Gaza : non siamo numeri
Un nuovo progetto aiuta giovani
scrittori palestinesi a raccontare le loro storie di vita quotidiana a
Gaza e in Libano. Inaugurato lo scorso febbraio dal gruppo Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, il programma We are not Numbers offre a giovani scrittori locali una piattaforma dove pubblicare le lore prime opere letterarie. In un’intervista
con Mondoweiss, Pam Bailey racconta il suo incontro con Ahmed Alnaouq e
come questa conoscenza l’abbia ispirata ad organizzare il progetto.
Ahmed è uno dei tanti studenti di letteratura inglese a Gaza, con una
grande passione per la scrittura ma pochissime possibilità di sviluppare
il suo talento. Quando la perdita del fratello e la mancanza totale di
qualsiasi prospettiva futura sembrano condurlo sulla via della
resistenza armata, Pam Bailey gli offre un’alternativa: un programma di scrittura creativa
dove ogni partecipante viene affiancato ad un mentore di portata
internazionale che lo seguirà passo a passo durante il percorso
formativo. Bailey, direttrice internazionale del progetto, spiega così:
“Ci sono molti
Ahmed a Gaza, distrutti dalle perdite umane, che lottano per arrivare a
fine mese e si sentono abbandonati dal mondo. 50% della popolazione è di età tra i 15 ed i 25 anni
– 70% della quale è disoccupata. Le loro storie meritano di essere
portate all’attenzione del mondo occidentale, la cui politica estera ha
causato loro tanta sofferenza. Allo stesso tempo dobbiamo dare a questi
giovani un modo per trasformare l’atto dello scrivere in una missione
con un fine. Così nasce We are not Numbers.”
La lista dei mentori fa a dir poco invidia: tra loro si trovano giornalisti acclamati come Ben Norton e Jonathan Cook, attivisti di lunga data come ad esempio Miko Peled ed autori di fama internazionale quali Susan Abulhawa di Tutte le mattine a Jenin. Tutte le storie vengono pubblicate sulla pagina ufficiale di We are not Numbers e
riflettono una vasta gamma di esperienze differenti tra loro. Alcune
adottano uno stile narrativo prettamente poetico mentre altre si rifanno
al genere del reportage giornalistico; ciò nonostante tutte sono
accomunate dal desiderio di esprimere la propria individualità, per non
essere più soltanto un numero ma una voce ed un volto con un’identità
propria.
In febbraio 2016, la prima classe di 24 giovani scrittori ha iniziato ad esplorare la propria sensibilità artistica ed i risultati sono già ben evidenti come dimostra la ricca pagina web del progetto: gli scrittori hanno prodotto numerosi racconti tra i quali diversi tributi a Rachel Corrie, un commovente articolo sull’uso dei social media nel contesto della chiusura militare e svariate poesie e performances di spoken word.
Auguriamo a tutti i giovani talenti un
prolifico cammino e vi invitiamo a sostenere e condividere questo
ambizioso progetto. Per saperne di più visitate We are not Numbers su Facebook, ne saranno ben felici!
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