La
conquista da parte del movimento dei coloni dei migliori posti
nell’apparato della sicurezza riflette la tendenza generale nella
società israeliana. Jonathan…
invictapalestina.wordpress.com
Gerusalemme – I posti migliori nella polizia nazionale israeliana
sono ora nelle mani dei coloni integralisti religiosi che stanno
cercando di apportare modifiche “allarmanti” all’attività di polizia in
Israele e nei Territori Occupati, mettono in guardia gli oppositori. La crescente influenza del movimento dei coloni è stato messo in
evidenza questo mese dalla nomina di Rahamim Brachyahu a rabbino capo
del corpo di polizia. Vive a Talmon, un insediamento vicino alla città
palestinese di Ramallah, in Cisgiordania.
Roni Alsheikh, nominato capo della polizia alla fine dello scorso
anno, ha vissuto per molti anni in uno degli insediamenti più violenti,
Kiryat Arba, vicino a Hebron. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz,
Alsheikh ha esercitato forti pressioni perché Brachyahu ottenesse la
carica di rabbino capo.
“I rapporti tra polizia e cittadini palestinesi sono già
disastrosi, ma la situazione si deteriorerà molto di più se l’ideologia
dei coloni dovesse diventare la norma nella polizia.” Aida Touma-Suleiman, membro della Knesset israeliana
E’ la prima volta che membri della comunità dei coloni religiosi
ottengono uno di questi posti al vertice. Entrambi hanno espresso il
loro impegno nel voler accelerare un programma chiamato Believers in the
Police (Credenti nella Polizia), avviato cinque anni fa per reclutare i
coloni e farli avanzare rapidamente nella carriera fino al grado di
ufficiale. Brachyahu ha descritto l’afflusso di coloni religiosi nella polizia
come “una bella collaborazione, che porta qualcosa di divino in qualcosa
che storicamente ha funzionato come non divino.” Ha inoltre dichiarato la sua intenzione di porre un maggiore accento
sulla legge religiosa ebraica, o halakhà, nel lavoro di polizia. Il suo
obiettivo, ha dichiarato, è quello di creare un libro di precetti
biblici e rabbinici ad uso di tutti gli agenti di polizia nello
svolgimento delle loro funzioni. Cosa che ha suscitato profonda preoccupazione tra i dirigenti
palestinesi, visto che Brachyahu ha preso le difese di un noto manuale
rabbinico per i coloni, conosciuto come la King’s Torah, in cui si
sostiene che la legge religiosa ebraica giustifica l’uccisione dei
palestinesi come misura preventiva – compresi i bambini nel caso
comincino a diventare “terroristi”. “Fondamentalisti religiosi, i coloni ultranazionalisti stanno
guadagnando potere in molti settori della vita pubblica in Israele,” ha
detto ad Al Jazeera Aida Touma-Suleiman, membro palestinese del
parlamento israeliano. “Ma particolarmente allarmante è la trasformazione della polizia,
perché dovrebbe essere un’agenzia civile. Ora nella polizia è in atto
una lotta su cosa debba avere la priorità…La legge di Dio o la legge
dello Stato.” La leadership dei coloni non ha mai nascosto le sue intenzioni di voler dominare le forze di polizia [EPA]La
progressiva infiltrazione di coloni religiosi nella polizia rispecchia
un processo simile iniziato vent’anni fa nell’esercito israeliano, ha
osservato Jafar Farah, direttore di Mossawa – un gruppo di pressione
politica della grande minoranza palestinese di Israele.
