Rori Donaghy : Shimon Peres: fondatore di Israele, architetto dell’occupazione
Middle East Eye– mercoledì 28 settembre 2016
Per
i suoi sostenitori Peres era una colomba della pace, ma per i suoi
critici ha giocato un ruolo chiave nella costruzione di uno Stato
israeliano che opprime i palestinesi
Shimon
Peres, l’ultimo padre fondatore di Israele, è morto mercoledì all’età
di 93 anni dopo che le sue condizioni sono rapidamente peggiorate in
seguito a un grave ictus due settimane fa.
I
leader mondiali hanno riservato elogi a Peres, compreso l’ex presidente
americano Bill Clinton, che lo ha descritto come una “colomba della
pace” per il suo ruolo negli accordi di Oslo del 1993 – le prime intese
tra leader israeliani e palestinesi, che lo hanno portato a vincere il
Nobel per la pace collettivo un anno dopo.
Tuttavia
gli elogi non sono stati universali, con critiche che hanno
sottolineato il suo ruolo nello sviluppo delle prime colonie israeliane e
come primo ministro nel 1996, quando le truppe israeliane massacrarono
154 civili libanesi nella cosiddetta “Operazione Grappoli d’ira”.
Il
primo ministro palestinese Mahmoud Abbas, del partito Fatah della
Cisgiordania, ha osannato Peres come un “coraggioso”, mentre i suoi
rivali di Hamas a Gaza lo hanno definito un “criminale”.
Nato
Szymon Perski nel 1923, Peres nel 1934, all’età di 11 anni, si spostò
con la sua famiglia dalla terra natale in Polonia verso quello che era
allora il Mandato Britannico della Palestina. Dopo essere cresciuto in
un kibbutz, Peres si unì al connazionale polacco e in seguito sodale
politico David Ben-Gurion, che sarebbe poi diventato il primo premier di
Israele.
Peres
è stato spesso lodato come uomo che ha dedicato la sua vita a cercare
la pace tra israeliani e palestinesi, rifiutando di rinunciare a
concludere un accordo fin quando ha iniziato il suoi ultimi dieci anni
di vita.
Durante
un discorso nel 2014 al memoriale di Yitzhak Rabin – l’ex-primo
ministro israeliano che fu assassinato nel 1995 per aver firmato gli
accordi di Oslo – Peres incitò il popolo a non rinunciare alla pace.
“La
pace è diventata una parola offensiva,” ha detto a migliaia di persone
che si erano riunite a Tel Aviv. “Ci sono quelli che dicono che chi
crede nella pace è un ingenuo, non è un patriota, un illuso. Ma io dico a
voce alta che gli illusi sono quelli che rinunciano alla pace.”
Il
tono poetico delle parole di Peres ha spesso guadagnato le prime
pagine, valendogli un’immagine di voce della ragione in un conflitto
apparentemente irrisolvibile. Tuttavia durante la sua lunga vita di
dirigente politico l’eredità di Peres si è costruita attraverso il suo
coinvolgimento in decisioni e progetti lontano dai riflettori delle
riprese televisive.
Prima
della fondazione di Israele a danno della Palestina nel 1948, Peres era
un membro dell’Haganah – una milizia ebraica clandestina – e nonostante
avesse solo 20 anni venne assegnato al ruolo fondamentale di comprare
armamenti e munizioni per la guerra che alla fine portò alle uccisioni
in massa e all’espulsione di più di 700.000 palestinesi.
La bomba di Israele
Dopo
aver svolto egregiamente il suo ruolo nell’Haganah, nel 1953 fu
nominato direttore generale del ministero della Difesa di Israele, dove
avrebbe continuato a giocare un ruolo cruciale nello sviluppo di un
reattore nucleare segreto nella città di Dimona, nel deserto meridionale
del Negev.
Anche
se un giorno sarebbe diventato il nono presidente di Israele, così come
sarebbe stato per due volte primo ministro, il suo ruolo nello sviluppo
delle armi nucleari di Israele, che furono testate per la prima volta
negli anni ’60, ha consacrato Israele come una importante potenza
militare al di fuori di ogni controllo internazionale.
Più
tardi, come ministro della Difesa nel 1975, Peres si incontrò con il
governo sudafricano dell’apartheid e offrì di vendergli testate
nucleari. Desideroso di mantenere nascoste le proprie attività nucleari,
nel 1986 Peres autorizzò la caccia ed il rapimento da parte dei servizi
segreti israeliani della “gola profonda” Mordechai Vanunu [che rivelò
al Sunday Times
che Israele aveva la bomba atomica e per questo venne rapito a Roma,
portato in Israele e condannato per tradimento e spionaggio . Ndtr.],
che avrebbe passato 18 anni di prigione.
L’artefice della colonizzazione
Peres
potrebbe un giorno essere visto come un patrimonio nazionale non solo
in Israele, bensì anche a livello internazionale, ma ha giocato un ruolo
cruciale nello sviluppo delle colonie illegali ebraiche israeliane
sulla terra della Cisgiordania palestinese, avendo notoriamente adottato
lo slogan “Colonie ovunque” quando era ministro della Difesa negli anni
’70.
Il
suo ruolo nell’estensione del controllo israeliano sulla terra
palestinese sarebbe continuato con gli accordi di Oslo, perché, benché
fossero lodati come un passo verso la pace, la divisione della
Cisgiordania in tre zone alla fine ha fornito la base per il controllo
israeliano sulla maggior parte di quello che avrebbe dovuto essere lo
Stato palestinese.
Gli
accordi hanno portato alla divisione della Cisgiordania in tre zone -A,
B e C – e si riteneva che sarebbero durati cinque anni. Ma queste zone
continuano ad essere la base su cui la Cisgiordania è governata, con
l’area C – sotto totale controllo israeliano – che costituisce poco più
del 60% del totale della Cisgiordania.
