Ramzy Baroud: Gerusalemme Est è occupata illegalmente
Chissà se, prima di lasciarsi andare a un immotivato accesso di rabbia, il Presidente del Consiglio Italiano Matteo Renzi avrà letto il testo integrale della risoluzione UNESCO su Palestina e Israele? E’ questa la domanda dell’analista Ramzy Baroud
di Ramzy Baroud*
Roma, 27 ottobre 2016, Nena News – Chissà se, prima di lasciarsi andare a un immotivato accesso di rabbia, il Presidente del Consiglio Italiano Matteo Renzi avrà letto il testo integrale della risoluzione UNESCO su Palestina e Israele? “È stato fatto un errore, la risoluzione è allucinante,” ha dichiarato.
“Non si può continuare con queste mozioni, una volta all’Onu, una volta all’Unesco contro Israele. Ho chiesto espressamente ai nostri di smetterla con queste posizioni (si riferisce all’astensione da parte del suo Paese). Se c’è da rompere su questo l’unità europea che si rompa”, ha aggiunto. Renzi, diventato Primo Ministro dal 2014 a 39 anni, sa esattamente come funzionano le cose. Per entrare nelle grazie di Washington, deve prima accattivarsi le simpatie di Tel Aviv.
Il 12 ottobre, l’Italia si era astenuta su una risoluzione per la condanna delle violazioni perpetrate da Israele a Gerusalemme Est Occupata. Una decisione che ha scatenato le ire di Ofer Zaks, Ambasciatore Israeliano a Roma, che ha incitato la comunità ebraica in Italia alla protesta. Renzi, a sua volta, si è trasformato nel paladino del “Monte del Tempio”, il nome che Israele usa per descrivere il sito sacro Palestinese e musulmano.
Vigliaccamente, si è messo sulla difensiva senza comprendere appieno la natura della risoluzione, che condannava solo le palesi violazioni del diritto internazionale perpetrate da Israele e chiedeva il rispetto degli elementi della cultura palestinese nella città occupata.
La risoluzione (che ha raccolto il voto favorevole di 24 paesi ed è stata respinta da 6 paesi, con 26 astenuti) non viola nessun protocollo ed è assolutamente coerente con le norme di diritto internazionale. L’UNESCO non ha fatto altro che il suo lavoro: tentare di proteggere e preservare il patrimonio storico e culturale nel mondo.
Gerusalemme è una città sacra per larga parte dell’umanità, semplicemente perché ha un valore spirituale per i fedeli delle tre grandi religioni monoteiste. Questo è, infatti, quanto contenuto nella risoluzione:
“Affermando l’importanza che Gerusalemme e le proprie mura detengono per le tre religioni monoteiste…”
Lo sfogo di Renzi è quanto meno inopportuno; evidentemente il giovane e ambizioso politico voleva mettersi in luce agli occhi di Israele, e dunque degli Stati Uniti, senza capire totalmente, e neanche parzialmente, il contenuto della mozione. Non sembra neanche sapere che il testo è solo il frutto di una discussione avviata in seno all’organizzazione delle Nazioni Unite a partire dal mese di aprile.
“Se qualcuno vuole criticare Israele lo faccia, ma non strumentalizzi l’UNESCO… Sostenere che Gerusalemme e l’ebraismo non hanno una relazione è sostenere che il sole fa buio,” ha dichiarato, parafrasando il risentimento espresso dal Primo Ministro Israeliano.
Sarebbe davvero triste, da parte di Renzi, voler vedere in Benjamin Netanyahu una sorta di mentore, visto che si tratta di uno dei politici meno amati del pianeta, che si è fatto beffe di tutti i forum internazionali e ha descritto le Nazioni Unite come un’“organizzazione antisemita” che opera scelte degne del “teatro dell’assurdo”.
È stata questa la reazione di Netanyahu alla risoluzione, prima di sospendere i rapporti con l’UNESCO. Usando un linguaggio grottesco come quello sfoderato per descrivere l’atomica iraniana nel famoso show alle Nazioni Unite del 2012, ha affermato:
“Sostenere che Israele non ha legami con il Monte del Tempio e il Muro del Pianto equivale a dire che la Cina non ha legami con la Grande Muraglia o l’Egitto con le Piramidi.”
Subito, altri politici israeliani si sono uniti al coro delle denunce, compreso il Presidente d Israele Reuven Rivilin, che ha definito la decisione dell’UNESCO come “imbarazzante”. Il Ministro della Cultura Miri Regev è andato dritto al punto, parlando di risoluzione “vergognosa e antisemita.”
