Sudafrica, Israele e Palestina: la storia dietro una statua di Mandela

 

 

Sudafrica, Israele e Palestina: la storia dietro una statua di Mandela

 

Una statua di 6 metri in metallo che raffigura Nelson Mandela forse nella sua posa più nota, pugno chiuso alzato al cielo e largo sorriso, è stata inaugurata ieri dal Presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen a Ramallah, capitale amministrativa della Cisgiordania. Alla cerimonia hanno partecipato diversi esponenti della leadership palestinese, la rappresentanza consolare sudafricana nei Territori, il sindaco di Johannesburg, città gemellata con Ramallah.

«Oggi – ha detto in un messaggio inviato dal Premier palestinese Rami Hamadallah al popolo sudafricano in occasione dell’apertura delle celebrazioni della “Giornata della Libertà” che ricorda la fine dell’apartheid – onoriamo Nelson Mandela e condividiamo la gioia dei nostri fratelli e sorelle in Sudafrica. La vostra vittoria contro l’oppressione e la persecuzione ci dà ispirazione». Il sindaco di Ramallah Musa Hadid nella cerimonia ha sottolineato che «Nelson Mandela ha offerto un modello di lotta e libertà cui il popolo palestinese si è fortemente ispirato».
Nell’occasione è stato mostrato il video dello storico incontro tra Yasser Arafat e l’allora appena eletto Nelson Mandela, che decise di recarsi in Palestina come prima visita ufficiale. I rapporti tra African national congress e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina sono storici e risalgono ai tempi in cui l’Anc lottava contro il regime segregazionista e l’Olp era impegnata nella lotta (mai conclusa) contro il Governo israeliano.
John Vorster che fu accolto con tutti gli onori dal Premier laburista Yitzhak Rabin

Una lotta che procedeva parallelamente a un’alleanza storico-strategica tra l’allora Governo di Pretoria e quello di Tel Aviv. Se infatti è vero che negli anni Cinquanta e Sessanta, Israele aveva condannato il regime segregazionista sudafricano, è anche vero che negli anni Settanta ci fu una collabrorazione tra i due Paesi. Dopo la guerra del Kippur (1973) molti Stati africani ruppero le relazioni con Israele che, da parte sua, si avvicinò al regime razzista sudafricano fino a invitare nel 1976 il Premier John Vorster (nella foto al Muro del Pianto) che fu accolto con tutti gli onori dal Premier laburista Yitzhak Rabin. Questa visita spalancò le porte a una forte collaborazione in campo militare. Capitali sudafricani finanziarono infatti i programmi di riarmo di Israele. In particolare in campo nucleare. In entrambi i Paesi infatti furono sviluppati arsenali atomici che però il Sudafrica decise di smantellare non appena l’Anc prese il potere. E proprio l’Anc raffreddò anche i rapporti con Israele mettendo una pietra sopra la collaborazione militare.

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