all’autorizzazione. Le votazioni erano previste nonostante l’opposizione
del procuratore generale Avichai Mendelblit contro questa misura.
Il
consiglio per la sicurezza ha rimandato a mercoledì mattina un
dibattito su Amona programmato per martedì, dopo che Netanyahu si era
ammalato d’influenza, ma poi lo ha di nuovo rinviato.
L’Alta
Corte di Giustizia ha stabilito che Amona, costruita su terre
palestinesi di proprietà di privati, deve essere evacuata entro il 25
dicembre.
Se
approvate, entrambe le misure saranno discusse da uno speciale comitato
della Knesset per decidere quale delle due debba essere sottoposta a
una seconda o terza votazione in modo da essere convertita in legge.
Mercoledì
di primo mattino il comitato per la Costituzione, la Legge e la
Giustizia della Knesset ha votato a favore, aprendo la strada a un voto
in seduta plenaria.
Il partito Kulanu [di centro. Ndtr.] del ministro delle Finanze Moshe Kahlon si oppone alla cosiddetta versione retroattiva.
Una
fonte del partito di estrema destra Habayit Hayehudi [‘Casa ebraica’,
del ministro Naftali Bennett. Ndtr.] ha affermato che Kulanu ha
accettato di attenersi alla disciplina di coalizione su entrambe le
versioni. Ma fonti di Kulanu hanno detto che “non c’è un nuovo accordo
sulla questione”, e che il partito si oppone alla legge. Il portavoce di
Kahlon ha rifiutato di pronunciarsi.
(Traduzione di Amedeo Rossi)
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