Amira Hass: Gli insegnanti danno lezione di democrazia e di cooperazione ai palestinesi
Gli
insegnanti danno lezione di democrazia e di cooperazione ai palestinesi
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sciopero…
zeitun.info
di Amira Hass
6 marzo , 2016
Hasib,
di Ramallah, è stato insegnante per 27 anni. Il suo stipendio base è di
2.400 shekel [560.19 euro, ndt] che, insieme agli scatti di anzianità,
arriva a 3.600 shekel al mese [837.35 euro, ndt].
Il
suo fratello più giovane, che lavora nelle forze di sicurezza
preventiva palestinesi, è pagato 4.700 shekel al mese [1.095 euro, ndt].
Diversamente da Hasib non possiede una laurea. Hasib, come altre
migliaia di insegnanti, sfidando un divieto ufficiale, ha un secondo
impiego, e lavora ogni pomeriggio in un ufficio. Altri insegnanti
integrano il loro stipendio lavorando in panetterie, vendendo falafel o come tassisti.
La
protesta dei docenti palestinesi la settimana scorsa ha raggiunto la
quarta settimana [di lotta] e la domanda di una rappresentanza
democratica sta diventando sempre più forte. L’Autorità Nazionale
Palestinese si rifiuta di trattare con i delegati eletti dagli
insegnanti. Circa 700.000 studenti, dei quali 87.000 si stanno
preparando agli esami, sono le principali vittime dello sciopero.
Alla fine della settimana scorsa, il comitato che rappresenta gli
insegnanti in sciopero ha accettato una soluzione proposta da una
commissione unitaria dei vari gruppi parlamentari e da varie ONG.
Secondo questa proposta, gli insegnanti dovrebbero riprendere
immediatamente il lavoro, mentre il governo entro tre mesi pagherà gli
arretrati e aumenterà lo stipendio base del 70% nell’arco di tre anni.
Finora
l’ANP ha insistito che gli insegnanti riprendano il lavoro prima di
discutere le loro rivendicazioni. Tuttavia gli insegnanti sono stanchi
delle promesse del governo, delle dilazioni, delle scuse e non si sono
fatti scoraggiare neppure dalle numerose morti palestinesi provocate
dalle forze israeliane, dagli arresti e dalle incursioni militari nei paesi e nei villaggi.
Gli
insegnanti chiedono un aumento del loro stipendio base, degli scatti di
anzianità e una [possibilità di] carriera come per gli altri lavoratori
del pubblico impiego, oltre che uguale trattamento per le donne ed
elezioni democratiche nel sindacato degli insegnanti.
Alcuni
dicono che l’annuncio di alcuni mesi fa secondo cui il governo aveva
promosso 180 alti funzionari civili e aumentato gli stipendi delle
scorte dei palestinesi importanti di 400-600 shekel [100-120 euro circa,
ndt]] ha scatenato la nuova protesta.
A
giudicare dalla reazione dell’ANP fino ad ora, sembra che lo sciopero
minacci le regole del suo sistema di governo. L’assemblea legislativa è
paralizzata dal 2007 e non esiste nessun controllo dell’operato dell’
esecutivo. Fatah domina in tutte le istituzioni governative (compresi i
sindacati); nonostante lo sgretolamento del suo movimento, un solo uomo
prende le decisioni e stabilisce la linea politica: il presidente
Mahmoud Abbas.
Lo
sciopero ha prodotto fermenti di democratizzazione e di collaborazione
tra i gruppi politici e della società civile di opposizione e ha
rinnovato la critica dell’opinione pubblica sul bilancio [dell’ANP] e sulle eccessive dimensioni delle forze di sicurezza.
Il
ministro dell’Educazione Sabri Saidam ha detto questa settimana che
circa il 70% degli insegnanti è tornato al lavoro. I rappresentanti
degli insegnanti negano che sia vero, affermando che la maggior parte
degli insegnanti sta ancora scioperando. Un sondaggio reso noto giovedì
scorso evidenzia che la maggioranza dell’opinione pubblica (l’84%) pensa
che lo sciopero sia giustificato.
