Rapporto OCHA della settimana 28 giugno- 4 luglio 2016
Rapporto OCHA della settimana 28 giugno- 4 luglio 2016
In
Cisgiordania e Israele, nel corso di quattro attacchi e presunti
attacchi ad opera di palestinesi, due israeliani sono stati uccisi e
altri sei feriti; tre dei presunti responsabili degli attacchi sono
stati uccisi sul posto
[di seguito il dettaglio degli eventi sopraccitati].
Il 30 giugno, nell’insediamento di Kiryat Arba’ (Hebron), un giovane
palestinese ha accoltellato e ucciso una 13enne israeliana ed è stato
successivamente ucciso dalle guardie di sicurezza dell’insediamento.
Nello stesso giorno, a Netanya (Israele), un palestinese ha accoltellato
e ferito due israeliani ed è stato successivamente ucciso da un civile
israeliano. Il 1° luglio, nella zona H2 di Hebron, le forze israeliane
hanno ucciso una 27enne palestinese che avrebbe tentato di accoltellare
uno di loro. Più tardi, nello stesso giorno, sulla strada 60 (Hebron),
ignoti hanno aperto il fuoco contro una macchina con targa israeliana,
uccidendo un colono israeliano e ferendo la moglie e due figli di 15 e
13 anni; sono quindi fuggiti.
In conseguenza degli attacchi sopra riportati, le
forze israeliane hanno chiuso diversi snodi stradali che collegano
villaggi e città palestinesi dei governatorati di Hebron e Tulkarem. Gli
snodi stradali ancora accessibili sono al momento controllati da posti
di blocco, dove i soldati israeliani vagliano veicoli e passeggeri.
Le chiusure hanno costretto la popolazione a ricercare percorsi
alternativi per raggiungere gli snodi praticabili, con tempi di attesa
che vanno da pochi minuti a più di un’ora. Conseguentemente, per i circa
890.000 abitanti dei due governatorati coinvolti [Hebron e Tulkarem], l’accesso ai servizi ed ai mezzi di sostentamento risulta pesantemente intralciato.
A Bani Na’im (governatorato di
Hebron), città di 26.500 abitanti e residenza di numerosi presunti
autori di recenti attacchi, tutti gli ingressi per il movimento
veicolare sono stati bloccati, compreso l’unico ingresso destinato ai
casi di emergenza, per definire i quali sono richiesti accordi
preventivi. I funzionari israeliani hanno anche annunciato la revoca
di permessi di lavoro e commerciali per 2.800 residenti della città,
misura che, se attuata per lungo tempo, si prevede possa avere un
impatto significativo sull’ economia.
Sempre in relazione con gli attacchi
sopra riportati, i mezzi di informazione hanno riferito che Israele ha
approvato un piano per la costruzione di circa 800 nuove abitazioni in
vari insediamenti colonici israeliani, ed ha annunciato una gara
d’appalto per la costruzione di 42 unità abitative nell’insediamento
colonico di Kiryat Arba, luogo in cui si è verificato uno degli attacchi [vedi il primo paragrafo].
Contemporaneamente, sempre secondo quanto riferito dai mezzi di
informazione, le autorità israeliane hanno approvato i piani per la
costruzione di circa 600 unità abitative per i palestinesi residenti a
Gerusalemme Est.
Il 1° luglio, al checkpoint di
Qalandiya (Gerusalemme), un 63enne palestinese è morto per aver inalato
gas lacrimogeno ed altri 21 palestinesi sono stati feriti dalle forze
israeliane. L’episodio si è verificato quando un gran numero di
uomini e ragazzi, con un’età non corrispondente ai criteri prefissati
dalle autorità israeliane [avere meno di 12 o più di 45 anni] per
accedere senza permesso a Gerusalemme Est per la preghiera dei venerdì
di Ramadan, si sono riuniti presso il checkpoint di ingresso; al loro
rifiuto di allontanarsi dall’area, le forze israeliane hanno risposto
sparando lacrimogeni e granate assordanti. Almeno altri 16 palestinesi
sono rimasti feriti cadendo mentre fuggivano dalla zona. Sono stati
segnalati anche alcuni casi di lanci di pietre da parte di palestinesi,
con conseguente ferimento di un soldato israeliano. Si stima che, nel
quarto venerdì di Ramadan, sia stato concesso l’ingresso in Gerusalemme
Est per pregare nella Moschea di Al Aqsa a circa 73.000 palestinesi
detentori di documenti di identità della Cisgiordania.
