Israele, accordo tra Likud e Israel Beitenu: il falco Lieberman sarà ministro della Difesa. Olp: "Minaccia per stabilità"

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Benjamin Netanyahu ha firmato oggi alla Knesset un accordo con Avigdor Lieberman in base al quale il partito di quest'ultimo (Israel Beitenu, destra radicale, 5 seggi) farà ora ingresso nella coalizione di governo, garantendo così al premier una maggioranza di 66 deputati su 120. Lieberman diventerà ministro della Difesa, in sostituzione del dimissionario Moshe Yaalon (Likud). Per puntellare l'accordo Netanyahu ha accolto una richiesta centrale di Lieberman volta a migliorare le condizioni economiche dei pensionati.
Immediata la reazione dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), secondo cui l’ingresso nel governo del leader ultranazionalista Lieberman costituisce "una vera minaccia" per la stabilità regionale: lo ha dichiarato Saeb Erekat, capo-negoziatore palestinese e numero due dell'Olp.
Secondo Erekat, l'insediamento del nuovo esecutivo "avrà naturalmente come conseguenza l'apartheid, il razzismo e l'estremismo religioso e politico". Di "escalation del razzismo e dell'estremismo" ha parlato anche il portavoce di Hamas nella striscia di Gaza, Sami Abu Zuhri, chiedendo alla comunità internazionale di "assumersi le proprie responsabilità e a coloro che ricercano la normalizzazione e la coesistenza con l'occupante a rinunciare a questi fantasmi".
L'accordo di coalizione fra il Likud del premier Netanyahu e la formazione di Lieberman, Israel Beitenu, rende il nuovo governo israeliano il più conservatore nella storia del Paese, dal momento che si basa interamente sulla destra nazionalista e religiosa. Lieberman - dal cui dicastero dipende la gestione delle truppe israeliane nei Territori occupati - ha annunciato da parte sua di voler svolgere una politica "equilibrata".
Oltre al portafoglio della Difesa per Lieberman e quello dell'Integrazione degli immigrati a Sofa Landver (stretta alleata e collega di partito di Lieberman), l'intesa prevede lo stanziamento di 1,4 miliardi di shekel (325 milioni di euro) per le pensioni degli anziani, compresi gli immigrati dall'ex Unione Sovietica, la base elettorale più salda di Lieberman. "Si tratte di due questioni importanti per i nostri elettori, risultati importanti", ha spiegato il portavoce del leader della destra nazionalista.
Netanyahu ha tentato di calmare i timori per la nomina di Lieberman, dicendo che continuerà a cercare la pace con i palestinesi e a vigilare sulle politiche di difesa, che comprendono il controllo sulla Cisgiordania occupata.
Il premier ha inoltre lanciato un nuovo appello al leader laburista Isaac Herzog affinché entri nel governo. "Sono determinato a compiere ogni sforzo per raggiungere un accordo" di pace, ha assicurato il premier dopo aver affermato che nella fase attuale si profilano nella Regione nuove opportunità per accordi con i vicini. Secondo Netanyahu un governo che includesse anche i laburisti consentirebbe a Israele di muoversi meglio per raggiungere nuove intese regionali. Quanto al ruolo di Lieberman alla Difesa, Netanyahu ha promesso che il governo da lui presieduto proteggerà la sicurezza degli israeliani: con "determinazione" e "responsabilità ".
Lieberman, dal canto suo, si è impegnato a svolgere "una politica equilibrata" una volta insediato alla guida del dicastero, da cui dipende la gestione delle forze armate nei Territori occupati. Il suo partito, Israel Beitenu, porta in dote i suoi cinque deputati, permettendo all'esecutivo di allargare la propria maggioranza alla Knesset, attualmente di un solo voto. Il ritorno di Lieberman sulla scena politica, tuttavia, rischia di sollevare le preoccupazioni della comunità internazionale sulla politica israeliana, in particolare per quel che riguarda il processo di pace con i palestinesi. A esprimere preoccupazione per il crescente “estremismo” nell’esecutivo sono anche alcuni elementi moderati del Likud, tra cui il ministro della Difesa uscente Moshe Yaalon.
L'accordo con la destra radicale arriva dopo settimane in cui la stampa israeliana aveva ipotizzato una "grande coalizione" fra il Likud e l'opposizione laburista, e nonostante i rapporti fra il premier e il "falco" Lieberman non siano mai stati cordiali. Fino a qualche giorno fa Lieberman rimproverava Netanyahu di non essere schierato abbastanza a destra, di mancare di fermezza di fronte agli attacchi palestinesi e di non costruire nuovi alloggi nei grandi blocchi di insediamenti (attività peraltro illegale agli occhi della comunità internazionale). Lieberman aveva persino chiesto come condizione per l'ingresso dell'esecutivo - oltre alla titolarità del dicastero - l'imposizione della pena di morte per i responsabili di attentati anti-israeliani. Una richiesta che Netanyahu non ha accolto, a differenza dello stanziamento di 325 milioni di euro per un rialzo delle pensioni