E Renzi non è l’unico ad aver avuto una reazione spropositata: anche gli Stati Uniti e altri governi occidentali hanno dimostrato una rabbia immotivata, decontestualizzando i fatti dalla situazione che ha portato alla risoluzione ONU e alle altre risoluzioni in passato.
Il parlamento Ceco ha votato la condanna di quello che descrive come un “sentimento di odio verso Israele”.
Ho letto più volte la risoluzione, in cerca di elementi che giustificassero le dichiarazioni degli amici di Israele, ma senza successo. Il testo muove da convenzioni, risoluzioni e norme di diritto internazionale e si riferisce a Israele come a una “potenza occupante”, come previsto dalla Convenzione di Ginevra.
La rabbia di Italia, Repubblica Ceca e Stati Uniti non ha senso e, in massima parte, non è che teatrino politico.
Ovviamente, nessuno ha analizzato il contesto generale.
Israele tenta con ogni mezzo di appropriarsi del patrimonio islamico e cristiano a Gerusalemme Est, città “illegalmente occupata” secondo il diritto internazionale.
L’esercito e la polizia hanno imposto restrizioni al diritto di movimento per i fedeli palestinesi e sono iniziati gli scavi sotto le fondamenta del terzo santuario dell’Islam, Haram al-Sharif, alla ricerca di un tempio mitologico.
Nel frattempo, numerosi palestinesi, che tentavano di difendere la Moschea dagli attacchi condotti dalle forze di occupazione israeliana e da gruppi di fondamentalisti ebraici, sono stati uccisi.
Come ha reagito l’UNESCO?
Semplicemente, la risoluzione ‘chiede a Israele’ “di ripristinare lo status quo precedente al Settembre 2000, secondo il quale il dipartimento giordano Awqaf (Fondazione religiosa) esercitava autorità esclusiva sulla Moschea Al-Aqsa/Al-Haram AlSharif.”
Inoltre, “insiste sull’urgenza di implementare la missione di monitoraggio attivo nella città vecchia di Gerusalemme e nelle proprie mura.”
Dove sarebbero l’‘odio’ e l’‘antisemitismo’?
La rabbia di Israele è ovviamente comprensibile. Per quasi 50 anni, dopo aver illegalmente occupato e annesso la città araba palestinese, ha fatto di tutto per spogliarla della sua universalità e del suo patrimonio arabo e trasformarla in un luogo legato solo all’ebraismo, come si evince dalla formula ‘la capitale eterna e indivisibile’.
Israele è furioso perché, dopo 50 anni di politiche orientate in questa direzione, l’UNESCO e l’ONU hanno dimostrato di non accettare le sue categorie concettuali. Nel 2011, dopo l’ammissione della ‘Palestina’ in qualità di Stato membro, Israele ha inveito allo stesso modo, ottenendo il taglio dei fondi all’UNESCO da parte delle Nazioni Unite.
Dall’ultima risoluzione, si evince che Israele e USA non sono riusciti a piegare l’UNESCO.
La furia di Tel Aviv si deve anche alla scelta di utilizzare le definizioni arabe per indicare Haram al-Sharif, la Moschea di Al-Aqsa e altri siti islamici. Allo stesso modo in cui ci si riferisce alle Piramidi di Giza in Egitto e alla Grande Muraglia Cinese con i loro veri nomi, senza per questo essere antisemiti.
Dal momento del suo insediamento sulle città e sui villaggi palestinesi, Israele ha modificato tutta la toponomastica araba con alternative ebraiche. Negli ultimi anni, si è assistito a una massiccia giudaizzazione di siti arabi cristiani e islamici, di strade e santuari, in una campagna sostenuta e portata avanti dalla destra israeliana e dai gruppi ultranazionalisti.
A essere davvero assurda sarebbe stata la scelta, da parte dell’UNESCO, di utilizzare questa terminologia.
La risoluzione dell’UNESCO andrebbe prima di tutto rispettata; non solo, andrebbero trovati dei meccanismi pratici per mettere in pratica le raccomandazioni. A Israele, la potenza occupante, dovrebbe essere impedito di assediare i santuari delle due principali religioni mondiali, di restringere la libertà di movimento e attaccare i fedeli, di annettere territori occupati e distruggere un patrimonio spirituale che appartiene a tutta l’umanità. Nena News
* (traduzione di Romana Rubeo)
http://nena-news.it/unesco-ramzy-baroud-gerusalemme-est-e-occupata-illegalmente/
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