Ugo Tramballi Giulio, il Cairo accusa «terroristi islamici»
Dopo
il depistaggio numero 150 ora è «una fonte altamente qualificata» della
presidenza egiziana che indica all’Ansa gli indizi che porteranno alla
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Dopo il depistaggio numero 150 ora è «una fonte altamente qualificata» della presidenza egiziana che indica all’Ansa gli indizi che porteranno alla soluzione del caso. Sono stati i terroristi islamisti, più o meno gli stessi che avevano abbattuto poco dopo il decollo da Sharm el-Sheikh l’aereo russo carico di turisti. Quelli volevano rovinare i rapporti fra Egitto e Russia; questi che hanno ucciso Giulio Regeni, compromettere l’amicizia con l’Italia.
Probabilmente non è il depistaggio numero 151: l’ufficio di al-Sisi da dove viene la soffiata che sembra una dichiarazione politica, perderebbe la faccia come già è capitato al ministero degli Esteri, degli Interni e a qualche altra istituzione egiziana. Né probabilmente è la Verità. È la Versione Ufficiale.
Ma è difficile che la Versione Ufficiale ci offrirà dettagli, prove circostanziate, nomi: tutte quelle cose che portano alla soluzione di un omicidio. Facendo d’improvviso apparire sulla scena la fonte presidenziale, come in un gran finale da “Assassinio su Nilo”, gli egiziani ci stanno segnalando che il caso è praticamente chiuso. Forse dovrebbe sollevarci che non siano stati incriminati un paio di giovani ricercatori italiani amici di Giulio, che la colpa non sia caduta sul Mossad israeliano. I non meglio identificati terroristi islamisti sono nemici di tutti, il male assoluto per la riva Nord e Sud del Mediterraneo. Sono la verità plausibile.
Perché tutti noi, una volta capito che non era stato un incidente, abbiamo sempre saputo che la verità non ce l’avrebbero mai data. Che avremmo dovuto accontentarci di una soluzione ammissibile che potesse blandire la giustizia, le coscienze, il dolore, i rapporti secolari fra due Paesi, il business, la geopolitica e la lotta al terrorismo. Tutto questo comporta la morte di un giovane che era entusiasta di vivere. Le poche righe del lancio dell’Ansa introducono probabilmente la verità egiziana. Ora tocca a noi decidere se ci basta.
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