Massacro di Qana
Da
molti critici Peres sarà anche ricordato per il suo ruolo nel massacro
di 154 civili libanesi in un attacco ad un villaggio durante
l’operazione militare di Israele del 1996 contro Hezbollah [milizia
sciita libanese. Ndtr.] nota come “Operazione Grappoli d’ira”.
Peres
era il primo ministro di Israele quando il suo esercito attaccò il
villaggio di Qana il 18 aprile 1996, bombardando un edificio delle
Nazioni Unite in cui circa 800 civili si erano rifugiati per sfuggire ai
bombardamenti israeliani
Quando
gli fu chiesto dell’attacco contro Qana – che egli difese come un
errore – Peres più tardi disse: “Tutto è stato fatto in base ad una
chiara logica e in modo responsabile. Ho la coscienza a posto.”
E’
questa narrazione alternativa della vita e dell’eredità di Peres che
comporta il fatto che egli non sarà elogiato dai palestinesi a da molti
altri.
Reazioni arabe
Mentre
i media in lingua inglese insistono con l’immagine di Peres come una
colomba della pace, mercoledì i mezzi di informazione arabi hanno
presentato un’altra immagine quando hanno informato della sua morte.
Sky
News in arabo ha descritto Peres come un “padrino” del programma per la
produzione delle armi nucleari di Israele e come il “fondatore delle
colonie”. Al Jazeera in arabo lo ha etichettato come un “assassino di
massa” che è stato “incoronato con il Premio Nobel”.
La
dirigenza dell’Autorità Nazionale Palestinese – che Peres ha
contribuito a creare – è stata più elogiativa a proposito del defunto
leader israeliano: un importante consigliere del presidente Mahmoud
Abbas lo ha descritto come un “uomo di pace”.
“Il
suo decesso è sicuramente una grande perdita per l’umanità e per la
regione,” ha detto al Jerusalem Post [giornale israeliano in lingua
inglese. Ndtr.] Majdi al-Kahlidi, consigliere diplomatico di Abbas.
Tuttavia Awni Almashni, membro di Fatah, il partito di Abbas, ha detto a MEE che Peres era “un nemico del popolo palestinese.”
“Peres credeva nella pace, ma nel senso israeliano, che concede a Israele il potere e il controllo sulla terra,” ha affermato. “Non lo vediamo come un pacificatore.”
Il movimento Hamas di Gaza, fiero rivale di Abbas, ha descritto Peres come un “criminale” della cui morte è “molto contento”.
Il
portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri ha detto all’Associated Press
[agenzia di stampa statunitense. Ndtr]: “Shimon Peres è stato l’ultima
personalità importante israeliana rimasta ad aver dato vita
all’occupazione, e la sua morte rappresenta la fine di un periodo nella
storia di questa occupazione e l’inizio di una nuova fase di
indebolimento.”
Il
funerale di Peres avrà luogo venerdì nel cimitero nazionale israeliano
sul monte Herzl a Gerusalemme, a cui si pensa parteciperanno dirigenti
politici da tutto il mondo.
Ma
uno che non ci sarà è il politico israeliano-palestinese Basil Ghattas,
che ha provocato scandalo in Israele quando ha reagito all’ictus di
Peres del 14 settembre scrivendo su Facebook che non sarebbe “corso a
partecipare” a un ” festival di dolore e di lutto”.
“Peres
era uno dei più poderosi pilastri dell’impresa del colonialismo
d’insediamento sionista,” ha scritto il deputato della Knesset [il
parlamento israeliano. Ndtr.]. “Uno dei più spietati, estremisti e
dannosi per la nazione palestinese.”
“Peres è coperto dalla testa ai piedi del nostro sangue.”
Contattato mercoledì da MEE, Ghattas ha detto che non avrebbe potuto aggiungere niente a quello che aveva già detto su Facebook.
Diana
Buttu, una ex-negoziatrice palestinese, ha detto a MEE che il torrente
di elogi per Peres ignora la sua reale vita – e che le sue azioni
rappresentano crimini di guerra.
“Non
è abbastanza chiamare Peres un criminale di guerra perché gliela
farebbe passare liscia – egli va oltre,” ha affermato. “Peres ha messo
in atto tutta una serie di crimini di guerra da parte di Israele
avvenuti senza che ne dovesse rispondere.”
“Quello
per cui Peres dovrebbe essere ricordato non è solo il fatto di essere
un criminale di guerra ma di aver svuotato di ogni significato la parola
‘pace’. Pace ora può significare pulizia etnica, appoggio
all’espansione delle colonie, il bombardamento di un edificio dell’ONU e
il possesso di un arsenale nucleare senza essere oggetto di alcuna
ispezione internazionale.”
“Pace può significare contravvenire alle leggi internazionali – è per questo che Peres dovrebbe essere ricordato.”
La
palestinese Nabila Espanioly, un’attivista femminista del partito
Hadash, ha detto a MEE che Peres era “innanzitutto un leader sionista.”
“La
sua eredità è rappresentata da massacri e discriminazione,” ha
affermato. “Ha fatto un passo verso la pace ma non ha cambiato niente in
concreto, tranne la confisca di sempre più terra palestinese.”
“Fino
ai suoi ultimi giorni Peres ha affermato il suo impegno per la pace, ma
ha sempre avuto chiaro in mente che il popolo ebraico era la sua
priorità in ogni possibile accordo.”
Nel
2014 ha detto: “La principale priorità è preservare Israele come Stato
ebraico. Questo è il nostro principale obiettivo, per il quale stiamo
lottando.”
(traduzione di Amedeo Rossi)
Shimon
Peres: fondatore di Israele, architetto dell’occupazione
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