Amira Hass : Perché l’esercito israeliano ha paura di un ragazzo di 14 anni?

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Che tipo di formazione i soldati ricevono se sono così spaventati da un giovane ragazzo con un coltello da sparagli alla schiena quando cerca di fuggire?

Amira Hass 19 Dic 2016 02:12

La prima immagine  circolata su WhatsApp e Facebook mostra il volto di un ragazzo disteso su una roccia,  spaventato. Una  una macchia di sangue è sulla roccia.

Quando  i soldati stavano davanti a lui e lui teneva un coltello in mano, hanno notato che aveva paura. Il primo soldato che lo ha incontrato – mentre il ragazzo si nascondeva nei cespugli tra un vigneto e un parcheggio all’ingresso della colonia cisgiordana di Kiryat Arba – lo ha visto alzare il coltello e  dire ” Allahu Akbar” e, di fronte al fucile carico, abbassare il coltello e scoppiare in lacrime.

Questo è A.Z. Il suo nome è noto ai media palestinesi, ma non ci è permesso di scriverlo per intero o rivelare il suo volto. E’ stato gravemente ferito il 23 settembre, ha subito un intervento chirurgico ed è stato accusato di tentato omicidio. Nessun soldato israeliano è stato ferito . Nemmeno un graffio.

Il primo soldato che ha incontrato il ragazzo è stato immediatamente raggiunto da un altro soldato e da un ufficiale. In altre parole, ad un certo punto, tre uomini armati stavano di fronte a un adolescente spaventato di 14 anni e 4 mesi di età eppure  uno di loro ha sparato e lo ha seriamente ferito.

E’ stato per legittima difesa, ha detto il soldato che ha sparato, perché il ragazzino  ha sollevato il suo piccolo braccio con il  coltello da cucina e lo ha gettato da una certa distanza verso di lui, il tutto mentre ruotava la parte superiore del corpo come un discobolo professionista .

“E’ questo nostro figlio?”, si chiedevano i suoi genitori, immaginandolo di fronte a tre uomini armati, la sua testa che arrivava a loro ombelico o, al massimo, al centro del petto.

I genitori hanno visto la situazione in modo diverso: il figlio si trovava vicino ai tre soldati, spaventato, con un coltello in mano. Preso dal panico ha gridato “Allahu Akhbar” e quando gli è stato ordinato, ha gettato via il coltello, come per dire: “Sono stanco di questo gioco; è spaventoso come l’inferno e io voglio andare a casa”.

Circa due mesi e mezzo sono trascorsi da quando quando gli avvocati Nery Ramati e Akram Samara sono riusciti a rintracciare le informazioni mediche dal Shaare Zedek Medical Center, Gerusalemme. (Ci è voluto del tempo per scoprire che il ragazzo ferito è stato registrato in ospedale con un numero di identità fittizia.)

Il file medico conferma le originali affermazioni degli avvocati, basate sulla piccola ferita nella schiena del ragazzo (punto di ingresso del proiettile) e la grande ferita nel petto (punto di uscita del proiettile) . Quindi il ragazzino è stato colpito mentre fuggiva verso la vigna

Finora i giudici hanno accettato la versione del soldato e del procuratore militare: che il soldato ha sparato al ragazzo davanti. Ecco perché il giudice militare Yitzhak Ozodin e il presidente della corte d’appello, Col. Netanel Benishu, hanno respinto le richieste di rilasciare il ragazzo su cauzione. Il presidente del tribunale militare per i giovani, Menachem Lieberman, sta ora meditando come pronunciarsi sulla seconda richiesta di rilasciarlo su cauzione – in base alla contraddizione tra la versione del soldato che ha sparato e la cartella clinica.

I genitori hanno visto il viso spaventato del ragazzo su WhatsApp e poi hanno saputo che era stato portato a Shaare Zedek, dove è stato operato (per lesioni al tronco, e alla gamba). Quello stesso giorno ha iniziato la sua detenzione. L'hanno potuto vedere solo quando è iniziato il processo  presso la base militare di Ofer.

Il padre è  un insegnante di informatica in una città a sud di Hebron, dove la famiglia vive, e sognava di lavorare in Israele come manovale perché chi può vivere con uno stipendio mensile di 1.200 shekel ($ 312)? A volte lui e sua moglie vengono ad assistere al processo . Il tribunale militare si è riunito almeno 10 volte per estendere la detenzione del ragazzo, leggere l’atto d’accusa e tenere audizioni sulla richiesta di cauzione , comunque negata .
Samara, della Società dei prigionieri palestinesi, e Ramati, dello studio legale Gaby Lasky, già fanno fatica a contarli tutti.

Almeno 10 giudici militari israeliani hanno visto il ragazzo: ogni volta è trasferito a Ofer su una barella  dall’infermeria del Servizio penitenziario di Israele di Ramle, dove è stato spostato dopo Shaare Zedek.

In un primo momento è rimasto nel suo letto al di fuori del rimorchio che funge da tribunale, con una coperta troppo sottile per proteggerlo dal freddo. Il letto è grande e non passava fino alla scorsa settimana. Finalmente  il tribunale militare ha trovato il giusto cacciavite per aprire la parte chiusa della porta del rimorchio in modo da poter portare il letto e il ragazzino ferito all’interno.

A.Z. ha pianto durante le sue prime apparizioni in tribunale, al padre  è stato permesso di parlare con il figlio da lontano, ma non di toccarlo.
Ora, almeno, lui è sulla strada della guarigione : la sua gamba è in una gabbia di acciaio e le ferite al torace sono in via di guarigione. A causa della sua presunta pericolosità l’accusa militare esige che sia detenuto fino alla fine del procedimento legale contro di lui.

Tre soldati armati sono davvero incapaci di prendere un bambino piccolo con un coltello, senza che uno di loro gli spari alla schiena ferendolo seriamente? Questa questione non è in discussione  nel tribunale militare.

Speriamo che almeno il Capo di Stato Maggiore delle IDF tenente generale Gadi Eisenkot stia esaminando che tipo di formazione viene data ai soldati – armati e protetti,  che si sentono così impauriti di fronte ad un bambino con un coltello o dopo che ha gettato il coltello, da sparargli nella  schiena.

E proviamo  a indovinare: se un soldato non avesse sparato al ragazzo alla schiena , la procura militare non avrebbe formulato  un tale grave atto d’accusa  : tentato omicidio.

Amira Hass
Haaretz Correspondent

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