Il Patriarca Twal a fine mandato: ho visto la sofferenza dei Papi in Terra Santa

“Ricorderò con affetto i viaggi in Terra Santa di Benedetto XVI e di Papa Francesco. Hanno conosciuto direttamente la situazione e le contraddizioni in cui viviamo qui. Ho visto la loro sofferenza davanti a tutto ciò”. Lo ha confidato all’agenzia Sir il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, che si appresta a lasciare il suo incarico dopo 9 anni.
Il Presidente della Conferenza dei Vescovi Latini nelle Regioni Arabe facendo un ragguaglio di questi anni ha desiderato ringraziare le Chiese in Giordania che stanno portando avanti un grande lavoro di accoglienza e assistenza dei rifugiati iracheni e siriani. “Lodevole – ha definito – l’impegno di tanti giovani e famiglie giordane coadiuvati dalla Caritas e da tante Chiese internazionali. Un ringraziamento particolare lo vorrei rivolgere alla Santa Sede e alla Cei che sostiene tanti nostri progetti. Purtroppo – ha osservato – la mancanza di un futuro chiaro sta mettendo a dura prova tanti migranti. Vorrebbero poter lavorare, andare a scuola, avere possibilità di vivere con dignità in attesa di fare ritorno nei loro rispettivi Paesi. Molti vanno in Australia, Canada o Usa, e non torneranno più. Il mio pensiero va anche a loro e a tutti quelli che soffrono per la guerra in Iraq e in Siria”.
Secondo il patriarca che il 21 giugno 2008 successe a Michel Sabbah, ritirato per raggiunti limiti di età, Papa Francesco ha fatto di tutto per promuovere la pace tra israeliani e palestinesi arrivando ad invitare, l’8 giugno di due anni fa, il presidente di Israele, Peres e il suo collega palestinese, Abu Mazen, nei giardini vaticani per invocare la fine dei conflitti in Medio Oriente. “Un momento di grande speranza per il mondo. Purtroppo senza risultati. Solo tre giorni dopo il premier di Israele, Netanyahu, autorizzò la costruzione di 3000 appartamenti in territorio palestinese”, ha detto Twal.
“Quel giorno –  ha spiegato – fu piantato un ulivo che, nonostante tutto, continua a crescere, nel silenzio. E con lui la nostra speranza. Speriamo accada lo stesso nel cuore dei governanti e dei politici”.
In questi nove anni il Patriarca latino di Gerusalemme ha lavorato soprattutto per migliorare le relazioni diplomatiche tra Santa Sede, Palestina e Israele, contribuendo all’accordo fondamentale Santa Sede – Palestina e lavorando alla sigla di quello con Israele che attende ancora una firma. “Ho avuto la gioia di apporre la mia firma all’accordo ratificato con la Palestina. Per quanto riguarda l’accordo fondamentale con Israele questo deve essere ancora ratificato dal 1993. Un altro Stato avrebbe già rotto i rapporti diplomatici con Israele – non è serio che dopo tanti anni non si giunga ad una ratifica – ma la Santa Sede tradizionalmente non rompe mai i rapporti diplomatici. Bisogna pregare che anche l’accordo con Israele venga presto siglato”. Tuttavia, l’augurio del Patriarca è che un domani israeliani e palestinesi possano vivere pacificamente nella terra che diede i natali a Gesù. “L’occupazione – ha commentato Twal – danneggia anche l’occupante che teme per la sua sicurezza e così facendo diventa più duro, non ha fiducia in nessuno, erige muri divenendo di fatto prigioniero di se stesso. L’esodo dei cristiani dalla Palestina, dalla Terra Santa è una piaga che nasce da questa situazione. Lo stesso vale per Gaza dove, a causa della guerra e della instabilità, la comunità cristiana si assottiglia sempre più. Ogni volta che vengono concessi dei permessi sono pochi quelli che fanno rientro. Restano da illegali in Palestina, privi di documenti e permessi, preferendo vivere così piuttosto che fare ritorno nella Striscia. La comunità internazionale, Europa in testa, deve far rispettare il diritto internazionale, senza timori o favoritismi”.

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