La mamma di Vik scrive a Mogherini: Israele non fermi la Barca delle donne per Gaza
L'appello
di Egidia Beretta, madre dell'attivista italiano Vittorio Arrigoni,
morto a Gaza, che chiede l'intervento dell'Rappresentante dell’Unione
Europea per gli Affari Esteri
L'appello di Egidia Beretta,
madre dell'attivista italiano Vittorio Arrigoni, morto a Gaza, che
chiede l'intervento dell'Rappresentante dell’Unione Europea per gli
Affari Esteri
Zaytouna, la Barca delle donne per Gaza
globalist
4 ottobre 2016
Egidia Beretta, madre dell’attivista italiano
Vittorio Arrigoni, morto a Gaza, ha scritto a Federica Mogherini, Matteo
Renzi e Paolo Gentiloni per chiedere il loro intervento per impedire
alla Marina israeliana di assaltare la Zaytouna, imbarcazione di Freedom
Flotilla Coalition, denominata anche la Barca delle donne per Gaza, che
sta navigando verso la Striscia di Gaza. Di seguito la sua mail:
Chiedo il Vostro intervento urgente per far sì che la Marina israeliana non assalti la barca della missione della Freedom Flotilla Coalition, denominata “Barca delle Donne per Gaza”, in navigazione verso la Striscia di Gaza, non la dirotti verso un porto israeliano e non arresti né deporti le 13 donne che sono a bordo, così come ordinato dal Governo israeliano alle sue Forze navali.
Tra loro, vi sono: un Premio Nobel, parlamentari, un’olimpionica, un’ex Colonnello statunitense, delle giornaliste, un medico e tre membri dell’equipaggio.
Vi ricordo che tutte le barche delle numerose missioni della Freedom Flotilla Coalition non sono dirette in Israele, bensì a Gaza, navigando in acque internazionali, per, poi, arrivare, direttamente, nelle acque di Gaza. Non vi è, quindi, alcun pericolo per Israele. Quello che il Governo israeliano si appresterebbe a fare, dunque, si configurerebbe come un vero e proprio atto di pirateria marittima.
Le missioni della Freedom Flotilla Coalition sono tese a porre l’attenzione sull’assedio illegale (Articolo 41 della Carta dell’ONU) imposto da Israele alla Striscia di Gaza: una vera e propria punizione collettiva per i Palestinesi di quella che è considerata, internazionalmente, “una prigione a cielo aperto”.
In particolare, la pacifica Zaytouna – Oliva porta con sé un messaggio di solidarietà per le donne palestinesi che più risentono del peso di una situazione durissima.
Resto in attesa di una vostra forte dichiarazione.
Distinti saluti
Egidia Beretta - già Sindaco di Bulciago (Lecco)
Chiedo il Vostro intervento urgente per far sì che la Marina israeliana non assalti la barca della missione della Freedom Flotilla Coalition, denominata “Barca delle Donne per Gaza”, in navigazione verso la Striscia di Gaza, non la dirotti verso un porto israeliano e non arresti né deporti le 13 donne che sono a bordo, così come ordinato dal Governo israeliano alle sue Forze navali.
Tra loro, vi sono: un Premio Nobel, parlamentari, un’olimpionica, un’ex Colonnello statunitense, delle giornaliste, un medico e tre membri dell’equipaggio.
Vi ricordo che tutte le barche delle numerose missioni della Freedom Flotilla Coalition non sono dirette in Israele, bensì a Gaza, navigando in acque internazionali, per, poi, arrivare, direttamente, nelle acque di Gaza. Non vi è, quindi, alcun pericolo per Israele. Quello che il Governo israeliano si appresterebbe a fare, dunque, si configurerebbe come un vero e proprio atto di pirateria marittima.
Le missioni della Freedom Flotilla Coalition sono tese a porre l’attenzione sull’assedio illegale (Articolo 41 della Carta dell’ONU) imposto da Israele alla Striscia di Gaza: una vera e propria punizione collettiva per i Palestinesi di quella che è considerata, internazionalmente, “una prigione a cielo aperto”.
In particolare, la pacifica Zaytouna – Oliva porta con sé un messaggio di solidarietà per le donne palestinesi che più risentono del peso di una situazione durissima.
Resto in attesa di una vostra forte dichiarazione.
Distinti saluti
Egidia Beretta - già Sindaco di Bulciago (Lecco)
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