Delegazione di Parlamentari 5 Stelle in visita ai progetti di Vento di Terra
Dopo il divieto di accesso a Gaza da parte di Israele, la delegazione visita la Scuola di Gomme in Cisgiordania
11 luglio 2016
La delegazione italiana di
Parlamentari 5 Stelle guidata dal vicepresidente della Camera dei
deputati Luigi Di Maio e dai membri della Commissione Esteri Manlio Di
Stefano e Ornella Bortolotta avrebbe dovuto entrare ieri nella Striscia
di Gaza, visitando la Terra dei Bambini, centro per l’infanzia costruito
da Vento di Terra, completamente demolito nell’estate 2014 durante
l’operazione militare Margine Protettivo, e oggi in fase di
ricostruzione in particolare grazie al supporto della Cooperazione
Italiana.
L’accesso alla Striscia, invece, è stato
impedito dalle autorità israeliane, che hanno invocato motivi di
sicurezza e scatenato la protesta dei parlamentari pentastellati.
“È grave – dice Manlio Di Stefano – che
Israele non consenta di entrare a osservatori come noi”. E Di Maio
spiega: “E’ una decisione che ci rammarica, lì ci sono progetti della cooperazione italiana che volevamo andare a conoscere“.
“Questo è un cattivo segnale – prosegue Di Stefano – non tanto per il Movimento 5 Stelle, ma soprattutto per quello che è l’approccio dello stesso esecutivo israeliano rispetto alla situazione nella Striscia di Gaza e della pace nella regione»
La delegazione ha in ogni caso voluto visitare un progetto della Cooperazione Italiana, scegliendo la Scuola di Gomme
realizzata da Vento di Terra nel 2009 per i minori della comunità di Al
Khan Al Ahmar. La delegazione, accompagnata dal Console Davide La
Cecilia e dal Direttore dell’ufficio di Gerusalemme dell’Agenzia
Italiana per la Cooperazione, ha visitato la scuola nel pomeriggio di
ieri.
“Perchè l’avete chiamata Scuola di Gomme?”
è stata la prima domanda dell’On. Di Maio ancora prima di entrare nel
cortile. Realizzata con 2200 pneumatici usati, su progetto
architettonico del team di Arcò, la scuola è diventata oltre che un
esempio di architettura bioclimatica, soprattutto un simbolo della
protezione del diritto all’istruzione in Area C. Partita con 5 classi e
45 studenti, oggi ne accoglie ben 178 alunni divisi in 9 classi,
provenienti da Al Khan Al Ahmar e da cinque comunità dell’area.
Seduti ai banchi di una delle classi della scuola, rinfrescata dai ventilatori alimentati dai pannelli solari collocati sul tetto, i parlamentari 5 stelle hanno ascoltato il racconto di Abu Khamis, portavoce della comunità, che con dovizia di particolari ha raccontato la storia del villaggio e della scuola, ricordando come subito dopo la costruzione la comunità ricevette un ordine di demolizione e a seguire varie petizioni delle colonie limitrofe, che chiedevano l’implementazione di tale ordine, trovandosi la struttura nel corridoio E1, area di forte espansione della cintura di colonie israeliane intorno a Gerusalemme.
Seduti ai banchi di una delle classi della scuola, rinfrescata dai ventilatori alimentati dai pannelli solari collocati sul tetto, i parlamentari 5 stelle hanno ascoltato il racconto di Abu Khamis, portavoce della comunità, che con dovizia di particolari ha raccontato la storia del villaggio e della scuola, ricordando come subito dopo la costruzione la comunità ricevette un ordine di demolizione e a seguire varie petizioni delle colonie limitrofe, che chiedevano l’implementazione di tale ordine, trovandosi la struttura nel corridoio E1, area di forte espansione della cintura di colonie israeliane intorno a Gerusalemme.
“Chi protegge la scuola?”
ha ad un certo punto domandato Abu Khamis alla delegazione, rispondendo
da solo che se dopo 7 anni è ancora in piedi questo si deve alla presenza
di una rete di organizzazioni internazionali che insieme a Vento di
Terra l’hanno protetta e a delegazioni istituzionali come quella, grazie
alle quali la scuola e le comunità beduine ricevono attenzione
mediatica e internazionale.
La delegazione 5 stelle non ha mancato
di chiedere notizie su Gaza e sull’andamento del progetto di
ricostruzione della Terra dei Bambini, che vede le attività temporaneamente sospese a causa del blocco imposto da Israele all’entrata del cemento nella Striscia.
Il termine del progetto previsto in questi giorni slitterà in avanti,
con buona probabilità a dicembre, e il Console ha auspicato che per la
sua inaugurazione la delegazione guidata da Di Maio possa fare ritorno
in Palestina e finalmente riuscire ad entrare a Gaza.
La visita si e’ conclusa nella tenda di
Abu Khamis, dove non poteva mancare il tradizionale rito del caffè,
servito agli ospiti seduti sui tipici cuscini disposti a terra lungo i
quattro lati della tenda. Alla richiesta di Abu Khamis di portare e
diffondere in Italia l’immagine di questa visita di oggi, Di Maio ha
risposto che la ragione principale del suo essere lì è conoscere e far conoscere, perché solo conoscendo si possono cambiare le cose.
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