Rapporto OCHA della settimana 14 – 20 giugno 2016
In
Area C, nel governatorato di Hebron, per mancanza di permessi di
costruzione rilasciati da Israele, le autorità israeliane hanno demolito
sette strutture, cinque delle quali si trovavano nel villaggio di
Susiya:
sfollati 19 palestinesi, tra cui 12
minori. All’inizio di questo mese, le autorità israeliane avevano
annunciato che durante il mese di Ramadan, iniziato il 6 giugno, vi
sarebbe stata una sospensione delle demolizioni per mancanza di permessi
di costruzione, ad eccezione delle strutture che potessero costituire
una minaccia alla sicurezza di Israele.
Il 14 giugno, la Corte Suprema
israeliana ha respinto una petizione volta ad evitare la demolizione
punitiva delle case di due palestinesi del Campo Profughi di Qalandiya
i quali, nel mese di dicembre 2015, a Gerusalemme Est, avevano compiuto
una aggressione con coltelli. Nel mese di novembre 2015, Robert Piper,
coordinatore umanitario per i Territori palestinesi occupati, aveva
invitato le autorità israeliane a fermare le demolizioni punitive poiché
costituiscono una forma di punizione collettiva, illegale secondo il
diritto internazionale.
È stato riferito che, nel corso delle
ultime due settimane, la società idrica israeliana Mekorot ha ridotto
la fornitura di acqua a dodici comunità palestinesi comprese nei
governatorati di Salfit, Nablus e Jenin. Oltre 53.000 persone
residenti in queste aree sono state costrette, per far fronte alle loro
necessità domestiche e di sostentamento, ad utilizzare in misura
maggiore la costosa acqua da autocisterna. I motivi di questa riduzione
restano controversi. In alcune delle comunità colpite, l’8 giugno si è
svolta una protesta contro questa situazione.
In due distinti casi, le autorità
israeliane hanno confiscato due trattori di proprietà privata, una pompa
ed una cisterna che consentivano l’approvvigionamento di acqua per tre
famiglie palestinesi residenti nel nord della Valle del Giordano. La
confisca è stata motivata, in un caso, con la mancanza delle necessarie
autorizzazioni e, nell’altro caso, con il fatto di trovarsi in un’area
destinata all’addestramento militare. Ancora nella settimana, in Area C
sono stati notificati ordini di arresto-lavori e di demolizione per due
invasi per la raccolta dell’acqua, per una scuola materna in costruzione
e per sei strutture residenziali disabitate.
In Cisgiordania, 30 palestinesi, dieci dei quali minori, sono stati feriti dalle forze israeliane durante scontri
scoppiati nel corso di proteste in Kafr Qaddum (Qalqiliya) e nel Campo
Profughi di Ayda (Betlemme), così come nel corso di cinque operazioni di
ricerca-arresto, tre delle quali effettuate nel governatorato di
Qalqiliya. Il 19 giugno, un ventiduenne palestinese, malato di mente,
è morto a causa delle ferite subite dalle forze israeliane durante
scontri verificatisi il 4 maggio 2016 nel villaggio di Sa’ir (Hebron).
Sempre in questa settimana, un 51enne palestinese è stato aggredito
fisicamente in circostanze poco chiare ed è stato ricoverato in ospedale
per le cure mediche.
Nella Striscia di Gaza, durante la
settimana, in 22 occasioni le forze israeliane hanno aperto il fuoco di
avvertimento verso palestinesi presenti nelle Aree ad Accesso Riservato
(ARA) a terra e in mare; non sono stati registrati feriti. In uno
degli episodi, quattro barche da pesca sono state sequestrate e portate
in Israele, dieci pescatori palestinesi sono stati arrestati, otto dei
quali sono stati rilasciati dopo poche ore.
Nel villaggio di Kafr ‘Aqab
(Gerusalemme), nel corso di una operazione di ricerca, in scontri con un
gruppo di palestinesi armati, le forze di sicurezza palestinesi hanno
ferito alla testa, con armi da fuoco, un 15enne palestinese. Altri
due scontri armati si sono verificati tra le forze di sicurezza
palestinesi e residenti palestinesi dei Campi Profughi di Ramallah e
Jenin; non sono stati segnalati feriti.