Durante scontri verificatisi in altre
zone della Cisgiordania, altri 58 palestinesi, undici dei quali minori,
sono stati feriti dalle forze israeliane. Nell’episodio più grave,
verificatosi prima di una demolizione punitiva (vedi sotto) nel Campo
profughi di Qalandiya (Gerusalemme), 26 palestinesi sono stati feriti,
20 dei quali con armi da fuoco. Gli altri ferimenti sono stati riportati
durante la manifestazione settimanale a Kafr Qaddum (Qalqiliya) e
durante operazioni di ricerca-arresto; la maggior quota di feriti è
stata riscontrata a Dura (Hebron).
Complessivamente, in Cisgiordania, le
forze israeliane hanno condotto 89 operazioni di ricerca-arresto ed
arrestato 162 palestinesi; il governatorato di Gerusalemme conta il
più alto numero di arresti (95, tra cui 27 minori), il governatorato di
Hebron il maggior numero di operazioni (28).
Nel Campo profughi di Qalandiya
(Gerusalemme), le forze israeliane hanno distrutto, per punizione, le
abitazioni di due palestinesi autori, nel dicembre 2015, di una
aggressione con coltello a Gerusalemme Est; nel corso dell’aggressione
furono uccisi due coloni israeliani, uno dei quali colpito da “fuoco
amico” e gli stessi autori dell’aggressione. A seguito delle
demolizioni, due famiglie di rifugiati, composte da nove persone, sono
state sfollate.
Il 29 giugno, nella città di Ya’bad (Jenin), tre palestinesi sono morti e 14 sono rimasti feriti nel corso di uno scontro armato tra famiglie palestinesi. Nello stesso giorno, nella città di Nablus, in circostanze non chiare, sconosciuti armati hanno ucciso due membri delle forze di sicurezza palestinesi e gravemente ferito una donna palestinese.
Il 1° luglio, un gruppo armato palestinese ha lanciato un razzo verso la città israeliana di Sderot, danneggiando un edificio. Secondo quanto riferito, il giorno dopo, in risposta a questo attacco, l’esercito
israeliano ha effettuato una serie di attacchi aerei contro siti
appartenenti a gruppi armati palestinesi; è stato colpito anche un
negozio nella parte orientale della città di Gaza, con il ferimento di
due palestinesi e danni materiali. Ancora in questa settimana, in
almeno quindici occasioni, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di
avvertimento verso palestinesi presenti nelle Aree ad Accesso Riservato
(ARA) a terra e in mare; non sono stati registrati feriti, ma pescatori
ed agricoltori palestinesi hanno dovuto interrompere le loro attività.
In tre diversi episodi verificatisi a
Burin (Nablus), Kafr Qaddum (Qalqiliya) e Wadi Fukin (Hebron), decine
di alberi di proprietà palestinese, un appezzamento di terreno coltivato
e due serre sono state vandalizzate, secondo quanto riferito, da coloni
israeliani. Ancora in questa settimana, nei pressi di Huwwara
(Nablus), un palestinese è stato colpito da pietre e ferito da un gruppo
di coloni israeliani e il suo veicolo danneggiato. Inoltre, in diverse
occasioni, coloni israeliani armati si sono riuniti presso gli ingressi
delle città di Salfit e Nablus, impedendo l’accesso e intimidendo i
palestinesi presenti.
Sono stati riportati tre episodi di
lancio di pietre, da parte di palestinesi contro veicoli israeliani
sulla strada 60 e 463 (Ramallah) e in Gerusalemme Est, con conseguente
ferimento di quattro israeliani e danni a tre veicoli. In altri due
casi, vicino a Betlemme ed Hebron, palestinesi hanno lanciato bottiglie
incendiarie verso veicoli israeliani; non sono stati segnalati danni.
Il valico di Rafah, sotto controllo
egiziano, è stato eccezionalmente aperto in entrambe le direzioni per
cinque giorni (29, 30 giugno e 2, 3, 4 luglio), consentendo a quasi
3.000 persone l’uscita e ad oltre 1.600 l’ingresso a Gaza; secondo le
autorità palestinesi di Gaza le persone precedentemente registrate ed in
attesa di attraversare erano circa 30.000.
nota 1:
I
Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati settimanalmente in lingua
inglese, araba ed ebraica; contengono informazio-ni, corredate di dati
statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei
civili nei territori palestinesi occupati.
sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l’edizione inglese dei Rapporti.
sono scaricabili dal sito Web della Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, alla pagina:
nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]
sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti
a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.
nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.
Associazione per la pace – Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it; Web: https://sites.google.com/site/assopacerivoli
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