Robert Fisk : Gli Stati Uniti stanno diminuendo le richieste che Assad se ne vada
Gli
Stati Uniti stanno diminuendo le richieste che Assad se ne vada perché
il regime siriano è una scommessa migliore dell’Isis Di Robert Fisk 28
maggio 20
znetitaly.altervista.org
Robert Fisk
28 maggio 2016
Mi sto un po’ stancando di leggere circa “l’alleanza delle milizie siriane appoggiata dagli Stati Uniti” e della loro avanzata contro l’Isis. La ‘alleanza’ è in gran parte curda e questo è il motivo per cui, suppongo, gli americani parlavano della Siria settentrionale quando hanno annunciato la visita del Generale Joseph Votel, il capo del Comando Centrale statunitense, alla piccola enclave curda.
Il Generale Votel ha potuto mettere piede nella minuscola striscia di territorio lungo il confine turco in parte nelle meni dei Curdi e da una “spuzzata” di gruppi turcmeni (o Turcomanni). Una visita alla Siria settentrionale di un generale americano è quindi molto meno notevole di quanto sembri.
E’ interessante vedere un comandante statunitense attraversare il confine per sostenere i partecipanti a una guerra civile. Questo è ciò che ha fatto anche in Iraq l’esercito americano dove le forze hanno incoraggiato le milizie sciite che combattevano alla periferia di Fallujah e fornivano supporto aereo alle forze del governo di Baghdad pericolosamente debole.
L’Iraq ora soddisfa molte delle definizioni di guerra civile. Tuttavia, in Siria, gli Americani cominciarono con l’appoggio alle forze “democratiche” che combattevano per rovesciare Bashar al-Assad e misteriosamente appoggiarono gli stessi uomini (e donne) quando erano pronti a combattere l’Isis per Ain al-Arab (o Kobane, per chi preferisce la versione curda del nome).
Come è avvenuto questo spostamento di lealtà? Si suppone che i Curdi combattano per entrare a Raqqa e quando l’Isis se l’è data a gambe e ha attraversato il confine iracheno, che continuino a combattere contro l’esercito del governo siriano e le sue milizie libanesi alleate e i suoi alleati iraniani?
Qualcuno nella Siria settentrionale ha mai guardato delle mappe? E i Curdi pensano che la Turchia permetterà al loro mini-stato di sopravvivere?
“Sì, assolutamente dobbiamo andare con quello che abbiamo,” secondo il generale Votel. E non potrei essere più d’accordo di così. Questo significa che la routine che “Assad se ne deve andare” sta cambiando. Non abbiamo sentito molti americani dirlo di recente, e a malapena lo abbiamo notato.
Le forze armate russe sono ancora in Siria (anche se ridotte ) ma ne abbiamo viste molte a Palmira dopo che l’hanno catturata di nuovo. Le forze di Assad vogliono riprendersi Deir-El-Zour, dove i loro soldati stanno ancora combattendo sotto assedio.
Sospetto che la campagna per ‘Assad se ne deve andare’ verrà cortesemente fatta cadere – grazie all’Isis, naturalmente, cosa che è anche più odiosa per gli Americani che per il governo siriano di Damasco.
Certamente l’Isis esiste ancora sul confine con il Libano. Cosa incredibile, 9 soldati sono ancora trattenuti in un’enclave sul confine libanese, dopo essere stati catturati lì quasi due anni fa.
Il padre del soldato libanese Mohamed Hamieh, giustiziato all’epoca dal Fronte Jabhat al-Nusra (di recente considerati “moderati” dall’Arabia Saudita e dal Qatar), questa settimana è andato nella casa libanese del nipote del suo uccisore (Sheikh Mustafa Hujeiri è un personaggio famoso sui registri islamisti) e ha ucciso con 35 colpi il giovane di venti anni. Ha poi lasciato il suo cadavere sulla tomba di suo figlio.
E’ stata una brutta settimana in Libano. Il governo ha organizzato le solite parate militari per evidenziare il Giorno della Liberazione quando, nel 2000, i guerriglieri alla fine persuasero l’esercito israeliano a scappare attraverso il confine dopo 22 anni di occupazione. Carri armati e veicoli blindati hanno sfilato nelle strade di Beirut tra pubbliche rassicurazioni (e paure private) di violenze accadute tra comunità, tra i generali.
