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pochi giorni dalle polemiche sulla risoluzione Unesco, Tel Aviv
prosegue con le violazioni nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme
I danni al cimitero di Bab al-Rahma (Foto: Ma’an News)
della redazione
Roma, 2 novembre 2016, Nena News
– Sono passati pochi giorni dalle polemiche sulla risoluzione
dell’Unesco che condannava le violazioni delle autorità israeliane nella
Città Vecchia di Gerusalemme e in particolare sulla Spianata delle
Moschee. Lo sanno bene gli italiani che hanno visto il loro premier
Renzi ergersi a difensore a priori dello Stato israeliano, dimostrando
di non aver letto o non aver capito o non aver voluto capire il testo
della risoluzione.
Da tempo ormai Tel Aviv è
impegnata nella modifica dello status quo del terzo luogo santo
dell’Islam, patrimonio non solo del mondo musulmano ma del mondo intero.
E mentre la comunità internazionale litiga sul significato dell’allarme
lanciato dall’agenzia Onu, le autorità israeliane proseguono spedite
nei soliti abusi.
Ieri mattina l’Autorità per la
Natura e i Parchi dello Stato israeliano ha demolito diverse tombe del
cimitero islamico Bab al-Rahma, appoggiato da 14 secoli lungo le mura
della Città Vecchia, proprio sotto la Spianata. Le tombe
distrutte sono otto, molte altre quelle danneggiate. Secondo il
direttore della Moschea di al-Aqsa, Sheikh Omar al-Kiswani, le autorità
israeliane hanno detto di aver proceduto al raid perché le tombe sono
state costruite su terra di proprietà statale.
Torna così il rischio per la storia e l’identità palestinese nella zona, che nelle
intenzioni israeliane deve sparire per essere trasformata in un parco
per turisti che correrà lungo tutto il perimetro della Città Vecchia. Un
progetto nato tempo fa e che ha come obiettivo finale la creazione di
anelli intorno al cuore di Gerusalemme da riempire di parchi, siti
turistici, giardini pensili, in cui non ci sia spazio per i quartieri
palestinesi.
“Personale della cosiddetta Autorità
della Natura, insieme ad un ampio numero di forze armate, hanno compiuto
un raid nel cimitero storico di Bab al-Rahmeh e buttato giù otto
tombe”, spiega Mustafa Abu Zahra, capo del comitato per la tutela dei
cimiteri islamici di Gerusalemme. Tra questi anche il vicino cimitero di
Mamilla, il primo e più importante cimitero islamico della Città Santa
che fin dal 1948 vive una distruzione lenta ma inesorabile.
Da quasi 70 anni le autorità
israeliane hanno lavorato per farlo scomparire, distruggendo con i
bulldozer circa 1.500 tombe al posto delle quali sono sorti hotel,
scuole, parcheggi, consolati e ora anche il Museo della Tolleranza.
Dei 200 dunam originali, ne restano meno di 20. E i progetti di
costruzione continuano: a sorgere su Mamilla saranno a breve un centro
residenziale da 200 appartamenti, un centro commerciale e un hotel da
480 stanze. Nena News
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