Dolors Bramon : Alcuni errori che si commettono parlando di islam
L'arabista Dolors Bramon smonta i cliché più comuni sui musulmani e l'islam
Di Josep Massot. La Vanguardia (13/12/2016). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.
Dolors Bramon, professoressa emerita
dell’Università di Barcellona, ha pubblicato “L’Islam oggi”, un libro
che analizza gli aspetti più controversi legati a questa religione nel
mondo contemporaneo. L’arabista segnala alcuni errori che si commettono
in Occidente quando si parla di musulmani.
1. Musulmani = arabi. In maniera
grossolana, confondiamo ‘musulmano’ con ‘arabo’ (non tutti gli arabi
sono musulmani), ‘musulmano’ con ‘beduino’ (esistono beduini cristiani).
La sinagoga più antica del mondo, ancora in funzione, si trova
nell’isola tunisina di Djerba.
2. La donna musulmana è sottomessa e non ha diritti. La
donna musulmana ha più di diritti di una cattolica: può separarsi, può
divorziare. Poi che suo marito o la famiglia glielo lascino fare è un
altro discorso, ma sono comunque suoi diritti: il problema è che molte
non sanno di averli. Poi si dice che il velo sia il simbolo della loro
sottomissione. In realtà, non sono obbligate a portare alcun indumento
che le differenzi da chi non è musulmana. Ci sono donne musulmane
velate, altre no.
3. Il Corano impone il burka. I
musulmani, a differenza dei cristiani e degli ebrei, credono che il
Corano contenga la parola di Dio. E il Corano detta che uomini e donne
coprano il loro sesso, oltre che ordinare alle donne di coprirsi il
petto. Tuttavia, la maggior parte dei musulmani pensa che le donne
dovrebbero portare il burka. Esistono molte traduzioni del
testo coranico e altrettante interpretazioni sbagliate o tergiversate.
Anche se il 90% degli arabi lo conoscono a memoria, non è detto che ne
capiscano il significato. Un imam malintenzionato può imporre la sua
interpretazione del testo, così come un prete poteva farlo con la Bibbia
in latino. Il Corano è la parola di Dio, ma è l’uomo a leggerla e
l’uomo può sbagliare.
4. C’è un solo islam. Questo è il
grande errore dell’Occidente: pensare che esista un solo islam. Ogni
musulmano ha il suo islam. Il Corano, a differenza della Bibbia
cristiana e dei testi ebraici, è un libro che in diverse occasioni usa
le parole “pensare, ragionare”. Il testo invita a venire capito.
5. Il Corano è un testo violento.
Altro errore: se letto per intero, non lo è. Certo, è facile prendere
una frase fuori contesto e considerarla violenta, ma leggendo tutto il
testo, è chiaro che un musulmano non può combattere un altro musulmano, e
la storia è piena di guerre simili. Quindi, tanto chiaro quanto
ignorato. Inoltre, un musulmano può solo combattere per difendersi o per
prevenire un grande male. Infine, il Corano dice che chiunque creda a
quanto rivelato ai profeti di Israele e a Gesù (tutti profeti
dell’islam), credono nello stesso Dio senza differenze. Ciò significa
che tutti i credenti vanno protetti dal proprio governante, che si
tratti dei copti in Egitto, degli ebrei nel Maghreb, con i cristiani in
Siria, e anche con i musulmani sciiti.
6. Lo “Stato Islamico”. Non è né
uno Stato, né è islamico. Non ci rendiamo conto che chiamandolo ISIS o
Daesh (l’acronimo arabo) stiamo comunque riferendoci allo Stato Islamico
in Iraq e in Siria. Quindi lo chiamiamo come lo chiamano loro! E stanno
vincendo le battaglie ideologiche perché l’Occidente babbeo cree a
certe assurdità, ma le cose che fanno questi terroristi non sono ammesse
dalla dottrina islamica.
7. Il jihad o la jihad? Dopo l’11 settembre, Bin Laden parlava dei suoi seguaci come mujahidun o mujahidin. Nel 2005, a qualcuno è venuto in mente di occidentalizzare la parola e si è iniziato a parlare di ‘jihadisti’ e di ‘jihad‘. Ma ci sono varie accezioni del termine: jihad
indica lo sforzo collettivo o individuale che i musulmani compiono per
migliorare la propria condotta; un’altra accezione definisce jihad la guerra mirata all’espansione e alla difesa dell’islam. Poi c’è addirittura chi definisce jihad come “la guerra santa dei musulmani”, associando il termine a un concetto cristiano inventato da papa Urbano II.
Josep Massot è un giornalista catalano che si occupa di cultura.
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L'arabista catalana Dolors Bramon smonta alcuni dei cliché più diffusi in Occidente sui musulmani e l'islam.
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