Israele, palestinese accoltella 10 persone a Jaffa: ucciso un turista statunitense

Israele, palestinese accoltella 10 persone a Jaffa: ucciso un turista ...




Almeno una persona è stata uccisa e altre nove sono state ferite a coltellate da un palestinese a Jaffa, a sud di Tel Aviv. L’attacco è avvenuto su una passeggiata di mare, popolare tra i turisti. I servizi d’ambulanza Magen David Adom hanno fatto sapere che quattro dei feriti hanno riportato ferite gravi. La vittima è un giovane turista statunitense. Anche la moglie è stata accoltellata e ferita in modo grave. L’assalitore ha prima colpito tre persone nella zona del porto e poi, fuggendo sul lungomare, ha accoltellato altri passanti nei pressi di un ristorante. La polizia ha successivamente reso noto che l’aggressore è un palestinese di Qalqilyia in Cisgiordania e ha 18 anni.
“Un terrorista, abitante illegale che veniva da qualche località nei territori palestinesi, è venuto a Giaffa e ha iniziato a correre lungo la passeggiata. Sulla via, ha accoltellato indiscriminatamente delle persone”, ha dichiarato il sindaco di Tel Aviv, Ron Huldai, ad Army Radio. Ha spiegato che la polizia lo ha ucciso.
“Un terrorista, abitante illegale che veniva da qualche località nei territori palestinesi, è venuto a Giaffa e ha iniziato a correre lungo la passeggiata. Sulla via, ha accoltellato indiscriminatamente delle persone”, ha dichiarato il sindaco di Tel Aviv, Ron Huldai, ad Army Radio. Ha spiegato che la polizia lo ha ucciso.
In un altro attacco, verificatosi a Petah Tikva, un palestinese di 20 anni ha accoltellato un ebreo ultraortodosso all’uscita di un negozio. La vittima e il proprietario del negozio sono riusciti a bloccare l’assalitore, uccidendolo. In precedenza, ancora a Gerusalemme, una donna palestinese aveva tentato di accoltellare alcuni agenti di polizia a Hagai Street, teatro di numerosi attacchi di questo tipo. La donna, una 50enne residente a Gerusalemme Est, è stata uccisa dagli agenti.
Hamas si è felicitato per gli attacchi: “Ci felicitiamo per quelle operazioni eroiche – si legge in un comunicato – dimostrano che sono destinati a fallire i tentativi di eliminare la intifada, la quale invece continuerà fino al raggiungimento dei suoi obiettivi”.


GERUSALEMME. Donna palestinese uccisa dopo presunto attacco





La vittima si chiamava Fadwa Ahmad Imteir e aveva 50 anni. Secondo la portavoce della polizia, le guardie di frontiera hanno sparato solo dopo aver percepito una “minaccia tangibile”. Blitz dell’esercito in Cisgiordania: 18 palestinesi arrestati. Domenica un tribunale israeliano ha stabilito che la comunità beduina di Umm al-Hiran è “illegale”
Poliziotti israeliani in Città Vecchia (MaanImages/Emily Mulder)