ISRAELE


Nella notte raggiunto l’accordo fra il Likud e Israel Beitenu. Ora la maggioranza si rafforza e può contare su 66 parlamentari alla Knesset. Lieberman prende il posto del dimissionario Yaalon, che la lasciato dopo le polemiche sulle parole del numero due dell’esercito. Netanyahu rischia un’inchiesta per spese pazze quando era ministro delle Finanze.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Il Likud, partito del Primo Ministro Benjamin Netanyahu, ha concluso nella notte un accordo per l’entrata nel governo del movimento ultranazionalista Israel Beitenu. Il suo leader Avigdor Lieberman farà parte dell’esecutivo, ricoprendo l’incarico di nuovo ministro della Difesa. Egli prende il posto del dimissionario Moshe Yaalon, che ha lasciato nei giorni scorsi l’incarico per contrasti con il premier.
A confermare l’accordo fra Likud e Israel Beitenu sono gli stessi leader dei due partiti, che danno vita al governo più a destra della storia di Israele. L’accordo viene ratificato oggi con la firma in Parlamento.
Con l’ingresso di Lieberman e del suo partito, l’esecutivo potrà vantare da oggi una maggioranza di 66 parlamentari, puntellando un governo che finora godeva di una superiorità risicata alla Knesset.
Al contempo un altro parlamentare di Israel Beitenu andrà ad assumere l’incarico di ministro dell’Immigrazione.
In queste ore il premier Netanyahu ha cercato di sgombrare il campo dai timori per l’ingresso in coalizione di Lieberman, sottolineando che continuerà lo sforzo di pace [a fronte di negoziati bloccati da tempo] con i palestinesi. Il Primo Ministro continuerà inoltre a “sorvegliare” le politiche promosse dal Dicastero, che riguardano anche il controllo dei Territori Occupati in Cisgiordania.
Dietro le dimissioni dell’ex ministro Moshe Yaalon, che hanno aperto le porte a Lieberman dell’esecutivo, la polemica con il premier sulle dichiarazioni del numero due dell’esercito il 4 maggio scorso. In un intervento al Massuah Institute, il general maggiore Yair Golan ha parlato di tendenze nella società israeliane equiparabili ai “processi nauseanti” della Germania nazista degli anni ’30. Parole contenute nel contesto di un discorso ben più ampio, ma che hanno fatto infuriare gran parte della classe politica e dirigente. E avviato lo scontro fra il premier e il suo ministro della Difesa, con le dimissioni di quest’ultimo.
Intanto per Netanyahu si affacciano nuvole giudiziarie sulla sua testa. Ieri una commissione governativa ha diffuso un rapporto critico su presunte “spese pazze” effettuate dal premier nei suoi viaggi. La vicenda risale a più di 10 anni fa, quando egli era ministro delle Finanze. Il rapporto è ora al vaglio della magistratura, che potrebbe aprire un’inchiesta sul capo del governo e acuire ancor più la crisi politica e istituzionale di una nazione che - come affermano attivisti e ong pro diritti umani - vira sempre più a destra e attacca i valori democratici.

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