Ramzy Baroud : Gli arabi hanno tradito la Palestina? – Una spaccatura tra le classi governanti e la società nel suo complesso





Di Ramzy Baroud
29aprile  2016
A 21 anni sono andato da Gaza in Egitto attraversando il confine per conseguire   una laurea in scienze politiche. La scelta del momento non poteva essere peggiore. Le conseguenze dell’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq  1990   erano  state  una coalizione internazionale guidata dagli Istati Uniti e una  guerra rilevante che alla fine preparò la strada per l’invasione statunitense dell’Iraq nel  2003.  Mi resi conto che i palestinesi furono immediatamente ‘odiati’ in Egitto a causa della posizione  di appoggio all’Iraq  che aveva all’epoca Yasser Arafat. Non conoscevo per nulla la misura di quel presunto ‘odio’.
E’ stato  in un albergo economico al Cairo dove lentamente terminai le poche sterline egiziane che avevo a disposizione che incontrai Hajah Zainab, una gentile anziana custode che mi trattava come un figlio. Non stava bene dato che camminava  traballando e si appoggiava ai muri per riprendere fiato prima di continuare a svolgere le sue  infinite e noiose incombenze.  I disegni  che una volta erano stati accuratamente dipinti  sulla sua faccia, erano diventati un guazzabuglio di  segni a inchiostro e rughe che deturpavano la sua pelle. E comunque prevaleva la gentilezza nei suoi occhi, e ogni volta che mi vedeva, mi abbracciava e piangeva.
Hajah Zainab piangeva per due motivi: provava compassione per me perché stavo    un ordine di deportazione al Cairo – per nessun altra ragione che il fatto che ero palestinese in un periodo in cui Arafat appoggiava  Saddam Hussein, mentre Hosni Mubarak aveva scelto di allearsi con gli Stati Uniti.  Ero sempre più disperato e  temevo la possibilità  di dover affrontare l’intelligence israeliana, lo Shin Bet che probabilmente  mi avrebbero convocato nei loro uffici dopo aver riattraversato il confine per tornare a Gaza. L’altro motivo  è che l’unico figlio di Hajah Zainab, Ahmad, era morto combattendo contro gli israeliani nel Sinai.
La generazione di Zainab percepiva le guerre dell’Egitto con Israele – quella del 1948, del 1956 e del 1967 come guerre in cui la Palestina era una causa fondamentale. Nessuna quantità   di politica  opportunista e di condizionamento dei media avrebbe potuto cambiare questo. La guerra del 1967, però, è stata una guerra di totale sconfitta. Con il diretto, massiccio appoggio degli Stati Uniti e di altre potenze occidentali, gli eserciti arabi furono sonoramente battuti  e  sconfitti  su tre fronti diversi. Furono perdute Gaza, Gerusalemme Est e la Cisgiordania, insieme  anche alle Alture del Golan, alla Valle del Giordano e al Sinai.
Fu allora che i rapporti di alcuni paesi arabi con la Palestina iniziarono a cambiare. La vittoria di Israele e l’appoggio ininterrotto  di Stati Uniti e Occidente convinsero alcuni governi arabi a  ridurre le loro aspettative e ipotizzarono che anche  i palestinesi facessero altrettanto. L’Egitto,  che una volta era il tedoforo del nazionalismo arabo,   ha soggiaciuto  a un senso collettivo di umiliazione, e in seguito ridefinì le sue priorità per liberare la sua terra dall’Occupazione israeliana. Senza la fondamentale  leadership egiziana, i paesi arabi si divisero in fronti diversi e ogni governo aveva la sua propria agenda. Dato che la Palestina, tutta, era allora sotto controllo israeliano, gli arabi lentamente abbandonarono una causa che una volta percepivano essere la causa fondamentale della nazione araba.
La guerra del 1967 ha anche messo fine al dilemma di un’azione palestinese indipendente, che era stata quasi completamente  sequestrata   da vari paesi arabi. Inoltre la guerra aveva spostato l’attenzione sulla Cisgiordania e su Gaza, e aveva permesso alla fazione palestinese, Fatah, di rafforzare la sua posizione alla luce della sconfitta araba e della successiva divisione.
Questa divisione è stata messa in evidenza in evidenza  nettissimamente al Vertice di Khartoum nell’agosto 1967 dove i leader si sono scontrati sulle priorità e le definizioni. Le  acquisizioni  territoriali di Israele dovrebbero  ridefinire lo status quo? Gli arabi dovrebbero focalizzarsi sul ritorno a una situazione pre-1967 o a quella pre-1968, quando la Palestina storica è stata occupata e i palestinesi hanno subito la pulizia etnica?
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha adottato la risoluzione 242, il 22 novembre 1967, riflettendo il desiderio dell’Amministrazione americana di Johnson di sfruttare al meglio lo status quo: il ritiro di Israele “dai territori occupati” in cambio della normalizzazione con Israele. Il nuovo linguaggio del periodo  immediatamente successivo al 1967, allarmava i palestinesi che capivano che qualsiasi futuro accordo politico era probabile che ignorasse la situazione esistente prima della guerra.
Alla fine l’Egitto ha combattuto e ha festeggiato la sua vittoria nella guerra del 1973che gli ha permesso di consolidare il suo controllo sulla maggior parte dei loro territori perduti. Pochi anni dopo, gli accordi di Camp David divisero ancora di più i ranghi degli arabi e misero fine alla solidarietà ufficiale con i palestinesi, garantendo contemporaneamente allo stato arabo più popoloso in controllo condizionato sulla sua terra nel Sinai. Le ripercussioni negative di quell’accordo non possono essere ingigantite. Tuttavia il popolo egiziano, malgrado il trascorrere del tempo, non ha mai veramente normalizzato i suoi rapporti con Israele.
