Il massacro di Aleppo e il circo di Beirut
Il
massacro di Aleppo e il circo di Beirut - "Aleppo muore mentre i
signori del mondo arabo eseguono le loro acrobazie in un circo che si
affaccia sull’assurdo"
arabpress.eu
Di Elias Khoury. Al-Quds al-Arabi (04/10/2016). Traduzione e sintesi di Federico Seibusi.
Il massacro
di Aleppo ha assunto una forma completa solamente con il silenzio che
circonda i corpi delle vittime in mezzo al fragore delle bombe e le
macerie. Tutti i più grandi massacri sono avvenuti in un silenzio
ambiguo da cui non proviene alcun clamore dei mezzi d’informazione se
non dopo il compimento del massacro o dopo il tempo necessario perché
diventi parte del passato.
Aleppo vive
un massacro in un silenzio totale e assurdo dato il frastuono che
accompagna le onde dell’esodo siriano verso l’Europa. Aleppo è diventata
una notizia di poco spessore nei media mondiali, una notizia che
suscita soltanto del dispiacere facendo apparire la morte dei siriani
come una parte nell’ordine naturale delle cose. Qualsiasi reazione
effettiva non va oltre le parole che rapidamente cadono nell’oblio.
Il silenzio
del mondo l’assedia. Allo stesso modo Aleppo è assediata dal silenzio
assurdo degli arabi. La morte degli arabi è divenuta una parte della
realtà giornaliera e della pagina della distruzione totale araba non
accade nulla al di fuori delle invettive sporadiche pubblicate sui
social network.
La vita
continua in mezzo ai corpi delle persone che riempiono le strade della
città siriana distrutta. Lei è la più bella delle città arabe del
Levante, sorella di Gerusalemme per bellezze architettoniche, che viene
massacrata all’ombra dell’impotenza suscitata al cospetto della macchina
da guerra russo-iraniana che inganna e distrugge vite.
Aleppo muore
mentre i signori del mondo arabo eseguono le loro acrobazie in un circo
che si affaccia sull’assurdo. L’ultima scena di questa giostra è stato
il funerale di Shimon Peres nella Gerusalemme occupata, dove tutti i
leader del mondo “libero” si sono riuniti per salutare il padre
dell’arsenale nucleare israeliano come se fosse un uomo di pace. Persino
la leadership dell’Autorità Nazionale Palestinese si è presentata al
funerale per portare i suoi saluti a un oppressore che non vuole la pace
ma solamente che la sua vittima scompaia così da completare il suo
sterminio politico e culturale nel silenzio.
D’altronde,
il circo arabo ha assunto la sua forma più cruda a Beirut, dove, a pochi
chilometri di distanza, ha avuto luogo il più grande massacro a cui
hanno preso parte i combattenti libanesi di Hezbollah. Nella capitale
libanese, invece di porre le questioni morali e politiche riguardo le
responsabilità libanesi in questo massacro, la vita politica si è
occupata del carosello dell’elezione del presidente della Repubblica,
entrando in una fase surreale dopo l’appoggio del Movimento Il Futuro
alla candidatura del generale Michel Aoun a cui si è opposto il dualismo
sciita sotto la guida del maestro Nabih Berri del Movimento Amal e
presidente del parlamento libanese.
Inoltre,
invece di porsi il dovere di espellere i combattenti libanesi del
massacro siriano, le forze politiche libanesi hanno designato Hezbollah,
che combatte a Aleppo, come arbitro dell’arena libanese. In questo
contesto, Hezbollah supporta Aoun mentre i suoi parlamentari supportano
Berri alle elezioni provinciale, riuscendo ad avere due candidati per la
presidenza: Suleiman Frangieh e Michel Aoun. Allo stesso tempo, manovra
Aoun e Berri e lascia che i due attori danzino liberi sulle corde
sospese sul circo di sangue in Siria e in Libano.
D’altra
parte, Hezbollah non è responsabile della diffusione di questo sistema
diffusosi in Libano; ma lo utilizza intelligentemente per condizionare
la danza acrobatica dei leader politici libanesi. Inoltre utilizza la
paura proveniente da Iraq e Siria, per dominare questa giostra e
l’operato degli attori presenti, basando il suo potere su una forza
militare che non ha eguali in Libano.
Il circo
libanese è giunto a un totale arresto politico attraverso la
polarizzazione fra sunniti e sciiti e il conflitto fra Iran e Arabia
Saudita è entrato in una nuova fase in cui Hezbollah ha monopolizzato
l’arena libanese permettendogli di avere un potere incontrollato. Ma
questa conquista non sarà temporanea, poiché la crisi della classe di
potere libanese è profonda e il settarismo politico non ha più il potere
di produrre una nomina di governo. Ciò significa che il vuoto di potere
continuerà a lungo, così che questo circo continuerà acquisendo
legittimità e credibilità dal massacro in atto.
Elias Khoury è uno scrittore libanese di fama internazionale, nonché drammaturgo e critico; è
stato direttore dell’inserto letterario del quotidiano libanese
An-Nahar ed è editorialista per il quotidiano panarabo Al-Quds al-Arabi.
Commenti
Posta un commento