Rapporto OCHA del periodo 18- 31 ottobre 2016 (due settimane)
Durante
il periodo di riferimento (due settimane), sono stati registrati
quattro attacchi e presunti attacchi palestinesi contro israeliani: sei i
soldati israeliani feriti, e tre gli aggressori e presunti aggressori
palestinesi (tra cui una ragazza 19enne) uccisi dalle forze israeliane.
Le aggressioni includono: uno
speronamento con auto a Beit Ummar (Hebron); una sparatoria al
checkpoint Beit El / DCO (Ramallah) ad opera di un membro della Polizia
Palestinese che ha agito di propria iniziativa; un presunto
accoltellamento al checkpoint di Za’tara (Nablus). Un altro palestinese è
stato colpito con arma da fuoco e ferito durante un tentativo di
speronamento con auto e attacco con coltello ad un posto di blocco
volante nei pressi di Ramallah: l’episodio non ha provocato feriti
israeliani.
Nel corso di scontri avvenuti nei
Territori Palestinesi Occupati (oPt), le forze israeliane hanno ucciso,
con arma da fuoco, un 15enne palestinese; altri 41 palestinesi, tra cui
13 minori e tre donne, sono stati feriti. Quattro dei ferimenti sono
avvenuti durante scontri presso la recinzione che separa Gaza da
Israele. I rimanenti feriti (37) sono stati registrati in Cisgiordania:
nel contesto di scontri scoppiati durante operazioni di ricerca-arresto;
nelle manifestazioni settimanali nei villaggi di Kafr Qaddum
(Qalqiliya) e Ni’lin (Ramallah); durante una protesta contro la
riduzione di energia elettrica nella città di Al Jiftlik (Jericho). Due
soldati israeliani sono rimasti feriti dal lancio di bottiglie
incendiarie e pietre da parte di palestinesi.
Il 20 ottobre, un 23enne palestinese è morto per le ferite riportate nel gennaio 2007, quando (aveva 14 anni),
durante un’operazione militare israeliana nella città di Ramallah, fu
colpito con arma da fuoco. Da allora, il giovane è stato ospedalizzato
per la maggior parte del tempo ed ha patito un progressivo
deterioramento delle condizioni di salute.
In Cisgiordania, le forze israeliane hanno condotto 196 operazioni di ricerca-arresto ed hanno arrestato 234 palestinesi.
Il governatorato di Gerusalemme ha registrato la più alta quota di
arresti (97) e di operazioni (56), inclusa l’incursione in una scuola
secondaria maschile a Gerusalemme Est. Inoltre, a Gerusalemme, la
polizia israeliana ha vietato a 15 palestinesi l’ingresso nella Moschea
di Al Aqsa per periodi che vanno da tre mesi a due settimane.
In sette occasioni, le forze
israeliane sono entrate nella Striscia di Gaza ed hanno livellato il
terreno ed effettuato scavi in prossimità della recinzione perimetrale.
In un caso, l’aviazione israeliana ha lanciato un missile, danneggiando
una postazione di osservazione appartenente, secondo quanto riferito,
ad un gruppo armato. L’episodio ha fatto seguito al lancio, da Gaza
verso il sud di Israele, di un missile che non ha causato feriti o
danni.
Dando seguito ad episodi di lancio di pietre contro veicoli di coloni israeliani, le
forze israeliane hanno chiuso gli ingressi principali di tre villaggi
nel governatorato di Ramallah (Deir Nidham, Umm Saffa e Silwad) e di un
quartiere di Gerusalemme Est (Jabal Al Mukabbir). Tali chiusure, che
sconvolgono l’accesso delle persone ai servizi ed ai mezzi di
sussistenza, erano ancora in vigore alla fine del periodo di riferimento
del presente Rapporto. Inoltre, dopo l’attacco con armi da fuoco al
checkpoint di Beit El / DCO [vedi primo paragrafo], l’esercito ha chiuso
il checkpoint in questione; esso controlla la strada principale che
entra in Ramallah da est.