Molti di quegli uomini della resistenza che avevano spinto gli israeliani ad andarsene, stanno ora combattendo – e morendo – per il regime di Assad a Damasco, e quindi la guerra siriana ha toccato di nuovo il Libano. Naturalmente c’è la paura che inizi un conflitto tra Sunniti e Sciiti nella Valle della Beqaa.
La guerra siriana ha già diviso il Libano, non ultimo perché così tanti uomini dell’Hezbollah sono morti in Siria. Essi sono “martiri” per la milizia e per molti Sciiti, ma sono fonte di grande ira per i Sunniti del Libano. Gli Islamisti ribelli, ad Arsal, compresi gli uomini del Fronte Nusra, sono Sunniti.
E tuttavia in Siria, come in Libano, non ci sono piani per il futuro. Nessun piano per uno sviluppo post-bellico. Nessun piano di una futura politica verso Assad.
L’esercito siriano avrà un ruolo in qualsiasi Siria Nuova. Forse i Russi se ne rendono conto e questo è il motivo per cui sono intervenuti in modo così terribile. Ma il numero delle vittime dell’esercito siriano è così alto – metà dei soldati governativi che ho incontrato fin dall’inizio del conflitto, nel 2011, sono ora morti – che è stato probabilmente inevitabile che Mosca abbia deciso di portare la sua aviazione militare a Lattakia e a Tartous.
Se l’Isis sarà ‘battuta’ – riprendersi Fallujah e Raqqa non avrà questo risultato – ci devono allora essere progetti per quei siriani che hanno combattuto da entrambe le parti. I siriani sono specialisti in comitati di ‘mediazione’, ma questo dovrà essere di gran lunga più grande di quello.
E che cosa succede? La Turchia minaccia l’Isis, e Nusra e l’Isis restano una minaccia proprio in tutto il Medio Oriente. I Sauditi appoggiano l’Isis e il Qatar appoggia il Fronte Nusra ed Hezbollah appoggia il regime.
Sembra che gli americani abbiano lasciato i bombardamenti aerei ai Russi (dopo essersi lamentati di ciò) e Putin non ha paura di dire ciò che è ovvio: che il governo di Damasco è una scommessa migliore dell’Isis.
Vedremo chi vincerà. “Dobbiamo assolutamente andare con quello che abbiamo.” Questa frase riassume abbastanza la situazione.
Nella foto: un uomo in bicicletta nella città devastata di Homs
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/the-us-is-dropping-calls-for-assad-to-go-because-the-syrian-regime-is-a-better-bet-than-isis/
Originale : The Independent
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0
Mi sto un po’ stancando di leggere circa “l’alleanza delle milizie siriane appoggiata dagli Stati Uniti” e della loro avanzata contro l’Isis. La ‘alleanza’ è in gran parte curda e questo è il motivo per cui, suppongo, gli americani parlavano della Siria settentrionale quando hanno annunciato la visita del Generale Joseph Votel, il capo del Comando Centrale statunitense, alla piccola enclave curda.
Il Generale Votel ha potuto mettere piede nella minuscola striscia di territorio lungo il confine turco in parte nelle meni dei Curdi e da una “spuzzata” di gruppi turcmeni (o Turcomanni). Una visita alla Siria settentrionale di un generale americano è quindi molto meno notevole di quanto sembri.
E’ interessante vedere un comandante statunitense attraversare il confine per sostenere i partecipanti a una guerra civile. Questo è ciò che ha fatto anche in Iraq l’esercito americano dove le forze hanno incoraggiato le milizie sciite che combattevano alla periferia di Fallujah e fornivano supporto aereo alle forze del governo di Baghdad pericolosamente debole.
L’Iraq ora soddisfa molte delle definizioni di guerra civile. Tuttavia, in Siria, gli Americani cominciarono con l’appoggio alle forze “democratiche” che combattevano per rovesciare Bashar al-Assad e misteriosamente appoggiarono gli stessi uomini (e donne) quando erano pronti a combattere l’Isis per Ain al-Arab (o Kobane, per chi preferisce la versione curda del nome).
Come è avvenuto questo spostamento di lealtà? Si suppone che i Curdi combattano per entrare a Raqqa e quando l’Isis se l’è data a gambe e ha attraversato il confine iracheno, che continuino a combattere contro l’esercito del governo siriano e le sue milizie libanesi alleate e i suoi alleati iraniani?
Qualcuno nella Siria settentrionale ha mai guardato delle mappe? E i Curdi pensano che la Turchia permetterà al loro mini-stato di sopravvivere?
