Così l’Arabia Saudita piega anche l’Onu




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Due giorni fa le Nazioni Unite hanno deciso di rimuovere la coalizione araba a guida saudita, che combatte in Yemen, dalla lista nera dei Paesi e dei gruppi armati che violano i diritti dei bambini nel corso dei conflitti.
La modifica, secondo Amnesty International, “è stata la conseguenza diretta delle pressioni esercitate dall’Arabia Saudita, contrariata dalle conclusioni cui era giunta l’Onu, ovvero che le operazioni militari della coalizione guidata da Riad avevano causato morte e sofferenza di bambini durante il conflitto armato in Yemen”.

Per approfondire: Così l’Arabia Saudita si compra la politica Usa


“Che l’Onu s’inchini alle pressioni fino al punto di alterare un rapporto già pubblicato sui bambini nei conflitti armati è un fatto senza precedenti, così come è irresponsabile che le pressioni siano state esercitate proprio da uno degli stati elencati nel rapporto”, ha commentato Richard Bennett, rappresentante di Amnesty International presso le Nazioni Unite.  E ha aggiunto: “Il segretario generale non deve arretrare né sminuire l’importanza del lavoro del suo Rappresentante speciale. Altrimenti, rischia di danneggiare la credibilità dell’Onu nel suo complesso. Questo è un esempio lampante del motivo per cui le Nazioni Unite devono stare sempre dalla parte dei diritti umani e dei loro principi: altrimenti finiscono per diventare parte del problema e non la sua soluzione”.

Per approfondire: I sauditi aiutano Isis in Kosovo


L’eliminazione dall’elenco sarebbe temporanea, in attesa che le stesse Nazioni Unite e l’Arabia Saudita rivedano congiuntamente le conclusioni del rapporto. Stephane Dujarric, portavoce dell’Onu, difendono la scelta fatta, ha precisato che “non si tratta di un cambiamento radicale di politica perché la lista definitiva verrà stilata in base a tutte le valutazioni conclusive”. Nel frattempo, però, i diplomatici sauditi all’Onu non hanno perso tempo a esaltare quella che hanno definito una “irreversibile” vittoria morale.
Amnesty International ricorda che “secondo il rapporto delle Nazioni Unite del 2 giugno scorso, la coalizione a guida saudita è stata responsabile del 60 per cento delle 510 morti e dei 667 ferimenti di bambini nel conflitto in Yemen”. Ban Ki-moon, Segretario generale dell’Onu, aveva anche dichiarato: “Le gravi violazioni ai danni dei bambini sono drammaticamente aumentate con l’escalation del conflitto”.
Lo scorso marzo il rapporto pubblicato dall’Unicef intitolato “Children on the Brink”, denunciava che il conflitto in Yemen ha provocato in un anno la morte o il ferimento di sei bambini ogni giorno. Julien Harneis, rappresentante dell’Unicef nel Paese, in quell’occasione aveva detto che “i bambini non sono al sicuro da nessuna parte in Yemen”. E aveva aggiunto che era “diventato pericoloso anche giocare o dormire”.

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Ilario Fontanella

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