Rapporto Ocha della settimana 19-25 aprile 2016
Durante
la settimana non sono state registrate uccisioni di palestinesi o
israeliani. Nei Territori palestinesi occupati, in scontri con le forze
israeliane, sono stati feriti 70 palestinesi, tra cui 11 minori.
La maggior parte di questi scontri sono
scoppiati nel corso di proteste: ad Abu Dis (Gerusalemme), contro la
recente uccisione di palestinesi; a Ni’lin (Ramallah), contro la
Barriera; a Kafr Qaddum (Qalqiliya), durante la manifestazione
settimanale; durante manifestazioni nei pressi della recinzione di
confine tra Gaza ed Israele. I numeri di questa settimana includono
sette palestinesi feriti in scontri con le forze israeliane durante una
demolizione punitiva.
Nella Striscia di Gaza, in almeno 26
casi, le forze israeliane hanno aperto il fuoco in Aree ad Accesso
Riservato (ARA) a terra e in mare, ferendo un pescatore e arrestandone
altri sette, confiscando una barca e distruggendone un’altra. Due
degli arrestati sono stati costretti a spogliarsi e nuotare verso le
imbarcazioni della marina israeliana, sulle quali sono stati trattenuti
in detenzione preventiva.
Le autorità israeliane trattengono
ancora i corpi di 16 palestinesi uccisi nel corso di episodi
verificatisi negli ultimi sei mesi. Secondo i media israeliani, nel
marzo 2015, il Primo Ministro israeliano, ha dato istruzioni alle
autorità competenti di fermare, fino a nuova comunicazione, la
restituzione dei corpi di palestinesi sospettati di aver perpetrato
attacchi contro israeliani.
In Cisgiordania le forze israeliane hanno condotto 74 operazioni di ricerca-arresto;
il maggior numero nel governatorato di Hebron (20 operazioni). In
totale sono stati arrestati 132 palestinesi; la quota più alta di
arresti è stata registrata nel governatorato di Gerusalemme: 66, tra cui
19 minori, soprattutto nella città vecchia di Gerusalemme (23 arresti) e
nel quartiere di Al ‘Isawiya (23 arresti, tra cui 15 minori).
Durante la settimana, le forze israeliane hanno chiuso il checkpoint di Al Jalama (Jenin),
impedendone l’attraversamento a piedi ai lavoratori palestinesi; il
checkpoint è tuttavia rimasto aperto per il movimento dei veicoli. Per diverse ore è stata chiusa anche la strada tra Azzun (Qalqiliya) e Jit (Nablus) mentre era in corso una marcia di coloni israeliani, tenutasi tra gli insediamenti di Karnei Shomron e Kedumim. A
Gerusalemme Est, le autorità israeliane hanno emesso ordini di polizia e
ordini giudiziari che vietano, per 15 giorni, a 24 palestinesi di
entrare nella Spianata delle Moschee/Monte del Tempio; ad altri cinque è
stato vietato, fino a 10 giorni, di entrare a Gerusalemme. I
provvedimenti sono motivati dal fatto che gli interessati sono stati
implicati in proteste contro l’ingresso nel Complesso di coloni
israeliani e di altri gruppi israeliani. Secondo i media israeliani,
in seguito a presunte violazioni delle prescrizioni imposte da Israele,
a due israeliani è stato proibito l’ingresso nel Complesso ed almeno
altri 13 ne sono stati allontanati.
Nel Campo profughi di Qalandiya
(Gerusalemme), le autorità israeliane hanno effettuato una demolizione
punitiva contro la casa di famiglia di un palestinese sospettato di aver
ucciso, il 25 gennaio 2016, una colona israeliana. Di conseguenza, è stata sfollata una famiglia di otto persone, di cui cinque minori.
Nel mese di novembre 2014, il coordinatore umanitario per Territori
palestinesi occupati ha chiesto la fine delle demolizioni punitive,
sottolineando che “le demolizioni punitive sono una forma di sanzione
collettiva, vietata dal diritto internazionale”. Inoltre, nella zona di
Sur Bahir di Gerusalemme Est, per la mancanza di un permesso di
costruzione rilasciato da Israele, le autorità israeliane hanno
costretto una famiglia ad auto-demolire un ampliamento della loro casa.
Questa settimana sono stati registrati due attacchi di coloni con conseguenti danni materiali:
ad Husan (Betlemme), il danneggiamento di circa 7 ettari di terra
agricola palestinese inondata da acque di scolo, pompate
dall’insediamento colonico di Betar Illit; a Far’ata (Qalqiliya), il
furto di attrezzi agricoli. Segnalato inoltre, non incluso nel
conteggio, il ferimento di due palestinesi, di cui uno in modo grave,
investiti da veicoli con targa israeliana. In uno dei due casi si
trattava di un minore al quale le forze israeliane hanno prestato i
primi soccorsi.
Una carrozza della metropolitana
leggera, nell’attraversamento del quartiere di Shu’fat, a Gerusalemme
Est, è stata colpita e danneggiata da una pietra (o bottiglia) lanciata,
si sospetta, da palestinesi.
Il valico di Rafah, sotto controllo egiziano, continua a restare chiuso in entrambe le direzioni da ormai 70 giorni consecutivi.
Il valico è rimasto chiuso, anche per l’assistenza umanitaria, dal 24
ottobre 2014 ad eccezione di 42 giorni di aperture parziali. Le autorità
di Gaza hanno segnalato che sono registrati e in attesa di attraversare
30.861 persone, tra cui circa 9.500 malati e 2.700 studenti.
¡
Ultimi sviluppi (fuori dal periodo di riferimento)
Il 27 aprile, una 23enne madre di due
figli e il fratello 16enne sono stati uccisi dalle forze israeliane al
checkpoint di Qalandiya a Gerusalemme, in circostanze poco chiare. I corpi sono ancora trattenuti dalle autorità israeliane.
nota 1:
I
Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati settimanalmente in lingua
inglese, araba ed ebraica; contengono informazio-ni, corredate di dati
statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei
civili nei territori palestinesi occupati.
sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: http://www.ochaopt.org/reports.aspx?id=104&page=1
L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l’edizione inglese dei Rapporti.
sono scaricabili dal sito Web della Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, alla pagina:
nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]
sono talvolta aggiunte dai traduttori per esplicitare informazioni che gli estensori dei Rapporti considerano note
ai lettori abituali. In caso di discrepanze, fa testo la versione originale in lingua inglese.
ai lettori abituali. In caso di discrepanze, fa testo la versione originale in lingua inglese.
Associazione per la pace – Rivoli TO; e-mail: assopacerivoli@yahoo.it; Web: https://sites.google.com/site/assopacerivoli
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