Rapporto OCHA della settimana 19 – 25 luglio 2016
Rapporto OCHA della settimana 19 – 25 luglio 2016
Il 19 luglio, durante scontri vicino all’ingresso settentrionale della città di Ar Ram (Gerusalemme), le forze israeliane (a quanto riferito, si trattava di agenti della polizia di confine) hanno colpito con un proiettile di gomma un ragazzo palestinese di 12 anni, uccidendolo.
Dal 12
luglio, Ar Ram è stata un luogo critico di operazioni militari e
scontri. Il caso sopraccitato porta a 76, di cui 22 minori, il numero
totale dei palestinesi uccisi nel 2016 dalle forze israeliane nei
Territori occupati; 18 di questi sono stati uccisi durante proteste e
scontri.
In Cisgiordania, nel corso di molteplici scontri, le forze israeliane hanno ferito 74 palestinesi, tra cui 15 minori.
La maggior parte degli scontri, e dei feriti (46), sono stati
registrati durante le proteste tenutesi nella città di Abu Dis
(Gerusalemme), in solidarietà con i prigionieri palestinesi detenuti
nelle carceri israeliane, e nel corso della manifestazione settimanale a
Kafr Qaddum (Qalqiliya). Gli altri scontri sono stati registrati
durante operazioni di ricerca-arresto, la più ampia delle quali ha avuto
luogo a Jayyus (Qalqiliya), dove si sono registrati dieci feriti. Nel
complesso, durante la settimana, sono stati registrati 135 operazioni di
ricerca-arresto; 150 i palestinesi arrestati, la quota più alta (21%)
nel governatorato di Gerusalemme.
A Gaza,
nelle Aree ad Accesso Riservato (ARA) di terra e di mare, in almeno
dieci occasioni, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di
avvertimento verso palestinesi, causando il ferimento di un agricoltore
palestinese che stava lavorando la sua terra nei pressi della
recinzione perimetrale. In un caso, verificatosi in mare, quattro
pescatori, tra cui un 17enne, sono stati arrestati; in un altro caso, un
pescatore è stato costretto a nuotare verso l’imbarcazione militare
israeliana. Nelle ARA di terra, in tre circostanze, le forze israeliane
hanno spianato il terreno ed effettuato scavi. Analogamente a quanto
avvenuto per i pescatori, l’operato delle forze israeliane ha sconvolto
il sostentamento di centinaia di agricoltori i cui terreni sono vicini
alla recinzione.
A Gerusalemme Est, in quattro casi, per mancanza di permessi edilizi rilasciati da Israele, le autorità israeliane hanno demolito sette strutture palestinesi, sfollando una persona e coinvolgendone, in modi diversi, altre 71, tra cui 19 minori.
Il 20 luglio, nel villaggio di Duma (Nablus), ignoti hanno appiccato il fuoco ad una casa palestinese.
Gli occupanti sono riusciti a fuggire, ma il padre è stato intossicato
dal fumo ed ha avuto bisogno di cure mediche. A causa dei danni subiti
dall’abitazione, i cinque membri della famiglia, tra cui tre minori,
sono stati costretti allo sfollamento. Nello stesso villaggio di Duma,
nei mesi di luglio 2015 e marzo 2016, coloni israeliani praticarono due
attacchi incendiari simili, nel primo dei quali morì un bambino ed
entrambi i suoi genitori. Sull’accaduto le autorità palestinesi e
israeliane hanno avviato separate indagini.
Nel
governatorato di Hebron l’esercito israeliano ha riaperto al traffico
palestinese otto importanti snodi stradali che, dall’inizio del mese,
erano stati bloccati in seguito a due attacchi palestinesi verificatisi
nella zona. L’apertura ha notevolmente facilitato l’accesso delle
persone ai servizi ed ai mezzi di sussistenza. Tuttavia, permane ancora
una serie di blocchi, imposti nella stessa circostanza, che costringono i
residenti a ricorrere a lunghe deviazioni; tra i più colpiti, i
villaggi di Ad Dahriyya, Karma, Deir Razeh e Ar Ramadin (circa 44.500
persone).
Coloni
israeliani armati hanno fatto irruzione in una zona agricola vicino alla
città di Al-Khader e all’insediamento colonico di El’azar (Betlemme);
hanno sparato in aria e costretto i contadini palestinesi, intenti a
coltivare la terra, a lasciare la zona; nella circostanza uno dei
contadini è stato aggredito fisicamente e ferito. Nella stessa area, in
altri due episodi, secondo quanto riferito ad opera di palestinesi, un
veicolo israeliano è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco e un
altro da pietre; entrambi i veicoli hanno riportato danni.
Il 19 luglio, nella
Striscia di Gaza, un uomo è stato condannato a morte. Altre due
condanne a morte, emesse in precedenza, sono state convalidate da un
tribunale militare palestinese; tutte le condanne sono state emesse per “collaborazione con Israele”.
A Gaza circa 600.000 persone sono colpite da una significativa riduzione nella fornitura di acqua corrente.
Questa riduzione è stata provocata dall’aumento delle interruzioni di
energia elettrica in programma dal 14 luglio; interruzioni dovute ad un
parziale spegnimento dell’unica Centrale elettrica di Gaza.
Durante il periodo di riferimento, il valico di Rafah, sotto controllo egiziano, è stato chiuso in entrambe le direzioni.
Dall’inizio del 2016, il valico è stato parzialmente aperto per soli
quattordici giorni. Secondo le autorità palestinesi di Gaza, oltre
30.000 persone, con esigenze urgenti, sono registrate ed in attesa di
attraversare.
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Ultimi sviluppi (fuori dal periodo di riferimento)
Il 27
luglio, nel villaggio di Surif (Hebron), nel corso di una operazione di
ricerca-arresto, a quanto riferito dopo uno scambio di colpi di arma da
fuoco, le forze israeliane hanno ucciso un palestinese sospettato di
aver effettuato, il 1° luglio, un’aggressione con arma da fuoco, nel
corso della quale fu ucciso un colono israeliano. Durante l’operazione, i
soldati hanno bombardato l’edificio di tre piani in cui l’indagato si
era nascosto, distruggendolo completamente e sfollando tre famiglie.
Il 26 luglio, a causa della mancanza di permessi di costruzione, in una sezione del villaggio di Qalandiya che rientra nei confini municipali israeliani di Gerusalemme, ma dai quali la Barriera la separa, le
autorità israeliane hanno demolito 15 strutture; in conseguenza delle
demolizioni sei persone sono state sfollate e altre 180 circa sono state
in vario modo colpite.
nota 1:
I
Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati settimanalmente in lingua
inglese, araba ed ebraica; contengono informazio-ni, corredate di dati
statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei
civili nei territori palestinesi occupati.
sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l’edizione inglese dei Rapporti.
sono scaricabili dal sito Web della Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, alla pagina:
nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]
sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti
a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.
nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.
Associazione per la pace – Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it; Web: https://sites.google.com/site/assopacerivoli
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