Resistere all'occupazione con il teatro e con le attività di impegno culturale. Lo Yes Theatre di Hebron
Resistere all'occupazione con il teatro e con le attività di impegno culturale. Lo Yes Theatre di Hebron
ISM, International Solidarity Movement, gruppo di al-Khalil (Hebron), Palestina occupata, Hebron, 3 Aprile, 2016,
http://palsolidarity.org/2016/04/yes-theatre-resisting-occupation-through-theatre-and-socially-engaged-art-practice/?utm_source=wysija&utm_medium=email&utm_campaign=Weekly+Digest
Lo Yes Theatre
di Al-Khalil (=Hebron) è un teatro che annualmente ha un pubblico di
oltre 30mila Palestinesi ma è anche ospitato in trasferte in Tunisia,
Germania e Francia. Lo Yes Theatre cerca continuamente nuovi modi di
sviluppare la sua decennale esperienza artistica. Stabilendo un dialogo
con le comunità locali, condividendo le loro storie, ospitando seminari,
prestando attenzione alla formazione dei giovani, anche con l'offerta
di posti di lavoro al suo interno. I progetti comprendono seminari per
donne su come esprimersi in pubblico, la messa in scena di molte
rappresentazioni che comportano donne attrici, cosa niente affatto
comune nel teatro Palestinese.
ISM ha intervistato Mohammad Issa,
direttore del teatro, che afferma: “Diciamo sempre che noi viviamo
entro dei cerchi, abbiamo il cerchio della famiglia, e poi quello della
società, poi il cerchio del nostro governo ed infine quello
dell'occupazione. Partiamo dalla famiglia, ci dicono cosa fare e cosa
non fare. Poi c'è la società, quello che è giusto, quel che è indegno, e
quello che non lo è. Poi il governo e la gente, i poteri, il sindaco,
il governatore, i capi religiosi, che spesso nelle moschee hanno
criticato il nostro lavoro. Essi corrompono i nostri figli ed inibiscono
il nostro sviluppo culturale. Se dovessimo dar retta al loro, avremmo
dovuto smettere da tempo le nostre attività.”
Nello spettacolo a cui hanno assistito
militanti ISM, le vicende rappresentate danno luogo a irresistibili
ondate di risate e ridacchiamenti, e vedere dei Palestinesi sorridere o
ridere è sorprendente data la tragicità della loro situazione. Ma questa
forma collettiva di rilassamento sembra unire gli spettatori in modo
intimo. Lo Yes Theatre è molto attento a questo spazio condiviso che è
quello in cui si cementa la resistenza culturale. Il direttore Muhammad
Issa sostiene che la resistenza non può avere successo attraverso l'uso
della forza fisica o la politica bensì attraverso l'attività
intellettuale, la cultura ed il rafforzamento delle donne dei giovani.
Sostenibilità e competenza sono parole chiave che vanno di pari passo
nelle attività sociali e nei programmi formativi dello Yes Theatre, il
quale da lavoro ogni anno a 30 laureati.
“Sono perfettamente consapevole che la
nostra è una fprma di Resistenza, a notro modo. Non possiamo buttar
fuori gli Israeliani dalla Palestina, devono vivere con noi, dobbiamo
vivere con loro. Quale che sarà la forma politica, due stati od uno
stato, lo vedremo e forse è un aspetto che stabiliranno le giovani
generazioni. Come Teatro non abbiamo una posizione su questo punto, non
vogliamo imporre un punto di vista. Quel che riceviamo dalle comunità
locali è il nostro materiale, che poi restituiamo alle comunità stesse
rielaborato. E su questo materiale impostiamo il dialogo con le
comunità. Questo cerchiamo di farlo anche per produzioni tradizionali,
come Ali Babà, attualmente in fase di allestimento. Ho le mie opinioni
sulla parità di genere, ma i locali possono avere punti di vista
diversi, e dobbiamo tener conto seriamente di ciò. Questo non significa
che dobbiamo rinunciare ad argomentare, ma che dobbiamo tener conto
dello stato di fatto delle mentalità e delle situazioni.”
L'attività artistica di Muhammad Issa
avviene in una situazione in cui pare davvero impossibile anche
immaginare come possano i Palestinesi riuscire a resistere o a far
terminare l'occupazione. La situazione che vivono ogni giorno non è solo
umiliante e disumanizzante, è paralizzante. Ricercare la crescita e la
solidarietà e attraverso la via culturale offre un mezzo per realizzare
unità e comunità di intenti. Lo yes Theatre pone anche la questione:
come immagina il nostro popolo che potrà essere la Palestina se e quando
l'occupazione finirà?
(trad. e sintesi di Claudio Lombardi)
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