Stefano Jesurum : Setirot Cosa serve all'Islam
Il terrorismo in stile Califfato&Co non dà tregua. Noi cittadini,
quasi paralizzati di fronte a tanto orrore, ci interroghiamo. Il più
delle volte leggiamo, ascoltiamo – anche in ambienti che ci sono vicini –
reazioni alla Trump, alla Salvini, comunque in linea con l’onda
populista, xenofoba e razzista che monta in Europa e non solamente in
Europa. A chi prende questa china è troppo facile rispondere che le
vittime degli attentati sono per lo più musulmani. E che la stragrande
maggioranza delle associazioni dei musulmani del mondo occidentale,
d’Europa, d’Italia condannano il terrorismo, ne sono lontani, esprimono
vicinanza ai loro concittadini e chiedono, in particolare in Italia, una
svolta nei rapporti con la società civile e lo Stato di cui sono e si
ritengono parte integrante. Leggiamo appelli di imam che chiedono alle
musulmane e ai musulmani di mobilitarsi «isolando ogni pur minima forma
di radicalismo, di proteggere le giovani generazioni dalle conseguenze
di una predicazione di odio e violenza in nome della religione; un
cancro che offende e tradisce il messaggio autentico dell’Islam, fede
che viviamo e interpretiamo quale via di dialogo e convivenza pacifica,
insieme a tutti i nostri concittadini senza alcuna distinzione di
credo». Eppure ci sono ancora silenzi, ambiguità, forse paura. Più che
mai va invece mostrata decisione, fermezza, risolutezza. Prima di tutto
per loro stessi, e poi per noi, perché l’islamofobia cresce e rischia di
diventare un pericolo serio per la democrazia. Infine, mettano da parte
le loro “competizioni” e si diano una struttura ufficiale, una
federazione che però parli con poche, autorevoli voci.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: serve una Rossanda islamica, la dirigente comunista che nel marzo 1978, in pieno sequestro Moro, incitò ad avere il coraggio di dire che per capire il linguaggio e l’ideologia delle Brigate rosse non c’era da andare lontano, che l’uno e l’altra erano quelli del comunismo anni Cinquanta, che le Br non venivano dal nulla, che non erano schegge impazzite bensì una pagina dell’album di famiglia della Sinistra. Fu allora, quando la Sinistra lo isolò, che il terrorismo iniziò a essere sconfitto. L’Islam ha bisogno di questo, di qualcuno che abbia la lucidità intellettuale e la forza di dire che se gli assassini fanno stragi, sgozzano, violentano donne, predicano la guerra santa invocando Allah e il suo Profeta, “giustificando” le loro gesta in nome e per la maggior gloria dell’Islam, ciò non può essere casualità. Devono affermare a voce sempre più alta che non si tratta di un atto di santità, ma di sacrilegio. Attenzione: non devono dissociarsi da alcunché – non ha senso, sarebbe sbagliato –, ma devono ammettere per primi che tra Califfato e Islam qualche legame esiste. Legami distorti, erroneamente interpretati quanto si vuole, però qualcosa che riguarda l’Islam reale c’è. La stragrande maggioranza dei musulmani è tutt’altro che criminale, è esattamente come ognuno di noi, e da loro, dal loro interno, deve scaturire un dibattito pubblico e sofferto che isoli veramente i criminali. Senza lasciare da parte nessun “tema scomodo”, a partire dal terrorismo di Hamas e dal riconoscimento dell’esistenza dello Stato di Israele.
Stefano Jesurum
(16 giugno 2016)
Setirot
Cosa serve all'Islam
Non mi stancherò mai di ripeterlo: serve una Rossanda islamica, la dirigente comunista che nel marzo 1978, in pieno sequestro Moro, incitò ad avere il coraggio di dire che per capire il linguaggio e l’ideologia delle Brigate rosse non c’era da andare lontano, che l’uno e l’altra erano quelli del comunismo anni Cinquanta, che le Br non venivano dal nulla, che non erano schegge impazzite bensì una pagina dell’album di famiglia della Sinistra. Fu allora, quando la Sinistra lo isolò, che il terrorismo iniziò a essere sconfitto. L’Islam ha bisogno di questo, di qualcuno che abbia la lucidità intellettuale e la forza di dire che se gli assassini fanno stragi, sgozzano, violentano donne, predicano la guerra santa invocando Allah e il suo Profeta, “giustificando” le loro gesta in nome e per la maggior gloria dell’Islam, ciò non può essere casualità. Devono affermare a voce sempre più alta che non si tratta di un atto di santità, ma di sacrilegio. Attenzione: non devono dissociarsi da alcunché – non ha senso, sarebbe sbagliato –, ma devono ammettere per primi che tra Califfato e Islam qualche legame esiste. Legami distorti, erroneamente interpretati quanto si vuole, però qualcosa che riguarda l’Islam reale c’è. La stragrande maggioranza dei musulmani è tutt’altro che criminale, è esattamente come ognuno di noi, e da loro, dal loro interno, deve scaturire un dibattito pubblico e sofferto che isoli veramente i criminali. Senza lasciare da parte nessun “tema scomodo”, a partire dal terrorismo di Hamas e dal riconoscimento dell’esistenza dello Stato di Israele.
Stefano Jesurum
(16 giugno 2016)
Setirot
Cosa serve all'Islam
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