Ma chi è davvero Avigador Liberman?



Bibi Netanyahu non smette di stupirci, purtroppo: propone Avigador Lieberman a Ministro della Difesa, il quale andrebbe a sostituire definitivamente Moshe Yaalon - che stamattina ha consegnato le sue ...
globalproject.info|Di shaden-ghazal jacopo-bernaus




Bibi Netanyahu non smette di stupirci, purtroppo: propone Avigador Lieberman a Ministro della Difesa, il quale andrebbe a sostituire definitivamente Moshe Yaalon - che stamattina ha consegnato le sue dimissioni dichiarandosi contrario alla condotta del premier israeliano negli ultimo mesi - amplificando ancora più la deriva di destra che sta prendendo con il suo ultimo operato.
Apparentemente potrebbe sembrare un semplice cambio agli alti vertici della politica israeliana, ma non è così: qualora Lieberman diventasse il braccio di ferro di Netanyahu gli scenari che si aprirebbero nella società israeliana confluirebbero in sentimenti ancor più xenofobi e di violenza; Lieberman - lo stesso che in occasione della Seconda Intifada, nel 2002, chiese il bombardamento delle stazioni di rifornimento, delle banche e dei centri commerciali palestinesi - sarebbe il primo a dare un nuovo alito alla destra anti araba e anti palestinese.
Va ricordato, inoltre, che il governo israeliano ha acquistato nuovi F-35 dagli Usa, e i primi "Ha Adir"  verranno consegnati entro Dicembre 2016. Ogni velivolo costerà 110 milioni di dollari e avranno un raggio d'azione più esteso, in grado di colpire anche gli obiettivi iraniani.  È chiaro dunque che Israele continui a muoversi rincorrendo un unico obiettivo: schiacciare in una morsa sempre più stretta il popolo palestinese, e con Lieberman alla Difesa sarebbe tutto più facile.
Ma chi è davvero Avigador Liberman?
O meglio: chi non è Avigador Lieberman?
Il prossimo Ministro della difesa non è nato in Israele, tanto per cominciare.  È un ebreo ashkenazita, nato in Macedonia e arrivato in Israele nel 1978. È un colono, dunque, che vive illegalmente nell'insediamento di Nokdim, nella West Bank.
Già ministro degli Esteri, prima ancora delle Infrastrutture, è fondatore e storico leader del partito fascista di estrema destra Israel Beytenu. Da sempre a favore della pulizia etnica dei cittadini arabi israeliani e della necessità di distruggere la Palestina, in quanto stato di terroristi islamici.
Gideon Levy, giornalista di Haaretz, scrive che la sua candidatura rappresenta una linea rossa nella politica e nella società israeliana, affermando che “si consegna lo Stato di Israele nelle mani di qualcuno che potrebbe distruggerlo”.
Il leader di Yisrael Beitenu, ricoprendo una carica così importante in un paese in cui vige il grande mito dell'esercito, darebbe ancor più spazio al fascismo nella politica istituzionale israeliana e alla repressione perpetrata dall’esercito israeliano nei confronti dei palestinesi.
Lieberman non rappresenta nulla di buono: è un fanatico, un fascista che ai tempi di Mubarak paventava di bombardare la diga di Assuan. Un uomo già condannato per frode, riciclaggio di denaro e corruzione, da sempre estimatore dei grandi magnati russi, come Roman Abramovich, che con i suoi miliardi finanzia le varie colonie israeliane (tra l'altro, la storia delle sue ricchezze meriterebbe un articolo a parte).
Da non dimenticare il Piano Lieberman (2004) che prevedeva una vera e propria pulizia etnica, un trasferimento forzato degli arabi in Israele che sarebbero dovuti andare a vivere nelle città a maggioranza araba in modo tale che si potesse dar vita al sogno del Grande Israele.
Insomma Lieberman rappresenta la nuova politica di estrema destra israeliana, esempio perfetto di quella nuova parte di società che si sta formando. E tutto questo Bibi lo sa. Ha infatti stracciato gli accordi che avrebbero avvicinato i laburisti al governo, dando vita ad uno dei governi più a destra nella storia di Israele, come rileva esultante Naftali Bennet ministro dell’educazione del Partito La Casa Ebraica, altro partito di estrema destra al governo, di cui fa parte la già tristemente famosa Ayelet Shaked, Ministro della Giustizia.
E nei giochi di potere chi pagherà saranno sempre i palestinesi che dovranno affrontare l’imponente avanzata di razzismo e resistere ad una repressione sempre più dura per le mani, pronte ad essere immerse nel sangue, di Avigador Lieberman.
L'Europa tace, forse troppo impegnata a inginocchiarsi alla Turchia per risolvere la cosiddetta crisi dei migranti. Ma probabilmente è meglio che il governo italiano non si esprima, considerando la profonda e comoda amicizia che lega Matteo Renzi e Benjamin Netanyahu.
Intanto, continua a far discutere la censura accademica imposta da diversi atenei italiani quando si organizzano conferenze sulla Palestina.
Ed è proprio per questo che noi continueremo a parlarne e a cantare Palestin

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