Un 23enne palestinese è stato ferito
dalla deflagrazione di un residuato bellico (ERW) in una zona agricola
in Ash-Shuja’iyeh, ad est di Gaza City. Dalla fine delle ostilità
[con Israele] del luglio-agosto 2014, nella Striscia di Gaza 13
palestinesi sono stati uccisi e 108 sono stati feriti da residuati
bellici.
Nel secondo venerdì di Ramadan (17 giugno), a
circa 73.000 palestinesi, in possesso di documenti di identificazione
della Cisgiordania, è stato concesso l’ingresso in Gerusalemme Est
occupata per pregare nel Complesso della Moschea di Al Aqsa. I
maschi di età superiore ai 45 anni, i ragazzi sotto i 12 anni e le donne
di tutte le età hanno potuto attraversare senza alcun permesso. Le
autorità israeliane, in conseguenza dell’attacco verificatosi l’8 giugno
a Tel Aviv, mantengono ancora la sospensione per circa 83.000 permessi
rilasciati a palestinesi della Cisgiordania in occasione del mese di
Ramadan.
È stato riferito che, nel villaggio
di Huwwara (Nablus), un colono israeliano ha sparato contro un
palestinese che, fermo ad un incrocio stradale, attendeva un mezzo
pubblico. Sono stati inoltre segnalati, nelle aree di Ramallah e
Nablus, due episodi di lancio di pietre da parte di coloni israeliani
che hanno provocato il ferimento di due palestinesi e danni ai loro
veicoli.
Secondo i media israeliani quattro
coloni israeliani, tra cui un minore, sono stati feriti da pietre
lanciate da palestinesi contro veicoli israeliani nel villaggio di
Huwwara, vicino a Burin (Nablus) e presso il villaggio di Jaba’
(Gerusalemme). Dopo il primo episodio, le forze israeliane hanno
chiuso quattro strade della zona per almeno due giorni, ed hanno
intensificato le ricerche ai checkpoint. In un altro caso, a Gerusalemme
Est, nell’insediamento colonico di Talpiot Est, palestinesi hanno
lanciato bottiglie incendiarie contro case, senza causare danni; in
risposta, le forze israeliane hanno chiuso con blocchi di cemento una
strada nel vicino quartiere di Jabal al Muakkbir. Sono stati segnalati
altri cinque casi di lancio di pietre e bottiglie incendiarie da parte
palestinese contro veicoli israeliani, di cui due con danni.
Durante il periodo di riferimento il valico di Rafah, sotto controllo egiziano, è stato chiuso in entrambe le direzioni.
Dall’inizio del 2016, il valico è stato parzialmente aperto per soli
nove giorni. Secondo le autorità palestinesi di Gaza oltre 30.000
persone sono registrate ed in attesa di attraversare.
¡
Ultimi sviluppi (fuori dal periodo di riferimento)
Il 21 giugno, le forze israeliane
hanno aperto il fuoco contro due veicoli palestinesi, uccidendo un
ragazzo di 15 anni e ferendone altri tre, tra cui due minori, che
stavano tornando a casa nel villaggio di Beit ‘Ur at Tahta (Ramallah).
L’episodio ha fatto seguito al ferimento di tre persone che viaggiavano
su una macchina israeliana colpita da pietre; l’esercito israeliano ha
confermato che i palestinesi uccisi e feriti non erano implicati in
questo episodio. Le autorità israeliane hanno annunciato l’apertura di
un’indagine penale.
Il 21 giugno, nel villaggio Hajja (Qalqiliya), le forze israeliane hanno demolito la casa di famiglia del colpevole di una aggressione con coltello avvenuta nel marzo 2016,
nel corso della quale un cittadino straniero e l’autore stesso erano
stati uccisi; a causa della demolizione, cinque persone, tra cui due
minori, sono state sfollate.
nota 1:
I
Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati settimanalmente in lingua
inglese, araba ed ebraica; contengono informazio-ni, corredate di dati
statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei
civili nei territori palestinesi occupati.
sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l’edizione inglese dei Rapporti.
sono scaricabili dal sito Web della Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, alla pagina:
nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]
sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti
a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.
nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.
Associazione per la pace – Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it; Web: https://sites.google.com/site/assopacerivoli
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