Gideon Levy : Shimon Peres è stato un uomo di pace? – Zeitun
Gideon Levy – 28 settembre 2016
Se
Israele è sull’orlo di un abisso morale, allora Peres ha una
responsabilità in questo. Se è un Paese che va verso l’apartheid, lui ne
è stato un socio fondatore. Bisogna dire la verità: Shimon Peres voleva
la pace, ma non ha mai visto i palestinesi come uguali agli ebrei.
E’ stato il mio maestro politico
personale per quattro anni, giorno e notte. Non si è mai comportato come
un insegnante, ma ho imparato molto da lui, su cosa fare, ma anche su
cosa non fare. Ero molto giovane, e lui era già Shimon Peres. Ci siamo
separati con sentimenti contrastanti.
Era l’ultimo degli israeliani di un
tempo. Che cos’è “israeliano” per voi? Una volta era Shimon Peres. Ora
Miri Regev [ex generale di brigata e portavoce dell’esercito israeliano,
attuale ministra della Cultura e dello Sport, molto discussa per le sue
iniziative censorie. Ndtr.] rappresenta l’essenza israeliana molto più
di lui. Ma quando Israele ha voluto essere rappresentato come un Paese
che vuole la pace, aveva Peres.
Quando era ancora importante essere
accettati- Peres. Quando dire che uno era stato una guida era ancora
rispettabile – Peres. Quando parlare di libri era ancora ammirato –
Peres. Quando almeno un simulacro di chiaroveggenza e di modestia erano
ancora importanti – Peres. Era un Paese diverso. E’ morto ieri [27
settembre. Ndtr.], ma quell’Israele è morto molto tempo fa. Non è sicuro
che fosse così splendido come tendiamo a descriverlo.
Il suo Israele era un Paese di grandi
risultati, ma anche di ombre e menzogne. Non lo si può incoronare come
una figura stupenda, come tutto il mondo sta facendo ora, senza
descrivere anche il suo Paese. Se Peres è stato un eroe della pace,
allora lo Stato di Israele è un Paese che desidera la pace. C’è qualcuno
che lo crede? Non lo si può chiamare un occupante, un depredatore, un
paria, chiamando allo stesso tempo Peres un gigante della pace.
Se
Israele è sull’orlo di un abisso morale, allora Peres ha una
responsabilità in questo. Se è un Paese che va verso l’apartheid, lui ne
è stato un socio fondatore.
Lo
Stato era Peres e Peres era lo Stato, almeno fino a una certa misura. E’
stato una presenza fissa del panorama per tutti questi anni e in tutti
gli incarichi di responsabilità. Guardate lui e vedrete noi.
Noi
vogliamo tanto la pace ma facciamo molto poco per ottenerla. Egli era il
volto presentabile del Paese ma anche quello ingannevole. Gli
israeliani ora lo stanno ricordando con affetto; quanto è meraviglioso
aver avuto un tale uomo. Anche questi leader mondiali che stanno
arrivando per il suo funerale domani elogeranno affettuosamente il suo
contributo alla pace.
Ma
quale pace? Quest’uomo ci ha dato il reattore nucleare di Dimona e
l’operazione “Sinai” [la partecipazione di Israele alla guerra di
Francia e Gran Bretagna contro l’Egitto dopo la nazionalizzazione del
Canale di Suez da parte di Nasser. Ndtr.] nel 1956, Nazaret Alta e Ofra
[due colonie israeliane in Cisgiordania. Ndtr.], le industrie militari
ed aerospaziali israeliane – per cui, quanta pace (e giustizia) ha
realmente portato e quanta occupazione e colonizzazione?
Non
ci sono dubbi che lui ha voluto la pace ed ha lavorato per questo. Ma si
è fermato a metà strada ignorando il problema delle colonie durante il
processo di Oslo, e non ci sono mezze misure per la pace. Non è solo la
destra ad essere responsabile per questo fallimento.
Era
un uomo notevole. L’ampiezza del suo sapere era più vasta di quella
della maggioranza dei suoi contemporanei, come il suo fascino personale.
Non abbiamo mai avuto un politico più curioso ed elegante, né un
miglior conversatore. Andrò oltre: era anche un uomo onesto, certo non
meno dei suoi colleghi. E nessuno poteva parlare di pace come lo ha
fatto lui: persino il Mahatma Ghandi ne ha parlato meno di lui.
Nei
lontani anni ’70 Peres stava già dicendo in ogni discorso: “E’
impossibile governare su un altro popolo contro la sua volontà.”
All’epoca mi ha commosso. Ma durante i decenni seguenti, quando era al
comando, questa dichiarazione è rimasta nei colloqui di partito. Che
cos’ha fatto per porre fine all’occupazione? Ha contribuito moltissimo a
Israele – alla sua sicurezza, alla sua prosperità – ma non alla sua
giustizia. Per cui non dite che era un uomo di pace.
Voleva
la pace. Chi non la vuole? Ma si deve dire la verità, anche in momenti
difficili; non ha mai concepito i palestinesi come uguali agli ebrei, e
sicuramente non con gli stessi diritti.
Dopo
anni passati insieme a David Ben-Gurion forse era troppo difficile
formulare un approccio diverso. I diritti umani e le leggi
internazionali non lo interessavano, e le sofferenze dei palestinesi non
lo commuovevano.
Quando
il presidente degli USA Barak Obama lo loderà domani come un uomo di
pace, si potrà avere il vago sospetto che egli possa essere la copia
esatta di Peres. Com’è piacevole lodare Peres.Perché, al di là di tutto,
Peres era il campione del desiderio israeliano di “andare con e
sentirsi senza”. Dell’affermare quanto siamo fantastici. Ora non è
rimasto più nessuno a dirlo.
(traduzione di Amedeo Rossi)
Shimon
Peres è stato un uomo di pace? TOPICS:Haaretzoccupazioneaccordi di
OsloLevypace Shimon Peres alla conferenza dell'AIPAC a Washington il 4
marzo 2012, .Mohe Milner, GPo Posted By: carlo settembre 30, 2016
Haaretz Gideon Levy…
zeitun.info
Commenti
Posta un commento