Un’emoji della donna con il velo: la richiesta di una 15enne in Germania
Voglio un'emoji con il velo. La richiesta è arrivata da Rayouf Alhumedhi, ragazza 15enne che si accorta di una particolare carenza tra le faccine che usiamo ogni giorno nelle chat. Ci sono coppie omosessuali e donne sportive, gattini, cagnetti e ogni sorta di pupazzetto ma manca la donna col velo. E forse, presto, potrebbe arrivare. La ragazza di origini saudite residente in Germania se n'è accorta mentre creava un gruppo su Whatsapp con le sue amiche: ognuna aveva scelto un'emoji che la rappresentasse e lei non aveva trovato ciò che voleva. «Le mie amiche che non portano il velo hanno trovato qualcosa», racconta Alhumedhi al Washington Post, «Io invece sono stata costretta a non usare l'emoji di una donna che indossa il velo semplicemente perché non c'è». Dopotutto basta dare un'occhiata al nostro smartphone per vedere che le tante immagini di donne proposte sono tutte a capo scoperto.
L’importanza dell’hijab
La
ragazza però non si è arresa all'evidenza. Prima ha scritto alla Apple e
poi, più giustamente, si è rivolta all'Unicode Consortium,
l'associazione no profit che si occupa della creazione e
dell'aggiornamento delle emoji. In un documento di sette pagine spiega
dettagliatamente la sua proposta e immagina delle nuove faccine da
includere nei prossimi aggiornamenti: una kefiah, un hijab, un foulard e
un uomo e una donna che li indossano. «Nell'era digitale, le immagini
si sono dimostrate un elemento cruciale nella comunicazione», si legge
nel documento, le emoji oggi sono «di forte impatto» e «più utilizzate
che mai». La ragazza ha ragione. La prima forma di comunicazione scritta
dell'uomo fu il disegno. Poi arrivò la parola, il pensiero complesso e
strutturato ma il digitale ci sta portando indietro alle origini. Grazie
alle chat le emoji stanno diventando un mezzo espressivo sempre più
importante: solo nel 1999, quando sono nate, erano 176, oggi superano
quota 1.800 e nel 2015 l'Oxford Dictionary ha perfino eletto la «faccina
che piange di gioia» come parola dell'anno. Non è un bene o un male, è un dato di fatto.
Cultura e faccine
«Circa
550 milioni di donne musulmane su questa Terra sono orgogliose di
portare l'hijab», si legge ancora nella richiesta per la nuova emoji,
«Un numero enorme di persone che non hanno neanche un piccolo spazio
sulla tastiera». L'Unicode Consortium è aperto alle richieste degli
utenti, tutti possono inviare richieste per nuove immagini e tante
battaglie sono state condotte all'interno di quella tastiera colma di
disegni. Come il linguaggio, anche la comunicazione visiva evolve per
venire incontro alle nuove esigenze sociali, politiche e culturali. Nel
tempo abbiamo visto arrivare la scelta del colore della pelle per i
personaggi antropomorfi, le emoji di coppie omosessuali e famiglie monogenitore, il revolver trasformarsi in una pistola giocattolo
dopo i fatti di sangue statunitensi e, con le olimpiadi di Rio, sono
sbarcate tra i tasti anche le donne sportive. Ora però tocca all'hijab.
Non solo religione
Grazie
all'email della ragazza, un componente dell'Unicode Consortium si è
interessato al caso e i due sono stati affiancati dal cofondatore di Reddit, Alexis Ohanian,
e dalla graphic designer Aphelandra Messer che ha realizzato i concept
per le nuove emoji. La squadra sembra aver funzionato. La prima email di
due pagine inviata da Alhumedhi è diventato un ricco documento di sette
pagine, le nuove emoji ora sono in fase di revisione e, se tutto andrà
per il verso giusto, a metà del 2017 vedremo la nascita di una kefiah,
un hijab e un foulard da applicare su diverse faccine. Come sottolinea
la ragazza questa non è solo una conquista per le donne musulmane. «Le
donne indossano il foulard come segno di modestia in molte religioni,
anche nel cristianesimo e nel giudaismo» si legge nel documento, «Anche
le donne con il cancro spesso indossano un foulard. Questa emoji
potrebbe essere utile anche per loro».
15 settembre 2016 (modifica il 15 settembre 2016 | 12:40)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenti
Posta un commento