Pensando alla Palestina post-Abbas

 
 
 
 
 
 
Pensando alla Palestina post-Abbas - Di Menachem Klein. +972 (20/03/2016). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. Come Ariel Sharon, Mahmoud Abbas potrebbe sparire dalla scena politica pales
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Di Menachem Klein. +972 (20/03/2016). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.
Come Ariel Sharon, Mahmoud Abbas potrebbe sparire dalla scena politica palestinese in qualsiasi momento. Ma a differenza del caso israeliano, Abbas non ha alcun successore designato o nessun vice. Secondo lo statuto dell’Autorità Palestinese (AP) afferma, il vuoto verrebbe colmato, in via automatica e provvisoria, dal presidente del Consiglio Legislativo Palestinese, Abdel Aziz al-Dweik, il quale però appartiene a Hamas. Anche se ne rivendicasse il diritto, la successione di Dweik sarebbe rifiutata non solo da Fatah, ma anche da Israele e un buon numero di paesi arabi e occidentali.
Anche Saeb Erekat, da poco nominato segretario generale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) da Abbas stesso, potrebbe reclamare il trono. Tuttavia, la sua posizione non il carisma politico o la forza elettorale adatti a permettere a lui o a Fatah di vincere contro Hamas. Qualità che non mancano, invece, a Muhammad Dahlan, ex capo della Sicurezza Preventiva dell’AP a Gaza, che Abbas ha scomunicato da Fatah e che ora opera per preservare il suo campo politico dal suo esilio emiratino.
Tuttavia, le uniche parti che sembrano interessarsi davvero a un futuro alternativo sono solo due. Da parte palestinese, è del tutto ragionevole che sia Hamas a preoccuparsene. Da parte israeliana, sono gli attivisti e i politici di destra a pensarci, discutendo di un piano che prevede di sfruttare il caos palestinese per sostituire l’AP con una serie di municipalità autonome in Cisgiordania. Ognuna di esse opererebbe in modo indipendente dall’altra, in modo da frammentare il territorio e rendere più facile l’annessione agli insediamenti: è così che la destra israeliana pensa di fermare il cammino verso la formazione di uno Stato palestinese.
Tuttavia, l’idea per cui distruggere il sistema politico palestinese significherebbe anche distruggere le aspirazioni di indipendenza è semplice delirio. L’occupazione israeliana e l’isolamento della popolazione palestinese sono un fatto. Adottare il piano della destra porterebbe a una balcanizzazione di Israele e Palestina.
Per salvarci tutti da un futuro simile, l’unica soluzione è indire elezioni parlamentai e presidenziali palestinesi. Le elezioni costituirebbero un modo per riparare il frammentato organismo politico sgretolatosi durante l’era Abbas, in quanto una delle pre-condizioni per organizzare le elezioni sarebbe mettere finalmente d’accordo Hamas e Fatah sulle regole del gioco.
Usare le elezioni per poter evitare il caos totale e l’attuazione del piano ideato dalla destra israeliana è prima di tutto nell’interesse della Palestina. E anche se la presenza di Hamas costituirebbe un ostacolo per una serie di paesi, è solo attraverso un accordo interno e senza interferenze esterne che i palestinesi potranno chiedere all’Europa, alla Russia e agli Stati Uniti di fare pressione su Israele affinché permetta lo svolgimento delle elezioni. Questa è la vera sfida della Palestina oggi.
Menachem Klein è professore di Scienze Politiche presso l’Università israeliana di Bar Ilan.
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