Patrick Cockburn : Le distorsioni circa il coinvolgimento dell’Isis a Orlando vanno a vantaggio dei Jihadisti

 
 
 
 
 
 
 
 
Le distorsioni circa il coinvolgimento dell’Isis a Orlando vanno a vantaggio dei Jihadisti Di Patrick Cockburn 15 giugno 2016 L’Isis trarrà vantaggio dal
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Le distorsioni  circa il coinvolgimento dell’Isis a Orlando vanno a vantaggio dei Jihadisti
Di Patrick Cockburn
15 giugno 2016
L’Isis trarrà vantaggio dal massacro compiuto da Omar Mateen a Orlando indipendentemente da quanto il movimento sia stato coinvolto nella strage. Ne beneficerà perché l’Isis ha già compiuto atrocità pubbliche che dominano i programmi di informazione, diffondono paura e dimostrano la sua forza e  ribellione.
Finora ci sono solide  prove  che l’Isis ha motivato Mateen nel suo attacco, ma non che abbia avuto un ruolo nell’organizzarlo, come aveva fatto nelle uccisioni a Bruxelles e a Parigi. La stazione radio dell’Isis, Al Bayan di base in Iraq, dice che “Dio ha permesso a Omar Mateen, uno dei soldati del califfato in America, di compiere un attacco entrando in una riunione  di crociati  in un locale notturno .. a Orlando, uccidendone  e ferendone più di 100.” L’FBI dice che Mateen ha fatto una chiamata al numero per le emergenze appena prima di iniziare a sparare,  con la quale ha dichiarato lealtà all’Isis.
I media occidentali è probabile che enfatizzino la prospettiva dell’Isis perché alimenta la paura popolare di una vasta cospirazione guidata dall’Isis che minaccia ogni casa negli Stati Uniti e in Europa. Questo sorprende poco dato che è il peggior attacco terrorista negli Stati Uniti fin dall’11 settembre, ma vale la pena tenere a mente che le vittime a Orlando sono molto meno delle 200 persone uccise il mese scorso dagli attentatori suicidi dell’Isis a Baghdad e nei suoi dintorni in un lasso di tempo di 4 giorni e di altre 150 uccise nelle città siriane di Tartous e di Jableh il 23 maggio.
Questi massacri sono stati a malapena riferiti dai media occidentali che tendono a
trattare troppo poco o troppo  le azioni dell’Isis, a seconda che degli americani o degli europei siano tra le vittime. Questo fornisce un’immagine distorta del grado di pericolo posto dall’Isis, che alcune volte sembra essere in declino ed altre volte viene esagerata con una copertura mediatica 24 h su 24 tanto  da sembrare come un attentato alla nostra esistenza.
Queste esagerazioni vanno a vantaggio dell’Isis, e un esempio importante è il famigerato tweet di Donald Trump sulle uccisioni di Orlando in cui chiede  se il presidente Obama “finalmente citerà le parole terrorismo islamico radicale? Se non lo fa dovrebbe immediatamente dimettersi in maniera disonorevole!” Questo è il tipo di razione isterica e che divide che l’Isis ama provocare e Mr Trump sta venendo giustamente  punito  per aver fatto un commento del genere. Ricordate, però che lo scorso dicembre David Cameron ha fatto più o meno lo stesso prima del voto alla Camera dei Comuni sull’estensione degli attacchi aerei britannici alla Siria, avvertendo i deputati di non votare con “Jeremy Corbyn e un mucchio di simpatizzanti terroristi.”
Un motivo fin troppo di successo per le atrocità dell’Isis, quando vengono commesse intorno a Baghdad o lungo i viali di Parigi, è quello di provocare una punizione comune sia contro gli arabi sunniti in Iraq o contro i musulmani in generale negli Stati Uniti o in Europa. Si perde ogni senso delle proporzioni in quello che 40 anni fa i politici in Irlanda del Nord erano soliti chiamare “la politica dell’ultima atrocità.” L’Isis guadagna perché una rappresaglia eccessiva e onnicomprensiva  diventa l’inconsapevole sergente reclutatore proprio per ilo movimento che ipoteticamente sta cercando di sopprimere.
I rischi di una reazione esagerata e di punizione collettiva sono ampiamente riconosciuti almeno in teoria, sebbene questo potrebbe  smettere  il giorno che ci fosse sangue sulla nelle strade. Ma c’è anche il rischio che la gente di buon cuore reagirà proprio nella maniera opposta e dirà che le carneficine a Orlando, Bruxelles, Parigi, Baghdad e Tartous non hanno nulla a che vedere con l’Islam mentre invece  è vero il contrario.