Anche se la cosiddetta comunità religiosa nazionale – che aderisce
all’ideologia dei coloni – costituisce solo il 10% della popolazione di
Israele, dati recenti indicano che almeno la metà di tutte le nuove
reclute dell’esercito vengono dalle sue fila. “Non c’è una evidente
coalizione di interessi tra il governo di destra e la leadership dei
coloni per inserire i propri uomini in posizioni alte nelle principali
istituzioni dello stato, compresi i servizi di sicurezza, i tribunali e i
media”, ha dichiarato ad Al Jazeera.“L’obiettivo è quello di controllare i processi decisionali e il discorso pubblico in Israele”. I Believers in the Police puntano sui coloni che hanno già servito
nell’esercito. Il programma prevede di preparare 500 laureati nel corso
dei prossimi cinque anni e piazzarli in posti di responsabilità. Tra gli
insegnanti al corso biennale c’è Dov Lior, rabbino di Kiryat Araba,
antico insediamento di Alsheikh. Lior è stato uno dei molti rabbini
anziani che hanno approvato la King’s Torah. Nel tentativo di incrementare il numero degli arruolati fra i coloni
religiosi nel programma di Believers in the Police, all’inizio di
quest’anno è stato realizzato un video di reclutamento utilizzando
esclusivamente riprese di azioni di polizia contro i palestinesi. Tra le
varie attività si vedono demolizioni di case beduine, razzie nella
moschea di al-Aqsa a Gerusalemme, azioni in attacchi terroristici e
controlli di carte d’identità palestinesi. Micky Rosenfeld, un portavoce della polizia, si è rifiutato di
parlare del programma dei Believers in the Police, ma ha detto ad Al
Jazeera che la nomina di Brachyahu è avvenuta dopo “un attento processo
di selezione che lo ha considerato la persona giusta per occupare questo
ruolo nella polizia nazionale”. La polizia israeliana opera sotto pieno controllo israeliano sia
all’interno di Israele che in alcune parti dei Territori Occupati,
compresa Gerusalemme e gli insediamenti nella Cisgiordania orientale. Il
corpo di polizia è stato a lungo criticato per la corruzione e il
maltrattamento dei palestinesi. VIDEO – Filmato originale: Coloni israeliani camminano all’interno del complesso della Moschea Al Aqsa Una commissione giudiziaria di inchiesta, nel 2004, ha concluso che
la polizia è istituzionalmente razzista e vede i palestinesi, che
rappresentano il quinto dei cittadini di Israele, come “il nemico”.
Farah ha notato che nel corso degli ultimi 16 anni decine di cittadini
palestinesi sono morti in circostanze inspiegabili per mano della
polizia. Ma la crescente presenza di estremisti religiosi nella forza non fa altro che aggiungere preoccupazione. “Le relazioni tra la polizia e i cittadini palestinesi sono già
disastrose”, ha detto Touma-Suleiman. “Ma la situazione si deteriorerà
molto di più se l’ideologia dei coloni dovesse diventare la norma nella
polizia.” Statistiche pubblicate l’estate scorsa hanno mostrato che negli
ultimi quattro anni, fino al 2015, circa il 60 % degli arresti
effettuati dalla polizia sono stati di non ebrei – il che significa che
per i palestinesi le probabilità di essere detenuti è di tre volte
maggiore rispetto ai cittadini ebrei. Yossi Gurvitz, un giornalista israeliano e ricercatore sul fenomeno
dei coloni, ha dichiarato ad Al Jazeera: “I palestinesi stanno già
affrontando la brutalità della polizia. C’è da temere che il livello di
brutalità possa aumentare.” In una delle sue prime dichiarazioni dopo la
sua nomina, Alsheikh ha sostenuto che i palestinesi non hanno sofferto
lutti quanto gli ebrei. Aggiungendo: “I nostri nemici hanno scelto di
santificare la morte.” A marzo ha pure chiuso un progetto di dialogo che andava avanti da 12
anni, con cui si cercava di ridurre gli attriti tra la polizia e le
comunità palestinesi in Israele. I leader palestinesi temono che la crescente presenza di coloni
estremisti nelle file della polizia abbia incoraggiato i giovani coloni
che stanno dietro alla recente ondata di violenza contro i palestinesi,
sia in Cisgiordania che in Israele. La polizia è stata accusata di non
aver provveduto a indagare sugli attacchi che comprendono anche gli
incendi di moschee e di chiese. Farah ha detto che la crescente influenza dei coloni contribuisce al
“senso di impunità” per la violenza sia dei coloni che degli agenti di
polizia. Dando segno della loro crescente fiducia, coloni violenti, lo
scorso anno diedero fuoco ad una casa nel villaggio palestinese di Duma,
uccidendo tre membri della famiglia Dawabshe, tra cui un bambino.
