Stati Uniti. Trump, se la presidenza è un «affare di famiglia»
Il presidente eletto Donald Trump con la famiglia (Ansa)
Venerdì scorso era già stato allontanato Chris Christie, sostituito come capo della squadra di transizione dal vicepresidente Mike Pence. Il governatore del New Jersey ha pagato lo scotto di aver mandato il padre di Kushner in prigione quando era ancora procuratore federale, condannandolo nel 2004 a due anni di carcere per evasione fiscale. Epurati anche quelli considerati a lui vicini. Rogers, che si occupava dei temi legati alla sicurezza nazionale, era dato in corsa per la guida della Cia. «A volte in politica vi sono persone che rimangono dentro e persone che vengono fatte uscire, e le persone a cui è stato chiesto di uscire hanno tutte un rapporto con Chris Christie», ha detto lo stesso Rogers alla Cnn.
Jared Kushner con la moglie Ivanka Trump, figlia del presidente eletto Donald (Ansa)
Kushner, che sovrintendeva la campagna elettorale on-line, ha esercitato finora la sua influenza da dietro le quinte: ha tessuto i rapporti con i repubblicani, scritto discorsi, detto l’ultima parola su decisioni chiave. Trump ha chiesto che sia autorizzato a partecipare (insieme al generale Flynn) ai briefing quotidiani nei quali il presidente viene messo a parte di informazioni di intelligence top-secret. Un’immagine della centralità di Kushner emerge dalle immagini trasmesse la scorsa settimana dalla Casa Bianca dopo il primo incontro tra Trump e Barack Obama. Sullo sfondo, si vedeva il capo dello staff di Obama, Denis McDoungh, con Kushner mentre i due passeggiavano sul prato della Casa Bianca. Insomma, una prova visiva a sostegno di chi ritiene che le redini effettive della transizione siano tenute da lui, insieme alla moglie Ivanka e agli altri due figli adulti di Trump, Donald jr. e Eric. Cosa che rischia di aprire un altro capitolo sul conflitto di interessi dell’amministrazione Trump, dopo quello relativo ai figli del tycoon che continueranno a guidare il suo impero economico.
Sulla transizione Trump ha provato a tranquillizzare: «È in corso un processo molto organizzato perché sto decidendo sul governo e molte altre posizioni. Sono l’unico a sapere chi sono i finalisti». Tutto secondo i piani anche stando a Rudolph Giuliani, l’ex sindaco di New York, dato tra i favoriti come segretario di Stato: «Sono cose difficili da fare. Le transizioni hanno sempre intoppi, è un processo enormemente complesso». Vari osservatori criticano l’inesperienza in politica estera di Giuliani, mentre del suo rivale, l’ex ambasciatore all’Onu John Bolton, è nota la mancanza di mezze misure: lo scorso anno disse, tra l’altro, che gli Usa avrebbero dovuto bombardare l’Iran per metter fine al suo programma nucleare.
Il genero Kushner scatena la lotta interna nel team di Donald Trump. È sempre più potente, parteciperà ai vertici Cia
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