In Egitto esiste ancora una spaccatura tra il governo, il cui comportamento si basa sull’urgenza  politica e l’autoprotezione e la gente che, malgrado una deliberata campagna anti-palestinese su vari media è determinata come sempre a rifiutare la normalizzazione con Israele fino a quando la Palestina non sarà libera. Al contrario del circolo mediatico ben finanziato che ha demonizzato Gaza in anni recenti, le persone simili ad Hajah Zainab hanno pochi palcoscenici dove possono esprimere apertamente la loro solidarietà con i palestinesi. Nel mio caso, sono stato abbastanza fortunato di incontrare per caso la custode che stava invecchiando e che piangeva per la Palestina e per il suo unico figlio tanti anni fa.
Cionondimeno, proprio quel personaggio, si reincarnato ripetutamente sulla strada dei miei viaggi. L’ho incontrata in IRAQ, nel 1999. Era una vecchia venditrice di verdure che viveva a Sadar City. La incontrai in Giordania nel 2003. Era  una tassista,  con una bandiera palestinese che pendeva dal suo specchietto retrovisore incrinato. Era anche una giornalista saudita in pensione che incontrai a Gedda nel 2010, e una studentessa marocchina che incontrai a Parigi durante in un giro di conferenze. Aveva circa 20 anni. Dopo la mia conferenza singhiozzò mentre mi diceva che la Palestina per il suo popolo è come una ferita infetta. “Prego per una Palestina libera ogni giorno,” mi disse “come facevano i miei defunti genitori con ogni preghiera.” Hajah Zanab  è anche l’Algeria, tutta l’Algeria .Quando la squadra nazionale palestinesi di calcio incontrò la sua controparte algerina lo scorso febbraio,  è accaduto   uno strano fenomeno senza precedenti  che ha lasciato perplesse molte persone. I tifosi algerini alcuni degli appassionati di calcio più ardenti che si siano in qualsiasi posto, hanno tifato per i palestinesi ininterrottamente. E quando la squadra palestinese ha segnato un goal, è stato come se gli spalti fossero in fiamme. Lo stadio affollato esplose con un canto dall’effetto ipnotico  per la Palestina e soltanto per la Palestina.
E allora, gli arabi hanno tradito la Palestina? Si sente spesso questa domanda e spesso è seguita dall’affermazione:  ‘sì, l’hanno tradita,’ Spesso sono citati come esempi i media egiziani che hanno dato la colpa ai palestinesi di Gaza, il fatto di prendere di mira e di ridurre alla fame i palestinesi a Yarmouk, in Siria, la scorsa guerra civile in Libano, il maltrattamento dei palestinesi in Kuwait nel 1991 e, in seguito, in Iraq nel 2003. Ora alcuni insistono che la cosiddetta ‘Primavera Araba’ è stata l’ultimo chiodo  nella bara della solidarietà araba con la Palestina.
Non sono d’accordo. Il risultato della sfortunata ‘Primavera Araba’, è stato un massiccia smacco,  se non proprio un tradimento, non soltanto nei riguardi dei palestinesi, ma della maggior parte degli arabi.  Il mondo arabo si è trasformato in un enorme terreno di sporca politica tra vecchi e nuovi rivali. Mentre i palestinesi venivano perseguitati, i siriani, gli egiziani, i libici, gli yemeniti e altri venivano altrettanto perseguitati.
C’è stata una chiara demarcazione politica della parola ‘Arabi’. Gli Arabi possono essere governi non eletti e possono essere come una gentile donna anziana che guadagna due dollari al giorno in qualche sporco hotel del Cairo. Gli Arabi sono élite audaci che si preoccupano soltanto dei loro privilegi e ricchezza, mentre né la Palestina né le altre loro nazioni sono importanti e neanche moltitudini di persone diverse o, uniche, che sono in condizione di fare delle cose, o  oppresse, che in questo momento della storia capita che si sono logorate per sopravvivere e per combattere per la libertà.
Questi  ultimi  ‘Arabi’ non hanno mai tradito la Palestina; hanno volontariamente combattuto e sono morti per essa quando ne hanno avuto l’occasione.
Verosimilmente, Hajah Zainab è morta da tempo, ma altri milioni come lei esistono ancora e anche loro bramano una Palestina libera, mentre continuano a cercare la loro personale libertà e salvezza.

Il Dottor  Ramzy Baroud scrive da 20 anni di Medio Oriente. E’ un opinionista che scrive sulla stampa internazionale, consulente nel campo dei mezzi di informazione, autore di vari libri collaboratore e fondatore del sito PalestineChronicle.com. Tra i suoi libri ci sono: ‘Searching Jenin’ [Cercando Jenin], The Second Palestinian Intifada [La seconda Intifada palestinese],  e il suo  più recente: My Father Was a Freedom Fighter: Gaza’s Untold Story [Mio padre era un combattente per la libertà: la storia di Gaza che non è stata raccontata]. Il suo sito web è www.ramzybaroud.net
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/did-the-arabas-betray-palestine-a-schism-between-the-ruling-classses-and-the-wider-society
Originale: Palestine Chronicle
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3

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