“Sì, assolutamente dobbiamo andare con quello che abbiamo,” secondo il generale Votel. E non potrei essere più d’accordo di così. Questo significa che la routine che “Assad se ne deve andare” sta cambiando. Non abbiamo sentito molti americani dirlo di recente, e a malapena lo abbiamo notato.
Le forze armate russe sono ancora in Siria (anche se ridotte ) ma ne abbiamo viste molte a Palmira dopo che l’hanno catturata di nuovo. Le forze di Assad vogliono riprendersi Deir-El-Zour, dove i loro soldati stanno ancora combattendo sotto assedio.
Sospetto che la campagna per ‘Assad se ne deve andare’ verrà cortesemente fatta cadere – grazie all’Isis, naturalmente, cosa che è anche più odiosa per gli Americani che per il governo siriano di Damasco.
Certamente l’Isis esiste ancora sul confine con il Libano. Cosa incredibile, 9 soldati sono ancora trattenuti in un’enclave sul confine libanese, dopo essere stati catturati lì quasi due anni fa.
Il padre del soldato libanese Mohamed Hamieh, giustiziato all’epoca dal Fronte Jabhat al-Nusra (di recente considerati “moderati” dall’Arabia Saudita e dal Qatar), questa settimana è andato nella casa libanese del nipote del suo uccisore (Sheikh Mustafa Hujeiri è un personaggio famoso sui registri islamisti) e ha ucciso con 35 colpi il giovane di venti anni. Ha poi lasciato il suo cadavere sulla tomba di suo figlio.
E’ stata una brutta settimana in Libano. Il governo ha organizzato le solite parate militari per evidenziare il Giorno della Liberazione quando, nel 2000, i guerriglieri alla fine persuasero l’esercito israeliano a scappare attraverso il confine dopo 22 anni di occupazione. Carri armati e veicoli blindati hanno sfilato nelle strade di Beirut tra pubbliche rassicurazioni (e paure private) di violenze accadute tra comunità, tra i generali.
Molti di quegli uomini della resistenza che avevano spinto gli israeliani ad andarsene, stanno ora combattendo – e morendo – per il regime di Assad a Damasco, e quindi la guerra siriana ha toccato di nuovo il Libano. Naturalmente c’è la paura che inizi un conflitto tra Sunniti e Sciiti nella Valle della Beqaa.
La guerra siriana ha già diviso il Libano, non ultimo perché così tanti uomini dell’Hezbollah sono morti in Siria. Essi sono “martiri” per la milizia e per molti Sciiti, ma sono fonte di grande ira per i Sunniti del Libano. Gli Islamisti ribelli, ad Arsal, compresi gli uomini del Fronte Nusra, sono Sunniti.
E tuttavia in Siria, come in Libano, non ci sono piani per il futuro. Nessun piano per uno sviluppo post-bellico. Nessun piano di una futura politica verso Assad.
L’esercito siriano avrà un ruolo in qualsiasi Siria Nuova. Forse i Russi se ne rendono conto e questo è il motivo per cui sono intervenuti in modo così terribile. Ma il numero delle vittime dell’esercito siriano è così alto – metà dei soldati governativi che ho incontrato fin dall’inizio del conflitto, nel 2011, sono ora morti – che è stato probabilmente inevitabile che Mosca abbia deciso di portare la sua aviazione militare a Lattakia e a Tartous.
Se l’Isis sarà ‘battuta’ – riprendersi Fallujah e Raqqa non avrà questo risultato – ci devono allora essere progetti per quei siriani che hanno combattuto da entrambe le parti. I siriani sono specialisti in comitati di ‘mediazione’, ma questo dovrà essere di gran lunga più grande di quello.
E che cosa succede? La Turchia minaccia l’Isis, e Nusra e l’Isis restano una minaccia proprio in tutto il Medio Oriente. I Sauditi appoggiano l’Isis e il Qatar appoggia il Fronte Nusra ed Hezbollah appoggia il regime.
Sembra che gli americani abbiano lasciato i bombardamenti aerei ai Russi (dopo essersi lamentati di ciò) e Putin non ha paura di dire ciò che è ovvio: che il governo di Damasco è una scommessa migliore dell’Isis.
Vedremo chi vincerà. “Dobbiamo assolutamente andare con quello che abbiamo.” Questa frase riassume abbastanza la situazione.
Nella foto: un uomo in bicicletta nella città devastata di Homs
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/the-us-is-dropping-calls-for-assad-to-go-because-the-syrian-regime-is-a-better-bet-than-isis/
Originale : The Independent
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0
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