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Moni Ovadia: "Ma da ebreo dico: bene restituire dignità ai palestinesi"


 
 
 
 
 
 
L'attore, regista, scrittore e compositore italiano: "la cosa opportuna da fare sarebbe convocare una conferenza di pace in Europa"
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L'attore, regista, scrittore e compositore italiano: "La cosa opportuna da fare sarebbe convocare una conferenza di pace in Europa"
MILANO. "A me dispiace perché Matteo Renzi sta facendo il solito gioco poco intelligente che in realtà fa molto male proprio a Israele", dice Moni Ovadia, attore, drammaturgo, uomo di sinistra e soprattutto ebreo appassionato alle vicende legate al proprio popolo.

Il premier ha detto che quella risoluzione dell'Unesco era finalizzata ad attaccare Israele, cosa ne pensa?
"Sta per caso ricambiando gli Stati Uniti per lo spot di Obama al Sì al referendum? Scherzi a parte, la cosa opportuna da fare sarebbe invece convocare una conferenza di pace in Europa. Perché fu proprio in Europa che avvenne l'Olocausto: il nostro Continente ha un debito morale in questo senso".

Ma la questione di non aver nominato il Muro del Pianto nella risoluzione, utilizzando la dizione araba, per lei è importante?
"Attaccarsi a queste cose, come fa Netanyahu, è propaganda nazionalista. Lui è un uomo di destra che parla di un presunto "diritto divino" degli ebrei su quella terra, e in nome di ciò mette in discussione la legittimità di esistere dei palestinesi. I quali sono stati vessati, espropriati delle proprie terre, vivono in una prigione a cielo aperto, isolati dalla comunità internazionale. Ad oggi ci sono 500mila coloni che si sono insediati illegalmente in territori che non gli spettano. Si chiama occupazione. Ci rendiamo conto?".

Però esiste il "legame millenario" tra ebrei e Gerusalemme? Legame che non sarebbe stato tenuto di conto dall'Unesco, sempre secondo Israele.
"Naturalmente c'è ma qui siamo di fronte alla strumentalizzazione politica di un premier che, di fatto, non vuole riconoscere dignità alla Palestina. Ben venga invece che l'Unesco abbia avuto questa sensibilità".

È possibile contestare la politica di Israele senza passare per antisemiti?
"Sta diventando sempre più difficile. Io per anni ho criticato Silvio Berlusconi, per caso ero anti-italiano? Allora, da ebreo, so e dico che nel Talmud il nazionalismo è considerato idolatria. Aggiungo che la retorica della terra e del sangue, di un passato sacrale, è la stessa che poi ha generato il nazismo. E infine l'etica ebraica rifiuta ogni oppressione. Chi oggi più o meno direttamente spalleggia il governo israeliano non vuole il bene del Paese".

Lo Stato di Israele invece, secondo lei, ha una legittimità oppure no?
"Ce l'ha e trae origine dalla risoluzione 181 del '47 dell'Onu. Quando David Ben Gurion ne annunciò la firma fu un tripudio di felicità per tutto gli ebrei del mondo. Adesso chi governa Israele non può atteggiarsi come un organismo al di sopra delle regole internazionali"

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