La
scorsa settimana circolavano molte voci sulle intenzioni delle forze di
sicurezza di stroncare la protesta e le manifestazioni degli
insegnanti. Finora la polizia palestinese non è riuscita a prevenire le
manifestazioni degli insegnanti nelle varie città della Cisgiordania,
neppure [quelle] non autorizzate. La gente è troppo favorevole agli
insegnanti per provarci ed impedire la protesta. Tuttavia, nel campo
profughi di Balata vicino a Nablus è stato recapitato un minaccioso
messaggio agli insegnanti. Un gruppo di uomini mascherati che si sono
autodefiniti “Shuhada al-Aqsa” e “i falchi di Fatah” hanno tenuto una
conferenza stampa martedì. Hanno parlato “ di un complotto ordito dai
nemici del popolo palestinese” e hanno avvertito che, come in passato
hanno colpito i traditori e i collaborazionisti, attaccheranno chiunque
voglia danneggiare Abbas e l’ANP. Il collegamento tra i “traditori” e
gli scioperanti era evidente.
Si pensa che dietro questo minaccioso comunicato ci
siano i funzionari del sistema di sicurezza, molti dei quali
s’identificano con il dispotismo di Abbas
Tuttavia
molti esponenti di Fatah appoggiano gli scioperanti. Due, che hanno
osato manifestare apertamente il loro appoggio, sono stati convocati per
essere interrogati dalla polizia. Bassam Zakarneh, membro del Consiglio
rivoluzionario di Fatah, che è stato anche presidente del sindacato dei
dipendenti pubblici fino al suo scioglimento, è entrato “in
clandestinità” dopo che le forze di sicurezza lo hanno cercato a casa
sua. E Najat Abu Baker, un’esponente di Fatah all’Assemblea legislativa,
è stata convocata due settimane fa dall’ufficio del Procuratore
Generale per essere interrogata dopo che in un’intervista televisiva ha
affermato di avere delle prove di [episodi di] corruzione.
Ha
sostenuto che un ministro ha preteso soldi dalle persone che
attingevano l’acqua da un pozzo ristrutturato. “L’acqua è una risorsa
nazionale” ha detto alla stampa. Il ministro ha detto che il pozzo è
situato su un terreno privato della sua famiglia e l’ha accusata di
diffamazione. Lei è convinta che la convocazione sia una violazione
della sua immunità parlamentare. “Con la paralisi dell’assemblea
legislativa non abbiamo altra scelta se non rivolgerci ai media” ha
detto.
Invece
di andare all’ufficio del Procuratore Generale, si è insediata nella
sede dell’Assemblea Legislativa a Ramallah ed è rimasta [lì] per quasi
due settimane. Una fiumana di persone è andata a solidarizzare con lei e
tutte le fazioni, compresa Hamas, hanno manifestato nel cortile in sua
difesa.
Abu
Baker e altri sono convinti che l’ordinanza per interrogarla e
arrestarla dipenda da due ragioni complementari, una il sostegno agli
insegnanti l’altra il fatto di essere stata fotografata al Cairo alcuni
mesi fa insieme a Mohammed Dahlan, l’ex leader di Fatah a Gaza caduto in
disgrazia presso Abbas.
Lo
scorso martedì, Hasib era tra le centinaia di insegnanti che
protestavano vicino all’edificio dove Abu Baker è barricata. Ingenti
forze anti sommossa sono state schierate su entrambi i lati di via
Khalil al-Wazir, impedendo agli insegnanti di avvicinarsi al Ministero
dell’Educazione o alla via degli
uffici governativi. Così i dimostranti hanno marciato verso piazza
Manara nel centro di Ramallah. Anziani e giovani, donne e uomini,
religiosi e laici, esponenti di sinistra e conservatori, militanti di
Fatah e di Hamas hanno marciato insieme rappresentando tutto lo spettro
della società palestinese.
Gli studenti delle scuole superiori si sono uniti al
corteo cantando il motivo di Piazza Tahrir, “Alzate la testa, siete
insegnanti”.
Analoghe proteste, organizzate dal movimento Unitario
degli Insegnanti, un comitato provvisorio di coordinamento degli
insegnanti in sciopero, sono avvenute contemporaneamente in altre città
della Cisgiordania.
Il
comitato è stato eletto recentemente da tutti gli insegnanti dopo che
la loro dirigenza ufficiale, affiliata all’OLP, cioé il sindacato
generale degli insegnanti, si è dimessa in seguito alle critiche da
parte degli insegnanti all’accordo firmato con il ministro
dell’educazione.
Finora il governo si è rifiutato di incontrare i
rappresentanti eletti, insistendo che il sindacato degli insegnanti è il
loro legittimo rappresentante.
Sabato
il ministro dell’educazione ha annunciato che gli aumenti di stipendio
attesi da lungo tempo saranno gradualmente pagati agli insegnanti, ma
solamente a quelli che ritorneranno al lavoro.
(Traduzione di Carlo Tagliacozzo)
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