Sadiq Khan, sindaco di Londra cosmopolita. Un messaggio per la City, il Regno Unito e il mondo intero

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Per l'annuncio ufficiale bisognerà aspettare ancora un po', ma Londra sembra aver scelto il suo nuovo sindaco: il laburista Sadiq Khan ha dieci punti di…
huffingtonpost.it
Stampa
Per l'annuncio ufficiale bisognerà aspettare ancora un po', ma Londra il suo sindaco lo ha già scelto. Un sindaco laburista e musulmano, come mostrano i dati diffusi dalla Bbc, secondo cui Sadiq Khan ha dieci punti di vantaggio sullo sfidante conservatore Zac Goldsmith.
La vittoria del laburista musulmano Sadiq Khan lancia messaggi che si propagano in cerchi concentrici. Il primo cerchio è quello di Londra, che si conferma città cosmopolita e multietnica per eccellenza, desiderosa di una svolta nelle politiche abitative e di una maggiore equità sociale, temi al centro della campagna elettorale laburista. Dalla capitale arriva anche un forte no all'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, come dimostra il sostegno accordato dalla maggioranza degli elettori a un paladino anti-Brexit come Khan.
Il secondo cerchio si allarga al Regno, indicando ai laburisti in difficoltà - reduci da una prestazione disastrosa in Scozia e spenta altrove - una possibile strada per il dopo-Corbyn: una via meno ideologica, più moderata ma al tempo stesso rispondente ai reali bisogni dei cittadini - primo tra tutti, appunto, la casa.
Infine, c’è il terzo livello di significato, quello che mostra al mondo intero un esempio finora inedito di integrazione e convivenza, in aperto contrasto con gli Stati Uniti immaginati da Donald Trump - in cui i musulmani non potrebbero neppure entrare. Da questo punto di vista, è impossibile negare la svolta rappresentata dall’elezione di un musulmano praticante – che prega cinque volte al giorno – a primo cittadino della più grande città d’Europa e della piazza finanziaria più importante al mondo insieme a New York. Con tutte le sue potenzialità ma anche con tutte le sue incognite.
Figlio di un conducente d’autobus e di una sarta pachistani, la storia di Khan inizia 45 anni fa a Tooting, quartiere popolare nel sud di Londra dove è stato eletto deputato e dove vive ancora oggi con la moglie e le due figlie. Dopo la laurea in giurisprudenza e l’avvocatura, è entrato in politica, prima con Gordon Brown e poi nel governo ombra di Ed Miliband. È considerato un esponente moderato del Labour, equidistante sia dai circoli vicini a Jeremy Corbyn che dai nostalgici dell’era Blair. Khan, infatti, si colloca più al centro di Corbyn, pur facendosi portatore di istanze di sinistra. Recentemente si è anche schierato sul fronte più critico a Corbyn nella bufera Livingstone, esortando il segretario a "fare di più" per stroncare ogni segno di antisemitismo nel partito.
Avvocato per i diritti umani, Khan è un sostenitore delle nozze gay, posizione che gli è valsa anche una fatwa da parte dell’imam di Bradford nel 2013. In campagna elettorale i conservatori lo hanno accusato di essere amico di estremisti e terroristi. Per settimane il suo sfidante, il conservatore Zac Goldsmith, si è concentrato sulla sua religione, contestandogli le apparizioni al fianco di relatori musulmani radicali. Lui, di fronte alle accuse, ha spiegato più volte di aver sì incontrato degli estremisti, ma in virtù della sua vecchia professione di avvocato per i diritti umani. "Ho già detto molto chiaramente che considero i loro punti di vista ripugnanti", si è difeso Khan, tenendo a sottolineare di aver combattuto l'estremismo per tutta la sua vita.
E i londinesi hanno scelto di credergli, confermando con il voto un vantaggio già ampiamente previsto dai sondaggi. "La storia di Londra", della Londra di oggi, "è la mia storia", ha scritto orgogliosamente sul suo sito. "La mia visione - ha insistito quasi a sottolineare quel fiume che lo separa da Goldsmith - è semplice: dare le stesse opportunità a tutti i Londoners". Opportunità che in tanti si attendono da lui nelle zone a sud e a est della capitale in cui i musulmani sono il 20-30% e gli inglesi bianchi (non più del 45% di tutta la popolazione urbana attuale) una minoranza quasi residuale.
La scelta della Londra cosmopolita non poteva che ricadere su di lui. Per capirne il motivo basta dare uno sguardo alla composizione demografica della città: il 55% della popolazione è censito come “non bianchi, britannici”, il 35% è nato all’estero, un londinese su otto è musulmano, ovvero più di un milione di residenti, i centri di preghiera islamici sono oltre trecento, nella sola area di Tower Hamlet le moschee sono 41, nella centralissima Westminster i musulmani sono 40 mila, i cristiani 97 mila.
A livello internazionale, l'elezione di un musulmano a primo cittadino di una città colpita dal terrorismo islamico rappresenta un secco no alla paura, come affermato dallo stesso Khan in un blog su HuffPost Uk. Contemporaneamente, la "svolta Khan" parla al mondo arabo, mettendolo di fronte alla figura di un musulmano praticante e progressista che è riuscito a diventare il politico di fede islamica più influente d'Europa.

Commenti

Post popolari in questo blog

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

giorno 79: Betlemme cancella le celebrazioni del Natale mentre Israele continua a bombardare Gaza

Video:Defamation - di Yoav Shamir Film

JOSEPH KRAUSS Nuove strade aprono la strada alla crescita massiccia degli insediamenti israeliani