Elezioni in Gran Bretagna, Il Labour resiste ma perde la Scozia

 
 
 
 
 
Non ancora definitivi i dati del voto britannico per molti consigli municipali inglesi e per le assemblee scozzese, gallese e nordirlandese. Il calo di consensi per i…
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Il calo di consensi per i laburisti mette in discussione la leadership di Corbyn, secondo molti spostato troppo a sinistra, ma il suo partito conquista la poltrona di Londra con il musulmano Khan. Avanza invece l'anti-europeista Ukip di Farage

di Federica Bianchi
Elezioni in Gran Bretagna, Il Labour resiste ma perde la Scozia
Jeremy Corbin, il leader del Labour, il partito di sinistra inglese, l'ha scampata bella. A dispetto delle tristissime previsioni della vigilia alle principali elezioni dal 2015, ha evitato perdite significative di consiglieri municipali in Inghilterra. In Scozia invece il disastro atteso si è confermato: dopo essere stato roccaforte rossa per decenni, il Labour è diventato il terzo partito. Non solo ha ceduto la prima posizione al partito nazionale scozzese, capeggiato dalla carismatica Nicola Sturgeon, ma si è ritrovato perfino meno popolare dei conservatori.

«Il Labour si è spostato troppo a sinistra sotto la leadership di Corbin», ha spiegato Thomas Docherty, un ex parlamentare, riassumendo il pensiero di una buona parte dei laburisti. Ed è per questo che c'è chi mette sotto accusa il neo leader, a cui però verrà probabilmente concesso un anno per vedere se sarà capace di riorientare l'elettorato in vista delle elezioni nazionali tra quattro anni.

Stando agli ultimi dati di venerdì pomeriggio (113 municipi su 124), rispetto al passato il Labour ha ceduto un solo municipio, quello di Dudley, e solo 25 consiglieri (conquistandone 1.213 complessivamente), rispetto ai 100-200 che gli analisti davano per convertiti ai conservatori o agli anti-europeisti di Ukip. Dal canto loro i conservatori non hanno perso nessun municipio ma 33 consiglieri (per un totale di 690).

A guadagnare sono stati i LibDem che hanno conquistato un municipio e 38 consiglieri (318 in totale) e l'Ukip che ha conquistato i suoi primi 26 consiglieri comunali. Nota di colore: la cittadina di Peterborough, importante centro agricolo e industriale d'Inghilterra, meta di molta immigrazione e una delle città inglesi considerate più marcatamente anti europeiste, ha cambiato rotta rispetto al passato, scegliendo un municipio a maggioranza conservatrice e lasciando all'Ukip soltanto i suoi due consiglieri.

In palio lo scorso giovedì c'erano il governo scozzese, i parlamentini del Galles e dell'Irlanda del nord, i sindaci di Londra, Bristol, Liverpool e Salford; due posti nel parlamento nazionale; 124 consigli locali in Inghilterra e, in Galles e in Inghilterra, anche i commissari di polizia. Gli ultimi risultati arriveranno nel fine settimana: sabato quelli delle ultime cinque municipalità inglesi e il sindaco di Bristol; domenica i risultati del consiglio comunale di Bristol, una città progressista nel sud dell'isola.

A parte la vittoria del sindaco laburista a Liverpool, Jon Anderson, che ha conquistato il secondo mandato, la grande notizia di questa tornata elettorale è la vittoria di Sadiq Khan a Londra : sarà il primo sindaco musulmano di una grande città europea, femminista e difensore dei diritti gay, convinto europeista, che, dopo otto anni, sostituirà il conservatore Boris Johnson. «I musulmani sono il 13 per cento dei londinesi e molti di loro sono minorenni», ha osservato Tony Travers, professore della London School of Economics e sagace commentatore politico della City: «Il che vuol dire che se Khan ha conquistato il 40 per cento dei voti la sua maggioranza non è certo costituita da una minoranza etnica, cosa che forse sorprenderà il resto d'Europa».

Londra, che si conferma infinitamente lontana dal resto del Paese, cosmopolita, ricca e aperta al mondo, si prepara ad essere governata da uno dei suoi figli che, come ha spiegato Benjamin Butterworth sull'”Indipendent”, «capisce che la diversità non è il punto debole della sua identità ma sua attrattiva maggiore».

Così a perdere è stata soprattutto la campagna di Zac Goldsmith, l'avversario conservatore, tutta incentrata sull'insistere nel rappresentare l'avversario come un pericoloso radicale. Secondo gli osservatori, non solo è stato controproducente ma ha allontanato, disgustandoli, gli stessi conservatori dal voto.

Nel merito dei programmi elettorali entrambi i candidati, Khan e Goldsmith, hanno puntato sulla costruzione di nuove abitazioni a un prezzo sostenibile in una megalopoli sempre più cara e inaccessibile alla classe media, costretta a vivere in distanti periferie (collegate da treni e metropolitane dai biglietti anch'essi molti costosi) o a cambiare città.

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