Antisemitismo nel partito laburista e l'importanza di un dibattito onesto


Chi dice che la politica in Gran Bretagna sia noiosa? Da mesi il partito conservatore è in guerra aperta sulla Brexit. E ora Labour sta implodendo, il leader Jeremy…
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Chi dice che la politica in Gran Bretagna sia noiosa? Da mesi il partito conservatore è in guerra aperta sulla Brexit. E ora Labour sta implodendo, il leader Jeremy Corbyn accusato di non agire in maniera decisiva per eradicare l'antisemitismo fra i ranghi del suo partito.
Protagonista dell'ultimo sviluppo è Ken Livingtone. Non lo chiamano Red Ken, Ken il rosso, per niente. Sindaco di Londra dal 2000 al 2008, prima ancora capo del Greater London Council negli anni 80, è un personaggio chiave di Labour da più di 40 anni. Apertamente pro-palestinese, con opinioni forti e spesso contro corrente. Davanti ai microfoni di BBC London Radio (dove stava difendendo la parlamentare labourista Naz Shah, sospesa il giorno prima dal partito per un post di Facebook che proponeva che lo stato di Israele fosse 'trasportato' in America) afferma che Hitler era uno sionista perché all'inizio del suo governo aveva proposto di trasferire gli ebrei europei in Medio Oriente.
Le accuse di antisemitismo arrivano subito, le più vocali sono proprio da un'altro membro del partito laborista, John Mann, che fronteggia Livingtone fuori gli uffici della BBC davanti ai media inglesi, chiedendogli di spiegare la sua versione della politica di Hitler e se abbia letto Mein Kampf. Livingstone viene sospeso dal Labour poco dopo, e si parla di una possibile espulsione.
Ammetto di non aver letto Mein Kampf. Il mio tempo sulla terra è limitato e non ho intenzione di sprecarlo leggendo le teorie di un matto. Ma qualsiasi siano stati i piani di Hitler nel 1932 di mandare il popolo ebreo in Medio Oriente, chiamare il creatore del nazismo uno sionista e' tanto assurdo quanto offensivo.
So per esperienza personale che l'antisemitismo è vivo e vegeto in Europa. Mi è capitato spesso negli ultimi 10 anni che durante conversazioni private (e qui intendo con europei di origini cristiane, la situazione in Medio Oriente è un'altro blog) qualcuno esprima opinioni ovviamente anti semite, pensando che io le condividi semplicemente perché lavoro per un canale arabo. Sono poi sorpresi quando spiego che non sono d'accordo e che in effetti il mio partner e' ebreo. Non che questo sia in se uno scudo. Tanto per chiarire, io non sono antisemita perché non sono antisemita, non perché a casa mangiamo kosher e non mischiamo carne con latticini. Ma sicuramente fare parte in maniera adottiva della comunità ebraica a Londra mi ha dato una conoscenza più profonda delle loro preoccupazioni e, spesso, paure.
David Cameron in parlamento ha detto "L'antisemitismo è come il razzismo" ed ha perfettamente ragione. Non si può evidenziare casi di Islamofobia nel dibattito sul terrorismo, o di razzismo quando si parla di immigrazione, per poi ignorare l'antisemitismo nel dibattito su Israele. Ma questo non vuol dire non potere affrontare certi temi duramente.
Non è antisemitismo criticare specifiche azioni del governo israeliano, che spesso vengono criticate proprio dagli israeliani stessi. Non è antisemitismo credere che il conflitto Israele/Palestina sia un conflitto asimmetrico. Uno dei due popoli vive sotto occupazione, l'altro no. Non è antisemitismo ammettere che la continua costruzione di insediamenti israeliani in territori che dovrebbero in futuro fare parte di uno stato palestinese stia rendendo impossibile una futura soluzione di due stati per due popoli. Non è antisemitismo sostenere il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni verso Israele. Non è antisemitismo parlare di tutte queste cose, anche con toni forti. Il problema è che spesso tutto questo diventa un cancello che permette di validare opinioni che hanno molto più in comune con il razzismo verso il popolo ebreo dentro e fuori Israele che non con critiche legittime rivolte ad un governo democratico.La sfida è trovare il bilancio fra un dibattito onesto e la forza di riconoscere l'odio razzista quando emerge. Non è sempre facile, e ciò rende una conversazione già complicata in se ancora più spinosa.
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