Teheran, al nuovo parlamento sempre più riformisti e più donne


Darius Karimian

Dopo il secondo turno delle elezioni di tre giorni fa, i riformisti possono contare su 133 seggi; i conservatori su 125, che per la prima volta perdono la maggioranza. Vi sono anche 17 donne, in maggioranza riformiste. Una deputata è stata bloccata dal Consiglio dei Guardiani per aver stretto la mano ad un uomo. I dubbi su Khamenei.




Teheran (AsiaNews) Il nuovo parlamento iraniano avrà più riformisti che conservatori e un discreto numero di donne, bel 17, che per la prima volta superano il numero di rappresentanti del clero sciita in parlamento.
Dopo le elezioni dello scorso febbraio, si sono tenute il 29 aprile scorso le elezioni di ballottaggio, che hanno dato una buona vittoria al gruppo dei riformisti del presidente Hassan Rouhani e dei moderati. Su 290 seggi in totale, il gruppo riformista può contare su 133 seggi; essi non hanno la maggioranza, ma superano i conservatori, che contano su 125 seggi. I posti rimanenti sono andati a indipendenti e rappresentanti delle minoranze. È la prima volta che i conservatori non hanno la maggioranza.
Le elezioni di tre giorni fa hanno dato la vittoria ad altre quattro donne. Nel primo turno, avevano vinto il seggio altre 14 donne, ma la vittoria di una di loro, Minoo Khaleghi, la terza più votata a Isfahan, è stata annullata dal Consiglio dei Guardiani perché – si dice – ha stretto la mano a un uomo non suo parente. Non si conosce ancora il suo destino perché il ministero degli interni e il presidente Rouhani si sono appellati contro la decisione del Consiglio.
Finora le donne presenti in parlamento sono 17, una in più rispetto a rappresentanti del clero sciita, e sono in maggioranza delle riformiste (v. foto dal giornale “Shahrvand”). È la prima volta che il parlamento iraniano ha un numero di donne così elevato (il 9%). Il parlamento uscente ne aveva solo 9.
Il parlamento iraniano ha poteri molto limitati perché le sue leggi devono essere approvate dal Consiglio dei Guardiani e dalla Guida suprema, Ali Khamenei. In ogni caso esso potrà legiferare elementi di riforme economiche, tanto urgenti e necessarie oggi, dopo anni di embargo. La Guida suprema, sebbene abbia appoggiato il lavoro di Rouhani per giungere all’accordo sul nucleare iraniano e alla caduta delle sanzioni, non sembra interessata ad appoggiare il presidente riformista per un altro termine, sebbene queste elezioni abbiamo dimostrato con chiarezza la volontà popolare di continuare le riforme economiche e aprirsi di più alla comunità internazionale.

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