Andres Bergamini : Gaza: il sorriso della mamma senza parole


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GAZA – Era nascosta in una stanza di una casa fatiscente fatta di blocchi di mattoni e lamiere del quartiere di Shujaya. Era seduta su un vecchio divano, circondata da coperte, vestiti, pentole, e un bambino piccolissimo dondolato in una culla di metallo. L’altra bambina le zampettava intorno, nascondendosi dietro di lei. Non parlava. Ci siamo seduti e ci ha sorriso. Così, un semplice sorriso che ha creato un legame inaspettato. Così noi abbiamo messo da parte le facce serie e compite e abbiamo sorriso con lei, a nostra volta senza parole    Eravamo con p.Mario e suor Milagro, accompagnati dalla nostra amica Sabah. Avevamo dei pacchi viveri, regalati da benefattori della parrocchia, da consegnare. Parlando con la sua mamma abbiamo poi capito che questa donna è sordomuta dalla nascita ed è stata abbandonata dal marito. Abbiamo deciso al volo di destinare a questa famiglia una buona offerta arrivata dall’Italia. Potranno costruire il muro che manca, il bagno, la cucina e il soffitto che ora è formato da qualche lamiera incrociata.Sabato 2o febbraio abbiamo visitato 5 famiglie, nel quartiere di Shujaya. Ognuna di esse aveva una storia straziante da raccontare, al limite dell’umano. Come possono vivere? Girando per il quartiere abbiamo notato che le macerie dei bombardamenti dell’estate 2014 sono state quasi tutte pulite. Piano piano, qua e là si ricostruisce qualche casa. Ma la povertà regna sovrana tra la maggior parte degli abitanti della striscia.



Nel pomeriggio di sabato, in parrocchia c’è stato l’oratorio dei bambini. I nuovi locali da poco inaugurati, rendono i giochi più dignitosi e piacevoli, merito anche degli animatori che si sono molto affinati nella organizzazione.
Ecco un video un po’ riassuntivo del nostro week end a Gaza, con immagini dell’oratorio e della domenica dopo la messa.

Da qualche mese la parrocchia è un cantiere aperto, grazie ai progetti del patriarcato. Ora si stanno concentrando sulla casa dei preti dove noi venivamo sempre ospitati (questa volta abbiamo dormito nella nuova sala computer – sala di musica!). Il parroco, don Mario da Silva, si da molto da fare per seguire tutti i lavori. Nell’articolo che ho scritto per il sito del patriarcato, che potete leggere qui sotto, riporto alcune sue impressioni sull’andamento della parrocchia e sulle speranze per i prossimi tempi.
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Quaresima 2016 a Gaza: oratorio e lavori in corso

GAZA – Nella parrocchia della Sacra Famiglia si cammina nella Quaresima, tra via crucis, oratorio per i bambini, aiuto alle famiglie povere e i lavori in corso in canonica. Il nostro reportage.

La piccola realtà cristiana della Striscia di Gaza, in queste settimane di Quaresima, è in grande fermento. “In questo mese di febbraio ben cinque nostri fedeli cristiani sono tornati al Padre”, ci racconta p. Mario da Silva mentre a piedi si dirige nella chiesa ortodossa di S.Porfirio per assistere ad un funerale. “Erano persone anziane o malate. La comunità si assottiglia sempre di più. Nei mesi scorsi una trentina sono riusciti a partire”.
Nessuno crede in un cambiamento vicino. L’isolamento internazionale, la mancanza di lavoro, il caro vita, lo spauracchio di una prossima guerra induce gli abitanti, specialmente i giovani, a sognare di partire.

I cristiani sono ormai poco più di un migliaio. Cercano in tutti modi di condurre una vita dignitosa e positiva. Sono tante le iniziative che offre la parrocchia. Il venerdì per la via crucis quaresimale e la messa c’erano una ventina di persone. “Meno del solito, perché ci sono i funerali concomitanti” ci racconta suor Nabila, direttrice della Rosary school.

Sabato mattina siamo andanti con il parroco a distribuire pacchi di cibo a famiglie poverissime del quartiere di Shujaya. “Abbiamo sentito i racconti strazianti di persone disperate e affamate: nessuno lavora, i bambini sono numerosi, spesso ci sono malati gravi che necessitano cure. Le abitazioni sono fatiscenti perché le pareti e il tetto sono di lamiera, e senza energia elettrica. Il freddo dell’inverno penetra dappertutto” racconta suor Milagro, presente per le visite.

In parrocchia continuano i lavori di ristrutturazione iniziati qualche mese fa, grazie all’impegno del Project Development Office del Patriarcato. Dei 12 progetti previsti, alcuni sono già stati completati (si veda l’articolo della vista del Patriarca a Natale). Ora si sta lavorando all’abitazione del parroco, agli uffici e alle sale per il catechismo e per gli incontri dei giovani. Nel sito del PDO potete vedere fotografie e video (link).
Mario ci mostra orgoglioso il cantiere: “Sono progetti molto importanti per noi cristiani a Gaza perché rendono possibile lo svolgimento delle attività comunitarie, ludiche e liturgiche. Gli sforzi finanziari ingentissimi sono stati resi possibili da generosi donatori che non hanno dimenticato la nostra comunità, così provata dalle guerre e dall’assedio di questi anni”.

Sabato pomeriggio, una cinquantina di bambini hanno popolato il salone inaugurato prima di Natale (link). Come in tutti gli oratori che si rispettano ci sono state: preghiere, la messa, il catechismo (quest’anno c’è un bel gruppetto che farà la prima comunione) e giochi organizzati dagli animatori un po’ più grandi di loro. Potete vedere in questo video la felicità dei bambini che scorazzano nel nuovo salone.
Anche la messa domenicale è stata partecipata e vivace. Padre Victor ha commentato il vangelo della Trasfigurazione di Luca. Sul sagrato poi i saluti bevendo la consueta tazza di caffè.

Le autorità israeliane ci hanno sollecitato a mandare la lista dei nomi per i permessi per la pasqua latina, visto che quest’anno è molto distanziata dalla pasqua ortodossa. Abbiamo raccolto circa 800 nomi. Speriamo che molti possano andare a Gerusalemme, anche della fascia di età 16-35 anni, normalmente preclusa” ci confida ancora don Mario da Silva. “Abbiamo anche in programma di partecipare alla giornata mondiale della gioventù che si terrà a Cracovia in luglio. Speriamo che anche cinque giovani di Gaza possano andare insieme ai loro coetanei di Palestina e Israele”.

(Mio articolo per il sito del Patriarcato latino di Gerusalemme).

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