Poliziotti israeliani in Città Vecchia (MaanImages/Emily Mulder)
della redazione
Roma, 8 marzo 2016, Nena News – I poliziotti israeliani hanno ucciso stamane una donna che avrebbe tentato di accoltellare alcuni ufficiali israeliani nella Città Vecchia di Gerusalemme. La vittima, Fadwa Ahmad Imteir, aveva 50 anni e proveniva dal quartiere Um Tuba, nella parte orientale di Gerusalemme.
Un testimone oculare ha riferito all’agenzia palestinese Ma’an che gli agenti israeliani avrebbero sparato alla donna varie volte lasciandola morire dissanguata. Diversa è la versione fornita da Tel Aviv. La portavoce della polizia dello stato ebraico, Luba as-Samri, ha detto che gli ufficiali hanno “immediatamente neutralizzato” Imteir una volta che hanno percepito una “minaccia tangibile”. Nessun israeliano è rimasto ferito nel corso del presunto attacco compiuto dalla donna.
Secondo fonti palestinesi, un ingente numero di poliziotti israeliani sta pattugliando ora la Città Vecchia e sono stati chiusi tutti gli accessi alla moschea di al-Aqsa. Sono più di 180 i palestinesi uccisi da Israele dallo scorso ottobre in seguito ad attacchi contro militari e civili israeliani (in alcuni casi, tuttavia, l’effettiva pericolosità degli aggressori è stata piuttosto dubbia). Ventotto, invece, le vittime israeliane.
Prosegue, intanto, la campagna di arresti compiuta dall’esercito tra Gerusalemme e la Cisgiordania. Stanotte, in alcuni raid compiuti dai militari tra Gerusalemme, Ramallah, Betlemme, Qalqilya, Nablus e nell’area di Hebron, sono sono finiti in manette 18 palestinesi per “sospetta attività illegale”. Tra questi, anche il dodicenne Awni Ahmad Taqatqa e il sedicenne Mahmoud Abdullah Taqatqa. I nuovi nomi si vanno ad aggiungere alla lista di oltre 7.000 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Secondo Ad-Dameer, l’associazione palestinese che si occupa dei diritti dei prigionieri palestinesi, 406 di loro sono bambini mentre 700 sono in detenzione amministrativa (arresto senza processo).
Skafi
Appartamento di Skafi oggi. (Foto tratta dai social media)
Stamattina, intanto, le forze armate israeliane hanno demolito a Hebron l’appartamento della famiglia Skafi. Ibrahim Skafi è stato ucciso dalle forze armate israeliane lo scorso 4 novembre dopo aver investito con la sua macchina il poliziotto israeliano Benjamin Yaakovich (morto poi per le ferite riportate). La pratica di Tel Aviv di distruggere le case di coloro che compiono attentati contro israeliani (o sono sospettati di averlo fatto) è considerata illegale secondo il diritto internazionale che parla a tal proposito di “punizione collettiva”. Secondo la ong Human Rights Watch, il governo israeliano aveva fermato le demolizioni punitive nel 2005 in seguito ad un report della polizia che sottolineava come tali disposizioni non costituissero un valido deterrente per fermare gli attentati. Se si esclude una sola demolizione nel 2009, la pratica è stata ripresa nel 2014 dal governo Netanyahu che lo scorso ottobre ha proposto di abbreviare l’inter burocratico per distruggere le case degli attentatori palestinesi (“terroristi” per Israele).
Ma se il governo agisce è perché spesso l’apparato giudiziario dello stato ebraico gli fornisce una copertura legale. Domenica, infatti, una corte israeliana ha stabilito che la comunità beduina di Umm al-Hiran (700 persone circa) nel Neghev/Naqab nel sud d’Israele è “illegale” poiché – si legge nella sentenza – si trova sulla “terra dello stato” (israeliano). Raggiunto dal quotidiano Ha’Aretz, il giudice della Corte suprema israeliano Elyakim Rubinstein ha detto che “i residenti non hanno acquisito alcun diritto alla terra e che si sono stabiliti senza autorizzazione”. Nena News


Tourist killed, over a dozen Israelis wounded in spate of attacks

In three attacks within a matter of hours, individual Palestinians carry out stabbing and shooting attacks in Tel Aviv, East Jerusalem and Petah Tikva. All three attackers are killed on the scene.



Blood at the scene of a stabbing attack in Jaffa, March 8, 2016. (Yotam Ronen/Activestills.org)
A Palestinian man stabbed 13 people, wounding 12 people and killing one, before being shot to death by Israeli police along the Jaffa waterfront Tuesday evening. The fatality was an American tourist, police said, and two of the other victims were “minorities,” official-speak for Arabs.
Two other attacks took place within a matter of hours elsewhere in Israel and East Jerusalem.
In the second attack, in the Tel Aviv suburb of Petah Tikva, a Palestinian man stabbed an Israeli man in a liquor store. In that attack, the victim reportedly pulled the knife out of himself and, together with the store owner, proceeded to stab the attacker to death.
In a third attack, a Palestinian man shot two Israeli police officers in the head and neck along the seam line where East Jerusalem meets West Jerusalem. One of the officers was in critical condition, the other’s injuries were described as serious.
U.S. Vice President Joe Biden arrived in Israel on Tuesday, although there was no evidence the attacks were meant to coincide with his visit. Police denied that there were any ties between the three attacks. All three attackers were killed at the scenes of the respective attacks.
Video from the Jaffa attack showed police officers training their guns on the suspect, wounded lying motionless on the ground, as bystanders urging the officers to shoot him in the head. One bystander can be heard telling them not to shoot.
For the past five months, since October 2015, individual Palestinians have carried out hundreds of stabbing and shooting attacks against Israeli security forces and civilians. The vast majority of the attacks have taken place beyond the Green Line — in the West Bank and East Jerusalem.
This is the second high-profile, multiple-casualty attack in Tel Aviv since the start of the year. On New Year’s Day, a Palestinian citizen of Israel shot and killed three people on Dizengoff Street, an area known for retail stores and sidewalk cafes.
Since the spate of stabbing attacks began, Palestinians have argued that Israeli security forces were shooting to kill alleged and potential attackers even when they could have been safely apprehended, with many describing Israel’s policy as extra-judicial killing.
At least 160 Palestinians have been killed by Israelis since October, including 41 minors. Over 30 Israelis have been killed by Palestinians in the same period.
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