Accordo Cina e Iran su petrolio e gas



 
 
 
 
 
 
L’Iran e la Cina continuano a fare affari. A dispetto di Washington. Ieri, infatti, Pechino e Teheran hanno stipulato un accordo quinquennale per la collaborazione nel settore petrolifero e del gas. Un accordo che “spiana la voglia di reciproco…
occhidellaguerra.it|Di Fabrizio Ciannamea



L’Iran e la Cina continuano a fare affari. A dispetto di Washington. Ieri, infatti, Pechino e Teheran hanno stipulato un accordo quinquennale per la collaborazione nel settore petrolifero e del gas. Un accordo che “spiana la voglia di reciproco sostegno tra Iran e Cina”, come l’ha definito all’agenzia di stampa Shana Amir Hossein Zamaninia, Ministro del petrolio di Teheran.
L’intesa riguarda la vendita tra i due Paesi di petrolio greggio e gas condensato. Oltre alla collaborazione nello sviluppo di infrastrutture e nell’esplorazione dei giacimenti.  Un accordo a tutto tondo, dunque. Fortemente voluto dalla Repubblica Islamica che non ha di certo dimenticato la presenza delle imprese cinesi in territorio iraniano durante tutto l’embargo.
Un rapporto antico e saldo quello tra Iran e Cina, nato negli anni ’50 del Novecento e proseguito fino ad oggi. Passando attraverso la rivoluzione khomeinista del 1979. E il pilastro delle relazioni internazionali tra i due Paesi è, appunto, il commercio di petrolio e gas. Basti pensare che, secondo il U.S. Energy Information Administration, solo nel 2011 circa il 10% delle importazioni totali di petrolio in Cina provenivano dall’Iran. Ecco perché  attualmente il Governo di Pechino investe così tanto nell’ammodernamento delle infrastrutture estrattive di minerali e gas. E anno dopo anno le imprese cinesi si sono aggiudicate importanti giacimenti estrattivi in Iran. Tant’è vero che il governo di Teheran vorrebbe garantire a Pechino diritti esclusivi su molti giacimenti petroliferi entro il 2024.
La collaborazione tra le potenze regionali di Iran e Cina si contrappone all’egemonia statunitense nel campo petrolifero nel Vicino Oriente. Soprattutto per l’amicizia di Washington con alcuni Paesi del Golfo, parte dell’Opec, come Arabia Saudita e Qatar. Ma la costante e radicata presenza delle società cinesi in Iran fanno, conseguentemente, concorrenza agli italiani di Eni. Che con Teheran hanno un rapporto privilegiato. Come confermato dallo stesso ad di Eni Claudio Descalzi, quando lo scorso aprile dichiarava: “Penso che per l’Italia ci siano grosse opportunità” in Iran “anche al di fuori dell’energia o accompagnando l’energia”

About Fabrizio Ciannamea

Barese, classe ‘91. Mi sono occupato spesso di geopolitica, criminalità organizzata e terrorismo internazionale collaborando con televisioni locali e con quotidiani online tra cui “L’Intellettuale Dissidente”. Sono laureato in Giurisprudenza con una tesi in diritto penale sul reato di autoriciclaggio e i suoi profili internazionali.

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