Mahmoud , 15 anni, ucciso per errore dall'occupazione




CISGIORDANIA.  Il ragazzo palestinese era andato in piscina con i cugini. E’ stato ucciso senza alcun motivo dai soldati israeliani mentre tornava a casa

Mahmoud Badran
AGGIORNAMENTO ore 10 – PALESTINESI: “INCHIESTA DELL’ONU”
Dopo l’omicidio di Mahmoud Badran, l’Olp ha chiesto alle Nazioni Unite di aprire un’inchiesta. Già nelle scorse settimane l’ambasciatore palestinese all’Onu aveva mosso una richiesta simile, quella di indagare sui numerosi omicidi extragiudiziali di palestinesi per mano dell’esercito e della polizia israeliani.
Intanto, nonostante Tel Aviv abbia ammesso l’errore, il Ministero degli Esteri israeliano ha provato a sminuire la gravità dell’omicidio imputandolo, come spesso in passato, a quello che viene definito “incitamento alla violenza” da parte della leadership palestinese.
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di Michele Giorgio – Il Manifesto
Gerusalemme, 22 giugno 2016, Nena News – Era stata una bella serata. Una di quelle magnifiche serate in cui gli adolescenti di ogni parte del mondo pensano solo a spassarsela e a sbellicarsi dalle risate. Mahmoud Badran, 15 anni di Beit Ur-Tahta, l’aveva trascorsa con un gruppo di amici facendo tuffi nella piscina di Beit Sira. Ore liete che racconta ai giornalisti il cugino Ahmed Shami. «Dopo l’iftar (la cena che rompe il digiuno del Ramadan) siamo andati a nuotare. Lo facciamo spesso in questi giorni. La scuola è finita, fa caldo e ci piace stare svegli fino al primo filo di luce del nuovo giorno quando riprendiamo il digiuno e ce ne andiamo a dormire». Passata l’una Ahmed e Mahmoud hanno preso la strada di casa approfittando di un passaggio in auto offerto da un amico. «È successo tutto in pochi attimi – prosegue Ahmed – all’improvviso sono apparsi lungo la strada dei soldati israeliani e hanno cominciato a spararci contro. Non hanno chiesto di fermarci, sparavano e basta. Mahmud è stato colpito, abbiamo provato ad aiutarlo ma è morto quasi subito. Sono stati momenti terribili».
Ahmed, dice, ricorderà per sempre quanto è accaduto nella notte tra lunedì e martedì e che non dimenticherà mai Mahmoud. Ma chi nel mondo si ricorderà, già tra qualche ora, di questo ragazzo strappato alla vita? Così come degli altri quattro giovani palestinesi feriti, uno gravemente, dalle raffiche sparate dai soldati senza motivo. Ben pochi. Per le agenzie di stampa Mahmoud è solo un altro palestinese che si aggiunge a un lungo elenco di nomi senza volti. I corrispondenti delle tv occidentali non si scomoderanno a raggiungere Beit Ur-Tahta per raccontare lo strazio di genitori che avevano visto il figlio andare a nuotare e che poi hanno ricevuto la notizia della sua assurda uccisione. Il loro dolore impressiona poco l’opinione pubblica occidentale. Non suscitano cordoglio le lacrime di una madre con il capo coperto dal velo islamico e che indossa un abito tradizionale palestinese. E poi Mahmoud è stato ucciso «per errore» dai soldati israeliani, è stata una fatalità, insomma cose che capitano nella lotta incessante al terrore che impone di sparare prima e di chiedere dopo.
Ieri il portavoce militare dopo aver inizialmente riferito che un «terrorista» era stato ucciso mentre lanciava pietre e molotov contro una automobile israeliana (tre feriti) sulla superstrada 443 – tra Gerusalemme e Tel Aviv e che passa per un tratto in Cisgiordania -, qualche ora dopo ha fatto retromarcia di fronte alle notizie che giungevano da Beit Ur-Tahta. Ha quindi ammesso che Mahmoud Badran «non era coinvolto» nel lancio di sassi e ha annunciato «l’apertura di un’inchiesta» per chiarire le circostanze che hanno portato i soldati a sparare. Non ne riceveranno grande conforto la madre e il padre del ragazzo. La giustizia militare solo in pochi casi arriva a condannare un soldato accusato dell’omicidio di un palestinese.
Una prestigiosa ong israeliana, ora presa di mira dalla destra, come il centro per i diritti umani B’Tselem, qualche settimana fa ha gettato la spugna,  annunciando che non porterà più davanti alle corti militari casi di violenze e abusi compiuti da soldati a danno dei palestinesi. Non serve a nulla, ha spiegato. Un caso recente che descrive come spesso vanno le cose è quello del sergente Elor Azaria. A marzo ha ucciso a sangue freddo un attentatore palestinese, a terra in gravi condizioni e non in grado di nuocere, che poco prima aveva ferito con un coltello un soldato israeliano a Hebron. Rinviato a giudizio solo per omicidio colposo, Azaria è acclamato come un eroe dalla maggioranza degli israeliani che vorrebbe la sua scarcerazione immediata. Un ufficiale che al processo, qualche giorno fa, ha confermato l’intenzione del sergente di eliminare il palestinese ferito, ha ricevuto gravi minacce per aver detto la verità davanti ai giudici.
L’uccisione del 15enne Mahmud Badran è stata accolta con rabbia tra i palestinesi. Toni forti anche da parte dell’Autorità Nazionale (Anp) che lega la morte del ragazzo ai recenti sviluppi diplomatici. «La condanna a morte da parte di Israele del giovane Mahmoud Badran è la risposta di Netanyahu all’adozione dell’Ue dell’iniziativa francese (per il rilancio del negoziato israelo-palestinese)», ha protestato il ministero degli esteri dell’Anp. L’uccisione di Badran, ha aggiunto, dimostra «ancora una volta che il governo guidato da Benyamin Netanyahu è un governo di estremisti e coloni, impegnati quotidianamente nella peggiore forma di terrorismo sponsorizzato dallo Stato contro il popolo palestinese». Parole che impressionano poco i palestinesi che non perdonano all’Anp di continuare nella Cisgiordania occupata la “cooperazione di sicurezza” con le forze armate israeliane. Nena News
Michele Giorgio è su Twitter: @michelegiorgio2


Palestinian Killed in Stone-throwing Incident Near Major Highway Was a Bystander, IDF Says 

 

A 15-year-old Palestinian boy killed early on Tuesday by IDF gunfire on Route 443 was shot while traveling with family and was not involved in any stone throwing incidents  there, a preliminary IDF investigation has found.
The probe has found that the teen was killed by mistake.
At around 1 A.M. on Tuesday a firebomb and rocks were thrown and oil was spilled onto the highway which runs between Jerusalem and Modi'in. An Israeli bus passenger and two tourists in another vehicle were injured in the incident which occurred near the village of Beit Sira.
An officer and group of soldiers from the Kfir Brigade responding to the incident  spotted the injured people, chased after the stone throwers and fired accidentally at a car, killing the Palestinian teen, investigators found.

 

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