Gran parte dei movimenti jihadisti salafiti, come l’Isis e al-Nusra credono riguardo ai gay, alle donne, ai musulmani sciiti e ai cristiani ha origine dal Wahhabismo, variante estrema dell’Islam, che di fatto è la religione di stato dell’Arabia Saudita. I sauditi puniscono anch’essi l’omosessualità e la transessualità con la morte, la fustigazione e la carcerazione. Per esempio, nel 2014 si dice che un uomo sia stato condannato a tre anni di prigione e a 450 frustate per aver usato Twitter per organizzare appuntamenti con altri uomini.
Le convinzioni Wahhabite sono vicine all’ideologia jihadista-salafita, e negli scorsi 50 anni il Wahhabismo è diventata un’influenza crescente sull’Islam sunnita ordinario. I Sunniti che una volta consideravano gli sciiti semplicemente come un tipo diverso di musulmani, ora spesso li vedono come eretici che sono al di fuori dell’Islam. Appoggiati dall’enorme ricchezza petrolifera dell’Arabia Saudita e del Golfo, coloro che vengono istruiti per predicare nelle moschee e sovraintendere   a queste, sono diventati sempre più estremisti e, mentre possono non appoggiare gli attacchi terroristici, le loro convinzioni forniscono fertile suolo a color che lo fanno.
Qui accenniamo alle ragioni per cui i capi occidentali negli Stati Uniti, in Francia e in Gran Bretagna hanno così completamente fallito nel vincere la “Guerra al Terrore” che si presume avessero combattuto con grandi sforzi fin dall’11 settembre. Poche guerre sono state altrettanto chiaramente fallite considerato che nel 2001 al-Qaida aveva, al massimo, soltanto poche centinaia di combattenti nei suoi campi in Afghanistan e Pakistan, mentre oggi i loro militanti dominano su milioni di persone in fasce di territorio in tutto il Medio Oriente.
Questo è avvenuto perché gli Stati  Uniti e gli stati dell’Unione Europea non hanno voluto riconoscere che il collegamento tra il terrorismo e i loro strategici alleati sunniti come Arabia Saudita, le monarchie del Golfo, la Turchia e il Pakistan.
Fabrice Balanche dell’Istituto di Washington per la Politica del Vicino Oriente, scrive che “i jihadisti che hanno colpito Parigi e poi Bruxelles il 22 marzo 2016, sono stati indottrinati nella ideologia salafita sostenuta dalle moschee finanziate dai Sauditi, indirettamente finanziati da donatori privati del Golfo, e tollerati dalla Turchia – il paese attraverso il quale passano in Europa.”
Un ulteriore segno della misura in cui i servizi di sicurezza sono fedeli alla loro alleanza con l’Arabia Saudita,  è arrivato questa settimana quando il direttore della CIA John Brennan  si è dato la pena di smentire che il governo saudita o i funzionari sauditi importanti fossero coinvolti nell’attacco dell’11 settembre e che le 28 pagine   del rapporto della Commissione dell’11 settembre, non parlavano della  loro presenza. L’Arabia Saudita ha ripetutamente negato qualsiasi  coinvolgimento.
Il collegamento tra una instabile guardia giurata di Orlando e l’Isis potrebbe essere limitato, ma è ancora lì e attacchi del genere continueranno a essere ispirati o organizzati dall’Isis fino a quando esisterà. Come è successo fin dall’11 settembre, gli stati occidentali si stanno rifiutando di affrontare i loro alleati sunniti in Medio Oriente la cui ideologia ben finanziata crea le condizioni in cui fiorisce il terrorismo. Fino  a quando faranno così, Orlando sarà soltanto la più recente di una serie di atrocità.
stolizi di sicurezza ropa.”e dalla Turchia – ilpaese ta dalle moschee finanziate dai Sauditi, i come ArabiPatrick Cockburn  è  autore di:  The Rise of Islamic State: ISIS and the New Sunni Revolution [L’ascesa dello Stato Islamico: l’ISIS e la nuova rivoluzione sunnita].
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/distortions-over-isis-involvement-in-orlando-play-into-the-hands-of-the-jihadists/
Originale: The Independent
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

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