Nella Striscia di Gaza, nelle Aree ad
Accesso Riservato (ARA) di terra e di mare, sono stati registrati
almeno 23 casi in cui le forze israeliane hanno aperto il fuoco di
avvertimento, senza provocare feriti. Due pescatori, tra cui un
ragazzo di 17 anni, sono stati costretti a togliersi i vestiti e nuotare
verso le imbarcazioni israeliane dove sono stati arrestati, mentre le
loro barche e le reti da pesca sono state sequestrate. Inoltre, secondo
quanto riferito, al valico di Erez un commerciante palestinese è stato
arrestato dalle forze israeliane.
A Gerusalemme Est ed in area C, per
mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, le autorità
israeliane hanno demolito o confiscato 18 strutture in sei comunità
palestinesi, sfollando 54 persone, tra cui 29 minori, e colpendo i mezzi
di sostentamento di altre 46. Otto delle strutture colpite – tra
cui ricoveri abitativi, latrine e una cisterna d’acqua – erano state
fornite come assistenza umanitaria in risposta a precedenti demolizioni.
Dall’inizio del 2016, ammonta a 273 il numero delle strutture
finanziate da donatori e poi distrutte o confiscate [dalle autorità
israeliane]: oltre il 150% dell’intero anno 2015. Inoltre, in un
cimitero vicino alla Città Vecchia di Gerusalemme, le forze israeliane,
insieme alla Israel Antiquities Authority, hanno danneggiato materiali
da costruzione, in quanto utilizzati per la produzione non autorizzata
di lapidi.
In cinque diverse occasioni, le forze
israeliane hanno condotto esercitazioni militari nel nord della Valle
del Giordano, in prossimità di tre comunità pastorali (Humsa al Bqai’a,
Tell al Khashabeh e Lifjim). Questi episodi non hanno comportato
sfollamenti, tuttavia sono stati segnalati danni alle strutture e
restrizioni di accesso alle zone di pascolo: coinvolte 15 famiglie.
Sono stati registrati quattro attacchi di coloni israeliani con lesioni o danni a proprietà palestinesi.
In particolare: a Silwan (Gerusalemme Est), l’aggressione fisica e il
ferimento di un bambino palestinese di 6 anni; a Nahhalin (Betlemme) la
vandalizzazione di 18 alberi; a Betlemme, danni ad un veicolo per lancio
di pietre; a Deir Ammar (Ramallah), il furto di un mulo impiegato per
la raccolta delle olive. Inoltre, nella Valle del Giordano
settentrionale, coloni israeliani hanno bloccato l’ingresso principale
della comunità pastorale di Tell al Himma; comunità che ha recentemente
subito demolizioni di vaste proporzioni.
Secondo i media israeliani, nei governatorati di Hebron e Betlemme, per
il lancio di pietre ad opera di palestinesi, sono stati feriti quattro
israeliani, tra cui tre minori, e sono stati danneggiati diversi veicoli
israeliani. Inoltre, sempre per il lancio di pietre da parte
palestinese, nel tratto che attraversa Shu’fat (Gerusalemme Est), la
metropolitana leggera ha subito danni.
Scontri tra forze di sicurezza
palestinesi e civili palestinesi sono stati segnalati nel Campo Profughi
di Balata (Nablus), con conseguenti lesioni, dovute ad inalazione di
gas lacrimogeno, per otto uomini e un bambino. Gli scontri sono
scoppiati nel corso di operazioni di ricerca-arresto svolte dalle forze
di sicurezza palestinesi all’interno del Campo Profughi.
Il valico di Rafah, sotto controllo
egiziano, è stato eccezionalmente aperto per cinque giorni (19 – 23
ottobre) in entrambe le direzioni; secondo quanto riferito, 3.176
palestinesi sono transitati da Gaza verso l’Egitto e 821 sono rientrati.
Secondo le autorità palestinesi di Gaza, circa 20.000 persone sono
registrate e in attesa di uscire da Gaza attraverso il valico di Rafah.
nota 1:
I
Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati settimanalmente in lingua
inglese, araba ed ebraica; contengono informazio-ni, corredate di dati
statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei
civili nei territori palestinesi occupati.
sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l’edizione inglese dei Rapporti.
sono scaricabili dal sito Web della Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, alla pagina:
nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]
sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti
a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.
nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.
Associazione per la pace – Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it; Web: https://sites.google.com/site/assopacerivoli
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