Israele alla guida della Commissione legale dell'ONU - Arabpress
Israele
alla guida della Commissione legale dell'ONU - Di Ibrahim Sha’ban.
Al-Quds (16/06/2016). Traduzione e sintesi di Laura Cassata. Per la
prima volta dopo più di…
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Di Ibrahim Sha’ban. Al-Quds (16/06/2016). Traduzione e sintesi di Laura Cassata.
Per la prima volta dopo più di 70 anni
dalla nascita dell’ONU, Israele guiderà una delle sei Commissioni
dell’Assemblea Generale, la Commissione Legale. Che vergogna!
La votazione si è svolta in gran segreto
lunedì scorso ed hanno votato a favore più dei due terzi dei paesi che
fanno parte delle Nazioni Unite. Danny Danon, assistente dell’ex
ministro della guerra israeliano durante l’ultimo attacco a Gaza, sarà
il prossimo presidente della Sesta Commissione, la quale si occupa di
questioni giuridiche legate alla sicurezza e alla pace internazionale.
Il rappresentante d’Israele è una persona che, ironia del destino,
dovrebbe comparire davanti alla Corte penale internazionale perché
accusata di crimini di guerra, una persona che approva l’espulsione del
popolo palestinese dal proprio Stato, una persona che minaccia Gaza con
la guerra quando viene catturato un soldato israeliano. Danon ha
dichiarato che Israele è un leader nel diritto internazionale. Sarebbe
più corretto dire che Israele è un leader nella violazione del diritto
internazionale, secondo i rapporti delle Nazioni Unite e degli studiosi
di diritto.
La vergogna più grande è che anche alcuni
paesi arabi hanno votato a favore d’Israele. La vergogna minore è che i
paesi arabi e musulmani non sono stati in grado di fermare questa
nomina: solo 46 stati hanno votato contro e 23 paesi si sono astenuti.
Bisogna dire che questa non è la fine del
mondo, poiché la presidenza della Commissione Legale è solo una
formalità procedurale. Ciò vuol dire che il presidente della Commissione
non può prendere decisioni in maniera autonoma, ma può influire
pesantemente su altre questioni, come l’ordine del giorno.
I paesi interessati alla causa
palestinese, alla pace mondiale e alla giustizia non dovrebbero mancare
alle riunioni della Sesta Commissione. E se ad esempio i palestinesi
chiedessero un nuovo parere della Corte internazionale di giustizia
dell’Aja sui diritti civili e politici dei palestinesi di Gerusalemme?
Il presidente Danny Danon lo metterebbe tra i punti all’ordine del
giorno o ne ostacolerebbe la discussione? E in che modo ne discuterebbe?
Questo semplice esempio pone delle
domande difficili, come le modalità per costringere Israele ad applicare
la Carta dei diritti civili e politici del 1966 e la Carta dei diritti
economici, sociali e culturali.
La presidenza d’Israele della Commissione
Legale dell’ONU è un duro colpo per i musulmani e per gli amanti della
giustizia, una grande delusione per la società civile e una vergogna per
i nostri Stati. L’anelito verso la libertà, la giustizia, la pace e la
sicurezza dovrebbe essere un dovere di tutti gli stati e non di uno
solo. Ma ormai non ha più senso piangere sul latte versato.
Ibrahim Sha’ban è professore di diritto presso l’Università di Gerusalemme.
I punti di vista e le opinioni
espressi in questa pubblicazione sono di esclusiva responsabilità degli
autori e non riflettono necessariamente il punto di vista di
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