Diversi leader dei coloni, strettamente coinvolti con i Believers in the
Police, hanno negato che l’attacco di Duma sia stato un atto di
terrorismo. Fra di loro c’è Eli Ben Dahan, un colono rabbino ora ministro
responsabile dell’amministrazione militare nei Territori Occupati. Ha
definito i palestinesi “subumani”. Un altro probabile punto infiammabile
è il controllo di polizia del complesso della moschea di Al-Aqsa nella
città vecchia di Gerusalemme. La polizia israeliana ne controlla l’accesso e sta permettendo ad un
numero sempre maggiore di coloni religiosi di entrare nel sito. Inclusi
coloni impegnati nella distruzione della moschea per sostituirla con un
tempio ebraico. Tali visite hanno generato ripetuti scontri tra palestinesi e
polizia, e sono considerate responsabili della gran quantità di
attacchi di cosiddetti “lupi solitari” palestinesi che si sono avuti lo
scorso anno a Gerusalemme e nella Cisgiordania. I coloni politici coinvolti nel programma dei Believers, come Uri
Ariel e Bezalel Smotrich, hanno chiesto per gli ebrei il diritto legale
di pregare nel complesso di al-Aqsa, nonostante il probabile pericolo
che questo possa scatenare disordini nella regione. La leadership dei coloni non ha mai nascosto le sue intenzioni di voler dominare le forze di polizia. In un’intervista del 2011, Nahi Eyal, fondatore dei Believers in the
Police, disse che il suo scopo era quello di aiutare la comunità dei
coloni a “trovare la strada nelle fila del comando”. Dichiarò ai media
israeliani di aver raggiunto questa conclusione dopo che suo figlio era
stato gravemente ferito in scontri con la polizia, a causa della
distruzione di un pugno di case in un piccolo insediamento in
Cisgiordania nel 2006. “Se si vuole cambiare qualcosa, lo si deve fare
da all’interno dell’organizzazione “, ha dichiarato – si direbbe facendo
riferimento al fatto di voler sventare i futuri sforzi della polizia
nel prendersela con i coloni. “Bisogna entrare [nella polizia] e
comandarla.” Il movimento dei coloni ha di recente conquistato posti al vertice di
altri importanti servizi di sicurezza israeliani, tra cui l’agenzia di
spionaggio del Mossad e l’agenzia di intelligence interna Shin Bet.
Gurvitz ha detto che la conquista di rami dei servizi di sicurezza è
diventato più facile negli ultimi anni, a causa della tendenza generale
nella società israeliana. “Il pubblico è diventato molto più religioso e molto meno tollerante.
Il problema sta più nella società che nella polizia”, ha affermato. trad. Simonetta Lambertini-Invictapalestina.org Fonte: http://www.aljazeera.com/news/2016/10/israel-settlers-takeover-security-posts-alarming-161027064557139.html
Articolo in inglese qui Sintesi personale S econdo le Nazioni Unite, 327 residenti della Striscia di Gaza hanno perso le loro case in seguito ai bombardamenti delle Forze aeree israeliane durante l'ultimo round di combattimenti, a maggio. In una nuova testimonianza, compilata da Olfat al-Kurd di B'Tselem a Gaza, gli occupanti di due grandi condomini bombardati , ricordano i momenti di orrore quando sono stati costretti a andarsene e la devastazione si è abbattuta sulle loro vite. Mahmoud a-Nakhaleh, 29 anni, proprietario di un negozio di abbigliamento femminile: "Il 4 maggio 2019, un po 'prima delle 21, ho chiuso il mio negozio e sono entrato nel negozio di scarpe accanto a me. Abbiamo sentito un trambusto per la strada. I vicini del palazzo accanto gridavano che l'esercito [israeliano] li aveva chiamati e aveva detto che stava per bombardare l'edificio di Al-Khazandar, che è il nostro edificio e che avevamo cinque minuti per uscire. Abbiamo ...
http://arabpress.eu/israele-parlamentare-la-palestina-no…/…/ Israele, parlamentare: "La Palestina non esiste perché gli arabi non pronunciano la 'P'" - Arabpress Israele, parlamentare: "La Palestina non esiste perché gli arabi non pronunciano la 'P'" - (Agenzie). La parlamentare israeliana Anat Berko, membro del partito… arabpress.eu Agenzie). La parlamentare israeliana Anat Berko, membro del partito Likud, durante una sessione della Knesset, ha dichiarato che non possono esistere uno Stato e un popolo di Palestina dal momento che, in arabo, non esiste la lettera ‘P’. Benché la parlamentare abbia ragione, in quanto sia in arabo che in ebraico la parola ‘Palestina’ inizia con la lettera ‘F’ ( Falastin ), la dichiarazione della Berko è stata accolta con critiche e derisione da parte degli altri membri dell’assemblea. “Cosa? Ma l’avete sentita? Sei per caso un’idiota?”, è stata la reazione...
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