Li chiamano “cimiteri dei numeri”, sono i luoghi dove vengono interrati i corpi dei “nemici” di Israele, e per lo più sono palestinesi. Poco si conosce di queste fosse comuni, anche se grazie alle ricerche dei giornalisti israeliani e internazionali sarebbe stati individuati quattro siti. di Simone Ogno Due si troverebbero nella Jordan Valley - nei dintorni di Adam Bridge e Refedeem -, un altro a Banat Yacoub Bridge, al confine con il Libano, l’ultimo nei pressi di Wadi al Hamam in Galilea. L’incertezza aleggia anche sulle cifre, numeri che oscillano tra le cinquecento e le mille unità, c’è chi ipotizza al rialzo; fonti palestinesi parlano di 338 corpi, ai quali si andrebbero ad aggiungere 195 appartenenti ad altre nazionalità: libanesi, siriani, egiziani, sudanesi. Tutti individui uccisi dall’esercito israeliano durante scontri a fuoco, rivolte, manifestazioni. La particolarità del nome è strettamente collegata alla barbarie dell’atto. Un tribunale militare israelian
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